Infrastructure Debt Fund 1 (IDF1), il primo fondo di debito infrastrutturale di F2i sgr (il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali), ha strutturato e sottoscritto la tranche a lungo termine di un finanziamento da 37 milioni di euro a favore di Veritas, azienda che gestisce dal 2007 il servizio idrico integrato e il servizio integrato dei rifiuti in 51 comuni delle province di Venezia e Treviso (si veda qui il comunicato stampa).
Il nuovo prestito contribuirà a finanziare un piano d’investimenti del gruppo, che vede impegni di oltre 120 milioni di euro nel solo 2023 per ammodernare la rete idrica, completare la capacità dell’impianto di valorizzazione energetica dei rifiuti indifferenziati e potenziare gli impianti di trattamento dei rifiuti differenziati.
Veritas è nata nel 2007 dalla fusione delle aziende pubbliche Acm di Dolo, Asp di Chioggia, Spim di Mogliano Veneto e Vesta Venezia che gestivano servizi pubblici locali e urbani collettivi tra le province di Venezia e Treviso. La società si occupa dell’igiene ambientale, il servizio idrico integrato, alcuni servizi collettivi (tra cui manutenzione urbana nel territorio comunale di Venezia, servizi cimiteriali e bonifica di siti contaminati) e la produzione di energia da fonti rinnovabili e biomasse. Servizi utilizzati da un bacino di utenza che comprende 930 mila abitanti, a cui vanno aggiunti gli oltre 40 milioni di turisti che ogni anno visitano Venezia, il litorale e le zone limitrofe. La società è attiva anche nel Veneto orientale attraverso la società collegata Asvo spa. Veritas ha chiuso il 2021 con ricavi per 444 milioni, un ebitda di 72,7 milioni e un debito netto di 75 milioni (si veda qui il report di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Qualche giorno fa, tramite la controllata Depuracque (si veda altro articolo di BeBeez), che dal 1971 rappresenta un gruppo di società specializzate nella depurazione delle acque nonché nella realizzazione e gestione di impianti appositi, ha acquisito una quota del capitale della start-up veneziana 9-Tech, dedicata alla progettazione di processi e impianti per il riutilizzo di metalli di importanza strategica ricavati da rifiuti elettronici come i pannelli solari.
Ricordiamo inoltre che Veritas, a fine dicembre 2021, aveva concluso con successo l’emissione di un bond da 25 milioni di euro con scadenza 2038, interamente sottoscritto da un fondo di investimento infrastrutturale estero, a tasso fisso pari al 3,35%. Le obbligazioni hanno un taglio unitario minimo di 100 mila euro e sono state collocate alla pari, con una durata di lungo termine e pari a quella dell’affidamento del servizio idrico integrato di Veritas (si veda altro articolo di BeBeez).
Renato Ravanelli, amministratore delegato di F2i sgr, ha commentato: “L’investimento nel debito infrastrutturale è una strategia in grande sviluppo nel mondo, grazie a un profilo di rischio basso con un rendimento legato all’andamento dei tassi e una remunerazione stabile e prevedibile. IDF1 è stato il primo fondo di questo tipo lanciato in Italia e il successo della raccolta e il rapido processo di investimento in alcuni dei deal più significativi a livello europeo e italiano testimoniano la capacità di F2i Sgr di sviluppare sempre nuove soluzioni per i propri investitori e per l’economia reale”.
IDF1 aveva annunciato il suo primo closing ad agosto 2022, con 310 milioni di euro di impegni rispetto a un target complessivo di 500 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Ad oggi l’interesse dagli investitori è salito a circa 400 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), a fronte di investimenti per circa 225 milioni (si veda qui l’intervista di BeBeez a Gianluca Gustani, Chief Investment Officer Debt e Senior Partner dell’Area Investimenti Debito di F2i sgr).
Tra questi, a inizio luglio IDF1 ne aveva annunciati due, sebbene chiusi nei mesi precedenti, avendo partecipato al finanziamento da 6,85 miliardi di euro per sostenere l’acquisizione da parte di DigitalBridge e Brookfield del 51% di GD Towers da Deutsche Telekom, annunciata nel luglio 2022 (si veda qui il comunicato stampa di allora) e finalizzata lo scorso febbraio. GD Towers è uno dei principali operatori europei di torri per telecomunicazioni, con 40.000 siti per telefonia mobile in Germania e Austria, dove figura rispettivamente come 1° e 2° player di mercato. A esito dell’acquisizione GD Towers prevede di rafforzare il piano d’investimenti per diffondere l’accesso ai servizi di connessione e telecomunicazione su rete mobile in aree urbane, extraurbane e rurali, con impatto positivo sulla qualità dei servizi e sullo sviluppo economico dei territori interessati.
L’altro deal ancora mai comunicato prima riguarda invece il fatto che F2i abbia partecipato al finanziamento da 250 milioni di euro erogato lo scorso aprile alla Compagnia Valdostana delle Acque (CVA) da un pool di banche, finalizzato al rifinanziamento del debito esistente e alla realizzazione di acquisizioni e investimenti a sostegno della transizione energetica, dello sviluppo del settore idroelettrico, eolico e fotovoltaico, con l’obiettivo di raggiungere 2 Gigawatt di potenza installata (si veda altro articolo di BeBeez). Oltre a consolidare il contributo alla produzione idroelettrica nazionale e alla gestione ottimale delle risorse idriche regionali, la CVA aumenterà così l’impegno alla decarbonizzazione, mantenendo un focus sulla sostenibilità nel lungo termine dei propri impianti di energia rinnovabile anche tramite il coinvolgimento degli stakeholder locali.
Lo scorso giugno, invece, F2i ha partecipato al finanziamento di Acque spa, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato nel territorio del Basso Valdarno, che ha incassato linee per un totale di 355 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Di questi, 225 milioni provengono da un lato da un pool di banche composto dai Banco Bpm, BBVA, BNL BNP Paribas, BPER, Credit Agricole, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, MPS e UniCredit, e dall’altro appunto dall’Infrastructure Debt Fund 1 di F2i, mentre un’altra linea da 130 milioni è stata erogata dalla BEI.
Altri due deal risalgono invece a inizio dicembre 2022, quando il fondo ha finanziato da un lato l’operatore tlc di fibra ottica Open Fiber, controllato oggi da Cdp Equity e Macquarie Infrastructure, affiancandosi al pool di investitori che a fine 2021 avevano siglato l’accordo per rifinanziare 7,2 miliardi di euro di debito e per erogare eventualmente ulteriori linee per altri 2,8 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez); e ha finanziato dall’altro il gruppo specializzato in impianti di produzione di energia rinnovabile Falck Renewables (si veda altro articolo di BeBeez), oggi ribattezzato Renantis, dopo il delisting da Piazza Affari a opera del fondo Infrastructure Investments Fund (IIF) gestito da JP Morgan Asset Management. Il quale nei giorni scorsi ha peraltro annunciato che fonderà le due controllate europee che sviluppano, progettano, costruiscono e gestiscono impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, cioé appunto da lato l’italiana Renantis e dall’altro la britannica Ventient Energy (si veda altro articolo di BeBeez).