Minibond per le aziende messe in gionocchio dal crac di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. E’ una delle strade individuate dalla Regione Veneto il cui Consiglio nei giorni scorsi ha deliberato una serie di misure straordinarie per sostenere imprese e famiglie coinvolte nel crollo del valore delle azioni dei due istituti e nell’azzeramento del valore dei bond subordinati.
In un comunicato diffuso lo scorso martedì 12 luglio, si precisa infatti il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nella seduta straordinaria dedicata dal Consiglio ai lavori della commissione di indagine sulla crisi del sistema bancario, ha messo in campo una serie di interventi a sostegno di azionisti e risparmiatori, ridotti sul lastrico dalla crisi delle banche popolari venete. Tra questi, c’è la richiesta della “’autorizzazione di Bankitalia alla finanziaria Veneto Sviluppo perché possa intervenire con fondo di rotazione e minibond a sostegno delle imprese messe in ginocchio dalle ‘operazioni baciate’ (erogazione di finanziamenti, a fronte della sottoscrizione di azioni della banca, ndr)” e la richiesta, sempre a Banca d’Italia, che acconsenta “che Veneto Sviluppo possa impegnare il fondo di rotazione di 35 milioni a sostegno delle imprese e delle partite Iva travolte dal crack delle due popolari”.
Peraltro Veneto Sviluppo e le BCC e CRA aderenti alla Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo hanno già sottoscritto un fondo di debito da 30 milioni di euro, dedicato alla sottoscrizione di obbligazioni quotate e non quotate, cambiali finanziarie e obbligazioni partecipative subordinateemesse da società con sede legale o attività operativa in Veneto e con fatturato compreso tra i 2,5 e i 100 milioni di euro.
Quel fondo, lanciato nell’ambito del Progetto Veneto minibond lanciato lo scorso autunno, è però dedicato a “società dotate di una valida guida imprenditoriale, di una struttura organizzativa di elevata professionalità, economicamente sane e patrimonialmente e finanziariamente equilibrate, dotate di interessanti prospettive di sviluppo in termini di fatturato e di margini reddituali e significativa capacità di generare cash flow. Società a gestione familiare che devono affrontare il problema del ricambio generazionale o imprenditoriale”.
Il fondo può sottoscrivere titoli sino a un massimo pari al 50% dell’emissione complessiva, per un importo compreso tra 250 mila euro e 2,5 milioni. La rimanente quota sarà collocata sul mercato attraverso intermediari individuati autonomamente dall’azienda anche con l’eventuale supporto della Federazione Veneta delle BCC e di Veneto Sviluppo.
Il primo titolo sottoscritto dal fondo è stato il minibond short term di United Brands Company, la società che produce calzature e abbigliamento con le licenze Sergio Tacchini, Carrera e Enrico Coveri.