Migliora ancora la qualità del credito di Intesa Sanpaolo che a fine 2022 ha visto scendere a 10,6 miliardi di euro lo stock dei crediti deteriorati lordi dagli 11,4 miliardi di fine settembre e dai 15,2 miliardi di dicembre 2021, con un NPL ratio lordo fermo all’1,9%, mentre lo stock netto è sceso a 5,5 miliardi dai 6 miliardi di fine settembre e dai 7,1 miliardi di fine 2021, per un NPL ratio netto anch’esso stabile all‘1% (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione dei risultati)
I dati sono addirittura migliori delle stime del Piano d’Impresa 2022-2025, presentato un anno fa dall’amministratore delegato Carlo Messina (si veda altro articolo di BeBeez), che in tema di derisking prevedeva:
- NPE lordi ridotti nel 2025 a 9,3 miliardi di euro (da 15,2 miliardi nel 2021) e a 4,6 miliardi al netto (da 7,1 miliardi nel 2021);
- NPL ratio in diminuzione nel 2025 all’1,6% al lordo delle rettifiche, dal 2,4% nel 2021, e allo 0,8% al netto, dall’1,2% nel 2021;
- rettifiche nette su crediti in calo a 1,9 miliardi di euro nel 2025, da 2,8 miliardi nel 2021 (-9% CAGR);
- costo del rischio (accantonamenti ai relativi fondi rischi) in calo a circa lo 0,4% del monte crediti nel 2022-2025 e a 38 punti base nel 2025 da 59 nel 2021 (-21 pb).
Peraltro già a fine 2021, Intesa Sanpaolo aveva drasticamente ridotto il peso dei crediti deteriorati, di quasi 50 miliardi dal picco di settembre 2015, e di circa 37 miliardi dal dicembre 2017 superando così, per circa 11 miliardi, il già ambizioso obiettivo (-50% a circa 26 miliardi) stabilito dal precedente piano industriale (2018-2021) (si veda altro articolo di BeBeez).
Così Messina ora ha commentato: “I risultati hanno “confermato l’obiettivo di essere una banca Zero-NPL con l’esposizione verso la Russia prossima allo zero” e la banca sta “osservando l’afflusso e i ratio di NPL minori di sempre”.
Tra le ultime operazioni di deleveraging, ricordiamo che lo scorso settembre Intesa Sanpaolo ha sottoscritto con AMCO un accordo per l’acquisto di circa 1,4 miliardi di euro lordi di crediti leasing non performing e un altro per l’acquisto di un portafoglio di single name UTP da 120 milioni lordi (si veda altro articolo di BeBeez). A fine dicembre, poi, il gruppo bancario ha annunciato anche la cessione di un ulteriore ortafoglio di NPL leasing da 570 milioni di euro lordi a Intrum Italy (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso settembre, inoltre, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, l’istituto di credito aveva avviato un processo per la vendita di un portafoglio di 1,2 miliardi di crediti utp. In corsa, secondo la ricostruzione di stampa, vi sarebbero stati alcuni fondi e investitori quali Christofferson, Robb & Company (Crc) e Bayview, ma anche grandi operatori del settore tra cui Intrum e Prelios.