Anna Paola Moroni è stata nominata nuovo partner del team di private equity di Equita Capital sgr, la società di gestione di fondi alternativi del gruppo Equita, quotato a Piazza Affari. Moroni andrà ad affiancare i managing partner Stefano Lustig e Rossano Rufini.
Moroni vanta vent’anni di esperienza nel private equity presso diverse e società di investimento, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, avendo gestito direttamente oltre 20 investimenti e disinvestimenti, con piena responsabilità su tutto il processo di gestione, ricoprendo diversi incarichi diretti in azienda, tra cui numerosi posti in Consigli di amministrazione.
Laureata all’Università Bocconi di Milano in Economia aziendale e dopo aver conseguito un master al Politecnico di Milano in private equity, ha lavorato prima come consultant in Rowland Italia, poi come investment manager in Cape Natixis e Igi. Prima di entrare in Equita Capital, dal 2014 ha ricoperto la carica di partner in Italglobal partners e dal 2018 in Ethica Global Investment.
Ricordiamo che il team di private equity di Equita Capital, in collaborazione con Cordusio sim, boutique del gruppo Unicredit dedicata al wealth management, sta completando la raccolta dell’Equita Smart Capital Eltif, fondo di private equity focalizzato su piccole e medie imprese italiane e classificato come PIR alternativo (si veda qui il KID), lanciato lo scorso giugno 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso novembre è stato annunciato il primo closing a 50 milioni di euro rispetto a un obiettivo massimo di raccolta di 140 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). La raccolta ha quasi raggiunto ora i 60 milioni. Il fondo avrà una durata complessiva di 8 anni a partire dalla data del primo closing e un periodo di investimento di 4 anni. Il ritorno obiettivo in termini di internal rate of return (IRR) è stimato tra il 12 e il 14% lordo annuo, ovvero un multiplo sul capitale investito di circa 1,8 volte, calcolato sulla durata complessiva del fondo. Il nuovo Eltif investirà prevalentemente in piccole e medie imprese private, nonché in aziende quotande o quotate, quest’ultime con una capitalizzazione di mercato inferiore a 500 milioni di euro e comunque nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa dei Pir alternativi.