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Come anticipato da BeBeez. è avvenuto il riassetto azionario del gruppo Kiko, la multinazionale italiana della cosmesi sotto il controllo della famiglia Percassi, che ha infatti ricomprato il pacchetto azionario detenuto dal fondo di private equity Peninsula Capital (si veda qui il comunicato stampa). Quest’ultimo era entrato come socio di Kiko nel 2018, che in quel periodo si trovava in tensione finanziaria, soprattutto per le difficoltà della controllata statunitense. Ricordiamo che ’operazione era avvenuta sulla base di un valutazione di Kiko attorno ai 220 milioni, (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo i rumors, riportati dal Sole 24Ore, il private equity cofondato da Borja Prado, presidente di Mediaset Espana, e guidato in Italia dal partner Nicola Colavito sarebbe uscito dall’investimento con una valutazione di Kiko attorno ai 700 milioni di euro, quindi più che triplicando la valutazione all’ingresso. Per Peninsula si tratta dell’ennesima exit molto redditizia dopo altre operazioni già realizzate come Italo.
Il riacquisto della quota di Peninsula in Kiko avviene dopo l’importante incasso (stimato intorno ai 275 milioni di euro) ottenuto da Antonio Percassi nella cessione del 47,3% dell’Atalanta Calcio a una cordata guidata dal finanziere Stephen Pagliuca (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio, Peninsula Capital e Antonio Percassi, in rappresentanza della capogruppo Odissea srl, azionista di riferimento di Kiko, hanno firmato un accordo vincolante in forza del quale l’azionista di riferimento acquisterà lil 38% della società detenuta da Peninsula Capital. I Percassi in tal modo tornano a controllare il 100% di Kiko direttamente e tramite società controllate. In pratica Antonio Percassi salirà al 90% dell’azienda, mentre il figlio Stefano avrà il 10%.
Il closing dell’operazione è previsto entro la fine del 2022. Advisor legale è stato lo studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici.
Arriva così a conclusione una partnership durata quattro anni, grazie alla quale il business era tornato a macinare buoni numeri. Poi il Covid e i lockdown avevano di nuovo rallentato la crescita. Grazie alla partnership tra Percassi e Peninsula, l’azienda è riuscita però ad uscire indenne dalla pandemia e gli ultimi due anni sono stati di forte ripresa, tanto che il 2022 dovrebbe terminare con risultati record.
Una buona salute finanziaria, malgrado la pandemia, che nell’estate del 2020 aveva consentito al retailer della cosmetica di ottenere un prestito da 270 milioni di euro da Intesa Sanpaolo (anche in qualità di banca agente e Saceagent), Unicredit e Banca Nazionale del Lavoro (in qualità di arranger e finanziatrici originarie), con il quale aveva rifinanziato, delistandolo, il bond da 100 milioni di euro emesso dalla società nel 2014, quotato sull’Irish Stock Exchange, inizialmente con scadenza dicembre 2020 e poi riscadenzato al dicembre 2021, sottoscritto da Generali (si veda altro articolo di BeBeez).
Antonio Percassi ha dichiarato “Questa operazione è per noi motivo di grande soddisfazione. Siamo molto legati a questo brand, che abbiamo visto nascere e crescere a ritmi impressionanti. Ringrazio Peninsula per l’importante contributo e il sostegno che ha saputo darci nell’espansione del brand a livello internazionale, facendo conoscere questa realtà italiana in tutto il mondo. Dati i buoni risultati con cui prevediamo di chiudere il 2022, ci auguriamo che si continui nel percorso di crescita e consolidamento nel mondo iniziato 25 anni fa a Milano. Questo ulteriore investimento testimonia la fiducia del nostro Gruppo nelle potenzialità di KIKO che, grazie allo straordinario lavoro di tutto il leadership team e dell’Amministratore Delegato Simone Dominici, saranno certamente valorizzate al meglio”.
Kiko nasce su un’intuizione di Stefano Percassi, capace di scommettere su un nuovo format per il settore della cosmetica. Attualmente l’azienda possiede più di 950 negozi nel mondo ed è presente in più di 50 paesi con una ampia gamma di canali di vendita e una forte presenza nell’online. La società, con sede a Bergamo, aveva chiuso il 2019 con ricavi per 588 milioni di euro, un ebitda di 137 milioni e una posizione finanziaria netta di 124,4 milioni, ma nel 2020 ha sofferto pesantemente le conseguenze del lockdown con ricavi che sono crollati a 368 milioni e l’ebitda andato in negativo per 30 milioni, a fronte di una Pfn di 230 milioni circa(si veda qui il report di Leanus, una volta registrati gratuitamente). Ma nel corso del 2021 il trend è stato, come anticipato sopra, in ascesa. Ora Kiko può contare su un giro d’affari di oltre 750 milioni di euro con una marginalità superiore al 10% sul fatturato netto. Ora, con la famiglia Percassi al 100% dell’azienda, è ipotizzabile che una quotazione a Piazza Affari possa diventare uno sbocco naturale per una società che punta ad avere nel prossimo futuro una valutazione superiore a 1 miliardo di euro. Potrebbero però venire fuori potenziali interessi da parte di qualche gruppo industriale.
La società è dapprima cresciuta sotto la gestione dell’ex amministratore delegato Cristina Scocchia, da circa un anno diventata ad di Illy Caffè, e lo sviluppo è continuato in modo robusto con il nuovo capoazienda Simone Dominici, che ha una lunga esperienza internazionale di alto profilo nel settore consumer, luxury, beauty e retail, avendo lavorato per i principali gruppi globali del settore negli ultimi trent’anni, per ultimo nella multinazionale della cosmetica Coty.