
Sarà operativa tra poche settimane, comunque entro il mese di agosto, la riorganizzazione del gruppo anticipata alla fine dello scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez) e che si sostanzia in una scissione delle due aree di business, da un lato gestione e investimento di crediti deteriorati e illiquidi e dall’altro l’erogazione di credito alle pmi.
Lo ha comunicato ieri il gruppo in conferenza stampa, annunciando la nascita di una nuova realtà del tutto indipendente da Credito Fondiario, il cui nome è Gardant, e che gestirà tutti i business legati al mondo dei crediti deteriorati. Contestualmente Credito Fondiario invece si trasformerà in una challenger bank, focalizzata sul credito alle pmi e organizzata secondo le più recenti esperienze dell’open banking (si vedano qui il comunicato stampa di Credito Fondiario e qui quello di Gardant).
I progetti di scissione, che hanno già ottenuto le autorizzazioni di Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea, sono stati approvati in assemblea lo scorso 5 luglio, dando avvio alle procedure di legge per la loro implementazione, con conclusione prevista appunto per le prossime settimane.
La riorganizzazione, che ha richiesto 18 mesi di lavoro, è stata realizzata con il supporto di Chiomenti quale legal counsel per la ristrutturazione societaria; Legance quale legal counsel per la costituzione delle attività di fund management oggetto di scissione; PwC Strategy& quale advisor industriale; BE DigiTech Solutions quale advisor IT; Accenture quale PMO del progetto di riorganizzazione; lo Studio Pessi quale legal counsel per le tematiche giuslavoristiche; Bonelli Erede quale legal counsel per le ulteriori tematiche HR.
Le due società saranno indipendenti, ma avranno identico azionariato, che vede il fondo Usa Elliott , attraverso la controllata Tiber Investments sarl, all’87%, con il resto del capitale in capo al management e altri investitori tra cui la società di investimento Tages, fondata nel 2011 dagli ex investment banker Panfilo Tarantelli (attuale presidente di Credito Fondiario) e Sergio Ascolani, e presente nel capitale della banca dal 2013.
In particolare, il nuovo gruppo Gardant sarà articolato nelle seguenti società specializzate:
• Gardant spa, capogruppo avente funzioni di holding e corporate center, con focus su business development, capital markets, underwriting, portfolio management e data lab. Gardant spa controllerà al 100% le seguenti società operative:
• Master Gardant spa, intermediario finanziario ex 106 TUB, leader di mercato su prodotti e servizi per veicoli di cartolarizzazione ex lege 130/99 e con focus su servizi a supporto della gestione di crediti performing e Utp;
• Special Gardant spa, società ex art. 115 TULPS, dedicata al recupero crediti, giudiziale e stragiudiziale, con focus su PMI e corporate, specializzazione in real estate e leasing, sia su posizioni sia Npl, sia Utp (in gestione dal 2017);
• Gardant Liberty Servicing spa, società ex art. 115 TULPS, che è la joint-venture nel recupero crediti originata dalla partnership con Banco BPM (si veda altro articolo di BeBeez): Gardant detiene il 70% del capitale, Banco Bpm il 30%;
• Gardant Investor sgr spa, società di gestione del risparmio, specializzata nella raccolta e gestione di fondi alternativi specializzati nel settore del credito.
Quest’ultima è la grande novità, a parte i cambiamenti organizzativi. Guido Lombardo, attualmente chief investment officer di Credito Fondiario e designato amministratore delegato di Gardant Investor sgr, ha spiegato: “Abbiamo deciso di mettere a disposizione di investitori terzi la nostra capacità di gestione e servicing. Di conseguenza abbiamo già avviato il collocamento di un fondo Utp, con un obiettivo di raccolta compreso tra 300 e 500 milioni, con una rapporto di leva di due a uno, che vorrà dire una disponibilità di cassa per investimenti di 1,5 miliardi. Elliott stesso investirà nel fondo, il cui primo closing è previsto auspicabilmente entro fine anno”. Oltra a Lombardo, il management team di Gardant includerà il nuovo acquisto ed ex country head di Deutsche Bank Flavio Valeri, che sarà presidente, e Mirko Briozzo, oggi vicedirettore generale di Credito Fondiario, che avrà la carica di amministratore delegato.
Il neonato gruppo Gardant si presenta ai nastri di partenza con 330 professionisti e vanta un patrimonio netto sopra i 200 milioni. Gestisce, in totale, oltre 45 miliardi di crediti, dei quali più di 20 nello special servicing. Nel 2020 quest’ultima divisione ha registrato oltre 640 milioni di cash collections, mentre la divisione di investimento in questi anni ha acquistato crediti per un ammontare complessivo di oltre 1,2 miliardi (valore netto). La piattaforma di servicing del gruppo nel 2020 è stata, inoltre, oggetto di un doppio upgrade da parte delle agenzie di rating S&P e Fitch (above average / S2+). Gardant sarà operativa con tre sedi principali, a Roma, Milano e Genova, oltre a numerosi uffici su tutto il territorio nazionale.
Credito Fondiario dal canto suo continuerà a essere guidata da Iacopo De Francisco, (attuale ad di Credito Fondiario) che riunirà le cariche di ad e direttore generale, e da Tarantelli, che manterrà quella di presidente del cda. Tra i suoi programmi, in prospettiva, c’è anche lo sviluppo di una piattaforma di direct lending, secondo quanto dichiarato alla presentazione dallo stesso Di Francisco.
Va segnalato che in capo a Credito Fondiario rimarrà Be Credit Management, specializzata nell’analisi e nel servicing dei crediti fiscali, di cui Credito Fondiario era salita al 100% nel dicembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). La società era stata fondata nel novembre 2018 come joint venture tra Credito Fondiario e Be Finance, società con base a Roma che opera nel settore della finanza strutturata e dei crediti fiscali. Inizialmente il capitale di BE Credit Management faceva capo per il 35% a Credito Fondiario e per il 65% a BE Finance, ma Credito Fondiario aveva un’opzione per salire entro tre anni al 100%, acquisendo il 65% in mano a BE Finance (si veda altro articolo di BeBeez).
Riguardo la ratio della riorganizzazione, De Francisco ha spiegato: “Dal 2023 i portafogli di crediti acquistabili saranno soggetti a calendar provisioning, portando i requisiti patrimoniali a livelli insostenibili o comunque svantaggiosi per le banche rispetto agli operatori non bancari. Inoltre pensiamo ci sia un’importante opportunità di mercato per le challenger bank”.
Tuttavia la scission potrebbe anche essere vista come un modo per rendere più facilmente liquidabile almeno parte dell’investimento per Elliott, che controlla il Credito Fondiario dal 2018. Interpellato in materia, Tarantelli ha spiegato: “Elliott non è un fondo di private equity, che di solito esce dopo 5-6 anni, quindi non ha limiti sul periodo di investimento. Non facendo parte di Elliott non posso esprimermi sulle loro intenzioni. Posso dire che Tages, entrata nel 2013 nella banca, nei progetti di investimento ha sempre privilegiato la crescita, e pensiamo questa scissione possa generare ulteriore valore. La quotazione in borsa? Attualmente non è una priorità”.