di Stefania Peveraro e Francesca Vercesi
Doppia operazione nel fotovoltaico per Tages Capital sgr, che, da un lato, ha comprato dall’independent power producer (IPP) tedesco Clere AG un portafoglio fotovoltaico italiano da 38,1 MWp incentivato dallo schema tariffario Conto Energia (si veda qui il comunicato stampa) e dall’altro ha acquisito l’intero portafoglio di Global Solar Fund da 122,7 MWp per 403 milioni di euro, operazione, in questo caso di cui era già stata data notizia lo scorso dicembre (si veda qui Mergerlinks).
Contestualmente il fondo ha rifinanziato l’intero suo portafoglio con un green loan da 563 milioni di euro, ha spiegato a MF Milano Finanza, Daniele Spada, direttore generale di Tages Capital sgr, che sta investendo in fotovoltaico attraverso il nuovo fondo Tages Net Zero, che lo scorso marzo ha annunciato il secondo closing della raccolta, raggiungendo quota 330 milioni di euro di impegni, rispetto al target finale di 750 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Spada ha precisato inoltre che il portafoglio acquisito da Clere include 45 impianti fotovoltaici localizzati in Campania, Puglia, Molise, Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Sicilia e Lazio, mentre il portafoglio di Global Solar Fund è composto da 151 impianti fotovoltaici, di cui 150 localizzati in Puglia e uno in Campania.
Quanto al green loan, si dice che sia stato messo a disposizione da un pool di banche guidato da Intesa Sanpaolo, affiancata da BBVA, Banco BPM, BNP Paribas, Crédit Agricole CIB e Société Générale.
Ricordiamo che Tages Capital sgr si era assicurata un precedente green loan da 1,1 miliardi di euro nel settembre 2022 da un pool di otto banche, che includeva BNP Paribas Italia, Intesa Sanpaolo, Société Générale, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, Bayerische Landesbank Anstalt, Banco BPM, BPER Banca e CaixaBank (si veda altro articolo di BeBeez). Quel finanziamento era servito a rifinanziare il portafoglio del fondo precedente, Tages Helios II, che ha poi completato gli investimenti nell’aprile 2023, acquisendo uno dei più grandi impianti fotovoltaici d’Italia, in provincia di Cagliari, per una potenza complessiva installata di circa 82 MW (si veda altro articolo di BeBeez).
A proposito dei venditori, ricordiamo inoltre che Global Solar Fund, è una sicar di diritto lussemburghese, che nel 2021 era stata acquisita da un consorzio di investitori partecipato da York Capital Management e Marseglia Amaranto Energia e Sviluppo srl (si veda altro articolo di BeBeez)
Quanto a Clere, che ha sede a Berlino, acquisisce impianti operativi e li gestisce, ma investe anche in nuovi progetti solari. Clere è la ex Balda AG, gruppo allora quotato a Francoforte e una volta specializzato nella produzione di soluzioni in plastica di alta qualità e precisione, che nel 2016 aveva venduto per 95 milioni di euro le sue attività operative al gruppo Stevanato, specializzato nel packaging primario in vetro a uso farmaceutico. Clere aveva quindi riorientato la sua attività appunto agli investimenti nel settore fotovoltaico (si veda qui il comunicato stampa di Stevanato di allora e qui quello di Clere) ed era poi stata delistata nel 2017 a seguito di un’opa (si veda qui il comunicato stampa di allora). Sinora Clere possedeva in Italia impianti fotovoltaici per un totale di 73 MWp, il portafoglio più grande del gruppo, che per il resto è distribuito tra Regno Unito (35 MWp), Spagna (17 Mwp), Germania (10 MWp) e Giappone (31 MWp).
Clere è stata assistita nell’operazione di vendita degli impianti a Tages dall’ufficio di Madrid di Finergreen, una boutique leader nel settore m&a dedicata alla transizione energetica e allo sviluppo sostenibile. Clere AG è stata inoltre assistita sul piano legale da Dentons Europe Studio Legale Tributario, da KIWA Moroni per la consulenza tecnica e da PwC per la consulenza finanziaria e fiscale.
Intanto Tages Capital, in cordata con Equitix e alcuni investitori locali, come Finanziaria Trentina e Fondazione CR di Trento e Rovereto, da inizio aprile è impegnata in trattative esclusive per rilevare il 40% di Hydro Dolomiti Energia srl dal colosso infrastrutturale australiano Macquarie, attraverso Fedaia Holdings sarl, con il fondo Tages Net Zero che, ha spiegato Spada a Milano Finanza, per partecipare all’operazione arriverebbe a impiegare il 100% delle risorse già raccolte.
La posta in gioco è alta. Hydro Dolomiti Energia, il cui restante 60% è detenuto da Dolomiti Energia Holding (una delle principali multi-utility italiane non quotate), controlla 22 centrali idroelettriche, oltre a impianti minori, per una capacità installata superiore a 1,3 GW.
La società era stata costituita da Enel, che le aveva conferito il ramo d’azienda di generazione da fonte idroelettrica in Trentino. Nel 2008 Enel aveva venduto il 51% di Hydro Dolomiti a Dolomiti Energia, mentre nel 2015 Enel aveva venduto il restante a Macquarie per 335 milioni (si veda qui il comunicato stampa di allora). Successivamente l’azionariato aveva subito vari aggiustamenti siano ad arrivare all’attuale 60%-40%
Quanto a Equitix, asset manager britannico specializzato nelle infrastrutture, nel giugno 2021 aveva comprato il 5% proprio di Dolomiti Energia Holding. A vendere era stata FT Energia, veicolo controllato da La Finanziaria Trentina (si veda altro articolo di BeBeez), che è rimasta nel capitale della società con una quota oggi del 6,98%. Gli altri azionisti di Dolomiti Energia sono: FinDolomiti Energia con il 48,51%, Fondazione Caritro con il 5,4%, il Comune di Trento con il 5,91%, il Comune di Rovereto con 4,34%, Istituto Atesino di Sviluppo con il 4,24%. Fra gli azionisti sono presenti anche alcune utility locali, come Azienda Multiservizi Ambiente (3,07%) ed Enercoop con una partecipazione dell’1,8% (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Tornando al dossier, è possibile però che Dolomiti Energia decida di esercitare il diritto di prelazione sul 40% messo in vendita da Macquarie. Il bilancio di Dolomiti Energia ha infatti chiuso il 2023 con risultati record spinto in gran parte proprio dai risultati della controllata Hydro Dolomiti. Dolomiti Energia ha infatti chiuso l’esercizio con un fatturato di 2,195 milioni di euro, un ebitda di 392,6 milioni e un utile netto di 170 milioni, a fronte di un indebitamento finanziario netto di 267,6 milioni e un patrimonio netto di 810 milioni, con Hydro Dolomiti che ha contribuito con 142,9 milioni di utile netto (si vedano qui il comunicato stampa e qui articolo di Il T Quotidiano Autonomo del Trentino Alto Adige Südtirol).
A bilancio di Dolomiti Energia, il valore di carico della quota del 60% di Hydro Dolomiti è di 408 milioni di euro, ma nella realtà si parla di una valutazione di mercato di circa un miliardo di euro per il 100% di Hydro Dolomiti e quindi di circa 400 milioni per la quota di Macquarie, nonostante l’incognita delle concessioni scadute e in attesa di riassegnazione (si veda qui la sezione del sito internet della Provincia autonoma di Trento)
Ricordiamo che Equitix nel marzo 2022 aveva chiuso l’acquisizione (annunciata a dicembre 2021, si veda altro articolo di BeBeez) del 60% di una newco cui il Gruppo Acea (la multiutility di RomaCapitale) ha conferito gli impianti fotovoltaici già in esercizio o in via di connessione alla rete in Italia, e alla quale è stato dato il nome di AE Sun Capital (si veda altro articolo di BeBeez). Equitix si era aggiudicato l’asta per le attività nel settore fotovoltaico messe sul mercato la primavera del 2021 dalla società romana, leader nel settore idrico e tra i primi operatori nel settore della distribuzione elettrica, dell’energia e dell’ambiente (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, che è stata condotta attraverso Equitix Investment Management Limited, era stata annunciata alla vigilia di Natale per un valore di 220 milioni di euro, pari a 10 volte l’ebitda previsto per il 2022 delle attività oggetto della transazione (si veda qui il comunicato stampa e altro articolo di BeBeez). L’offerta di Equitix era in concorrenza con quella del fondo Helios II di Tages sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
E ancora, nel gennaio del 2020, invece, Equitix, tramite i fondi Equitix Fund III e Fund IV, aveva acquisito quattro ospedali toscani da Astaldi, Techint e Impresa Pizzarotti. Nel dettaglio, Equitix aveva rilevato il 98% di SA.T spa, società titolare della concessione di realizzazione e gestione in project financing degli ospedali di Lucca, Pistoia, Prato e Massa-Carrara (si veda altro articolo di BeBeez). In Italia, a fine 2018, Equitix aveva rilevato, tramite il fondo Equitix Plenium Solar 4, l’intero capitale di Sungem Italy, filiale taliana dell’omonimo gruppo, che all’epoca del deal gestiva una decina di impianti fotovoltaici per complessivi 31 MW.