DH V Fund, fondo della scuderia di DH Private Equity Partners (ex Doughty Hanson), e altri azionisti hanno raggiunto l’accordo per vendere la loro intera partecipazione in TMF Group, fornitore globale di servizi di compliance e amministrativi, a fondi gestiti da CVC Capital Partners per 1,75 miliardi di euro (si veda qui il comunicato stampa). Ci si aspetta che la transazione possa essere chiusa nella prima metà del 2018, ferme restando le consuete autorizzazioni. TMF Group è nata nel giugno 2011 dalla fusione tra TMF ed Equity Trust. DH Private Equity Partners aveva infatti acquisito TMF nell’ottobre 2008 per 750 milioni di euro da Silverfleet, che a sua volta ne aveva finanziato l’MBO nel 2004 (si veda qui Buyouts), successivamente nel settembre 2010 aveva acquisito Equity Trust per 350 milioni di euro da Candover (si veda qui il comunicato stampa di allora) e l’anno seguente aveva poi fuso le due società. La fusione ha consentito rilevanti sinergie che si sono tradotte in un significativo risparmio di costi oltre che in un importante cross-selling, che hanno supportato la crescita organica. Storicamente la maggior parte dei ricavi di TMF sono stati generati in Europa, dove la società ha una posizione competitiva da lungo tempo. Durante il periodo di proprietà da parte di DH Private Equity Partners, attraverso una combinazione di nuove aperture e 32 acquisizioni, TMF Group ha costruito la sua presenza in altre parti del mondo attraverso una sola piattaforma. Alla fine del 2016, fatturato ed ebitda sono cresciuti rispettivamente del 148% e del 131% al 2008. La cessione della partecipazione di DH V in TMF Group rappresenta la settima exit di successo dal fondo, che ora resta con una sola ultima partecipazione in portafoglio. Dick Hanson, senior partner di DH Private Equity Partners e chairman di TMF Group, ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi di aver supportato TMF fino a diventare una piattaforma in grado di supportare organizzazioni sia nazionali che local”.
KKR acquisterà il 12,64% di partecipazione nella catena indonesiana di panetterie quotata, Nippon Indosari Corpindo, per un controvalore di 74 milioni di dollari stando a quanto annunciato martedì scorso. Le parti si sono accordate sul prezzo di 1,275 indonesiane per azione. KKR è adesso uno degli azionisti più importanti in Indosari insieme a Indoritel Makmur International del Gruppo Salim, alla Bonlight Investments Limited della famiglia YAP, e alla Pasco Shikishima Corporation (facente capo alla famiglia Morita). KKR ha investito dal suo Asian Fund III da 9,3 miliardi di dollari – Il più grande veicolo di sempre dedicato alla regione – raccolto a luglio. L’investimento di KKR in Indosari è il terzo in una azienda indonesiana di punta da parte di KKR in 18 mesi. Jaka Prasetya, Managing director per l’Asia presso KKR, ha dichiarato che l’investimento non è altro se non la dimostrazione di quanto KKR creda nel settore consumer indonesiano e nella sua continua crescita. “KKR è focalizzata nel fare partnership con forti imprenditori indonesiani per fornire capitali e assistenza per i campioni locali come Indosari. Evercore Asia, società di consulenza singaporegna attiva nell’investment banking è stata advisor nel deal KKR-Indosari. “La transazione rappresenta uno dei più grandi deal di sempre nell’industria del pane in Asia, e certo segna l’inizio di una nuova fase di crescita per Indosari,” così ha dichiarato Keith Magnus, Chairman di Evercore Asia. Fondata nel 1995 l’azienda è uno dei pionieri nel segmento della produzione del pane in senso massivo. Venduto col brand Sari Roti, Indosari produce e vende una ampia gamma di pani e torte attraverso 67.000 punti vendita. Indosari con l’utilizzo di una tecnologia giapponese si serve di dieci stabilimenti di produzione in 8 differenti città dell’Indonesia. Si veda dealstreetasia.