Banco BPM ha deciso di procedere a un’operazione di derisking (Progetto Argo) consistente nella cessione di un portafoglio di UTP ed Npl il cui valore totale lordo iscritto a bilancio è di circa di 700 milioni di euro. L’operazione, i cui dettagli operativi sono ancora in fase di definizione, avverrà tramite una cartolarizzazione le cui note mezzanine e junior saranno sottoscritte, una volta definiti i termini contrattuali, da società controllate da fondi di Elliott, fund manager Usa che è anche azionista di controllo del Gruppo Gardant. il quale ricoprirà il ruolo di Master Servicer e Special Servicer, con il contributo di Gardant Investor sgr, società di gestione del gruppo specializzata negli investimenti alternativi nel settore del credito (si veda qui il comunicato di Banco BPM e qui quello di Gardant).
Banco BPM, che è anche azionista al 30% di Gardant Liberty Servicing spa, joint-venture nel recupero crediti con Gardant che detiene il restante 70% (si veda altro articolo di BeBeez), si è avvalsa dell’assistenza di Deloitte Financial Advisor in qualità di advisor finanziario e di Chiomenti in qualità di advisor legale. Per Gardant gli aspetti legali sono stati seguiti da Legance mentre PwC ha curato la due diligence.
Il perfezionamento dell’operazione, preannunciata dalla banca in occasione della prima trimestrale 2022 (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli investitori), è atteso entro la presentazione dei risultati del primo semestre 2022, quindi presumibilmente nel corso del mese di luglio.
Nel dettaglio, il portafoglio che sarà cartolarizzato è composto per metà da UTP e per metà da NPL, per il 90% rappresentati da prestiti corporate e con il 70% de totale costituito da prestiti secured e il 30% da unsecured. La cessione di quel portafoglio consentirà così a Banco BPM un’ulteriore contrazione del peso dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi a bilancio: al netto della conclusione del Progetto Argo, infatti, l’NPE ratio a fine marzo scenderà dal 5,5% al 4,9% (era al 7,5% a fine marzo 2021), con crediti deteriorati in discesa a 5,6 miliardi (dai 6,3 miliardi a fine marzo senza considerare Argo e dagli 8,7 miliardi di fine marzo 2021), portando quindi sia l’NPE ratio sia i valore dei crediti deteriorati al di sotto dei target fissati per fine 2024, rispettivamente a 6 miliardi di euro e 4,8%
In particolare ad abbattere lo stock di crediti deteriorati sul bilancio della banca nel corso dell’ultimo anno son state due distinte maxicartolarizzazioni di NPL, ciascuna del valore lordo di 1,5 miliardi di euro. La prima, denominata progetto Rockets, è stata effettuata a giugno dello scorso anno tramite il veicolo Aurelia spv srl e assistita da GACS sulla tranche senior, su cui all’epoca Credito Fondiario, e oggi Gardant, svolge il ruolo di master e corporate servicer, calculation e paying agent, ReoCo servicer e ReoCo corporate servicer, mentre lo special servicer è proprio la joint venture con Gardanrt Liberty Servicing (si veda altro articolo di BeBeez). La seconda è invece una cartolarizzazione sintetica, chiusa a metà dello scorso gennaio, grazie all’ausilio del Fondo Europeo di Garanzia, con il Gruppo BEI, costituito dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e dal Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei) (si veda altro articolo di BeBeez).
Mirko Briozzo, amministratore delegato di Gardant, ha spiegato: “Questa operazione con Banco Bpm dimostra l’impegno nostro e dei nostri stakeholder verso il mercato italiano, avendo completato con successo questa operazione in un contesto macroeconomico non semplice. Inoltre l’operazione conferma il nostro focus sugli UTP, un ambito nel quale stiamo lavorando e investendo significativamente dal 2016, con una piattaforma gestionale proprietaria integrata e multi–originator nativa che ci permette di investire e di gestire crediti con l’obiettivo di rimetterli in bonis il più velocemente possibile. Questo deal è un ulteriore tassello della partnership strategica con un gruppo bancario con cui lavoriamo molto bene e con soddisfazione da anni”.
I team specializzati di Gardant sono infatti operativi nel settore dei crediti high risk e UTP sin dal 2013, allora sotto le insegne del Credito Fondiario, con particolare focus nel mondo corporate e PMI appunto dal 2016.Poi nell’estate del 2021 le due attività, i crediti in bonis e quelli distressed, si sono separate appunto con la costituzione del gruppo Gardant, cui sono state conferite le attività nei crediti deteriorati del Credito Fondiario (si veda altro articolo di BeBeez), mentre Credito Fondiario, oggi CF, ha avviato la trasformazione in challenger bank hi-tech per le pmi. Entrambe le realtà, come sopra accennato sono controllate all’87% da Elliott con il resto del capitale in capo al management e altri investitori tra cui la società di investimento Tages, fondata nel 2011 dagli ex investment banker Panfilo Tarantelli (attuale presidente di Credito Fondiario) e Sergio Ascolani, e presente nel capitale della banca dal 2013.
Guido Lombardo, amministratore delegato di Gardant Investor sgr, la società di gestione del gruppo specializzata nell’alternative asset management, ha aggiunto: “Questa operazione conferma la capacità del nostro team, unica sul mercato, facendo leva sulle proprie capacità operative di underwriting, due diligence, pricing e capital markets, di strutturare per primari investitori istituzionali soluzioni competitive, innovative e sofisticate. Il nostro obiettivo è mobilitare in questo modo capitali a supporto del sistema economico e produttivo del Paese in un momento complesso”.
Ricordiamo che Gardant Investor sgr lo scorso dicembre ha siglato il closing del suo fondo a 500 milioni di euro, che con una leva di due a uno equivale a una potenza di fuoco di 1,5 miliardi da investire in credito distressed ma anche in direct lending a pmi e nelle infrastrutture (si veda altro articolo di BeBeez).