EcoEridania, società di Arenzano (Genova) specializzata in raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali, che fa parte della community Élite di Borsa Italiana ed è controllata con il 75% dal fondo Icon Infrastructure Partners IV, tramite Econ Waste Management Italy srl (si veda altro articolo di BeBeez), ha ottenuto nuovi finanziamenti pari complessivamente a 340 milioni di euro destinati a supportare il piano di crescita e il rafforzamento competitivo nel settore degli scarti industriali, soprattutto tramite nuove acquisizioni (si veda qui il comunicato stampa).
L’azienda ligure fondata nel 1988 dai fratelli Andrea e Rossella Giustini, che detengono il restante 25% del capitale attraverso la holding di famiglia Roccaforte srl, ha emesso un prestito obbligazionario da 135 milioni di euro a tasso variabile con scadenza il 28 febbraio 2030, collocato attraverso un private placement presso investitori istituzionali esteri da Schroders Capital Management France e Kommunalkredit Austria e quotato presso il terzo mercato della Borsa di Vienna. Inoltre, ha ottenuto finanziamenti bancari in linea capitale per 205 milioni da un pool di istituti composto da Ing Bank-Milan Branch, Banco Bpm, Mps Capital Services Banca per le Imprese, Natixis-Milan Branch, Crédit Agricole Italia, Bper Banca e Kommunalkredit Austria.
Il gruppo EcoEridania è stato assistito dall’advisor Rothschild & Co, dallo studio legale Ashurst, supportati dallo Studio legale Scp e dallo Studio Rossi-Finamore. Il pool di finanziatori è stato invece assistito dallo Studio Legale Associato in association with Linklaters Llp Milan. Infine, le operazioni notarili sono state affidate allo Studio Zabban-Notari-Rampolla & Associati.
Il presidente Andrea Giustini ha spiegato: “Con l’operazione annunciata oggi poniamo le basi per un ulteriore sviluppo della società, che vuole rafforzare la propria posizione di leadership sul mercato italiano. Con l’ingresso del socio finanziario Icon Infrastructure è divenuto ancora più chiaro e raggiungibile il nostro obiettivo di acquisire un ruolo di primo piano nel panorama dello smaltimento dei rifiuti industriali, completando così l’offerta che ha contraddistinto il gruppo fin dalla sua fondazione. Per questo siamo alla ricerca di nuove opportunità di investimento per realizzare il nostro percorso strategico”.
Il gruppo, che conta oggi 14 società controllate e 33 filiali in Italia, dove dispone di impianti di stoccaggio, termovalorizzatori e depuratori di proprietà o gestiti direttamente, è il risultato dell’aggregazione di molte società attive nel settore dei rifiuti speciali. Un’attività di m&a che è sempre stata supportata sia dai fondi di private equity che si sono susseguiti nel capitale sia da investitori specializzati in private debt sia dalle banche.
Il gruppo ha conseguito quasi 272 milioni di euro di ricavi nel 2021, in crescita del 23% rispetto all’esercizio precedente, un ebitda di circa 66 milioni (più 24%) e un indebitamento finanziario netto di 135,6 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
A proposito di debito, ricordiamo che EcoEridania già alla fine del 2020 aveva ottenuto un finanziamento a lungo termine da 35 milioni di euro con garanzia SACE da un pool di banche composto da Banco BPM, Banca Popolare dell’Alto Adige, ING, Intesa Sanpaolo e UBI Banca (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver rifinanziato il proprio debito bancario due anni prima con Banco BPM, Natixis e UBI Banca (si veda altro articolo di BeBeez).
Il consolidamento di EcoEridania sotto l’egida di Icon Infrastructure è iniziato proprio alla fine del 2020 con l’acquisizione di Tecnoambiente, società toscana che aveva sviluppato una piattaforma per il trattamento dei rifiuti speciali di origine industriale pericolosi e non pericolosi, solidi e liquidi, e che è stata acquisita per affiancarla alle piattaforme già controllate dal gruppo, EcoEridania Alfarec in Emilia-Romagna, ed E2 in Lombardia (si veda altro articolo di BeBeez). Dopo il rafforzamento della piattaforma logistica di Prato, nell’estate del 2021 ha rilevato il 68% di Wecologistic srl, società titolare a Piombino di un impianto di trattamento e stoccaggio di rifiuti, impegnata anche in attività per l’ottimizzazione della logistica e il trasporto transfrontaliero di rifiuti dall’Italia, acquisendo poco dopo un altro 7% dell’azienda toscana. EcoEridania ha acquisito contestualmente anche il 100% del capitale sociale di Pro.Eco srl, società di Livorno operante nel settore delle consulenze ambientali (si veda qui il comunicato stampa di allora). Nel dicembre 2021, inoltre, la società si è aggiudicata la gara indetta dal Tribunale di Vicenza per l’individuazione dell’assuntore del concordato preventivo di Safond Martini srl, società attiva nella produzione, ricerca e commercio di minerali, nello sviluppo e produzione di materie prime seconde sostenibili ed economiche, nella gestione integrale di rifiuti da avviare a recupero e a smaltimento, nonché nelle riqualificazioni ambientali, posta dal 2017 in concordato di continuità aziendale (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Icon Infrastructure ha assunto il controllo del gruppo nel 2018, acquisendolo dal fondo Xenon Private Equity V e dalla famiglia Giustini. In precedenza il gruppo era stato partecipato dal Fondo Italiano d’Investimento, allora gestito dall’omonima sgr, che aveva investito nel 2011 e poi ceduto la sua quota nel 2014 appunto a Xenon, che a quel tempo era già diventato azionista di Eco Eridania, dopo aver convertito dei bond convertibili. Da allora Eco Eridania ha iniziato un’importante campagna di acquisizioni finanziata con l’emissione di bond sottoscritti in private placement da fondi specializzati.
In particolare, ricordiamo che nel novembre 2016, Eco Eridania, aveva collocato in private placement le prime due tranche di un bond da 82,5 milioni di euro che sono state interamente sottoscritte dai fondi Muzinich European Private Debt e Pemberton Emmdf I Holdings e Pemberton Debt Holdings I, mentre contestualmente gli azionisti avevano sottoscritto un aumento di capitale da 20 milioni. Il tutto per supportare l’acquisizione di Mengozzi, società di Forlì specializzata nello smaltimento dei rifiuti sanitari. Il bond era in tre tranche e la terza ed ultima tranche del bond, per circa 20 milioni, doveva essere erogata nel primo semestre del 2017, ma di questo non c’è stata evidenza pubblica (si veda altro articolo di BeBeez).
In precedenza, nel novembre 2015 la società aveva comprato Eco Mistral srl, a sua volta specializzata nella raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti di origine sanitaria e industriali. Anche in quel caso l’operazione era stata supportata con un’emissione di bond, per un controvalore non precisato, che era stata tutta sottoscritta dal fondo di Muzinich (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2014 Eco Eridania aveva invece emesso un minibond da 10 milioni di euro che era stato interamente sottoscritto sempre dal fondo Muzinich Italian Private Debt per consentire di sostenere il piano di sviluppo dell’azienda genovese, che prevedeva sia investimenti funzionali alla crescita organica, sia acquisizioni di aziende del settore (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che, oltre a EcoEridania, ICON Infrastructure in Italia oggi controlla con il 100% Sestrieres spa, la società che gestisce gli impianti di risalita e le piste dell’omonimo comprensorio sciistico (si veda altro articolo di BeBeez), e detiene il 49% delle attività relative al settore dell’illuminazione pubblica del gruppo Egea, una multiutility con sede ad Alba operativa nei settori dell’energia e dell’ambiente, acquisite nel gennaio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) dopo aver acquisito nel dicembre 2017, sempre dal gruppo Egea, il 49% delle attività nei settori della distribuzione gas e teleriscaldamento nel Nord Italia (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul fronte dei disinvestimenti, lo scorso settembre 2022 il fondo britannico ha infine siglato un patto con la tedesca Hapag-Lloyd per vendere per 200 milioni di euro il suo 45% nel Gruppo Spinelli, uno dei principali gruppi logistici italiani a cui fanno capo il Genoa Port Terminal, oltre a varie attività di autotrasporto, logistica e deposito e riparazione container (si veda altro articolo di BeBeez), closing effettuato lo scorso mese di gennaio.