Lily O’Brien’s , la cioccolateria irlandese nata dall’imprenditrice e politica Mary Ann O’Brien, ha ricevuto l’investimento di Carlyle per conto del sistema pensionistico nazionale irlandese. L’azienda di cioccolato, nata nella cucina di O’Brien, oggi impiega 260 persone e, tra il 2011 e il 2012, ha raddoppiato le vendite negli Stati Uniti. Anche in Australia, nello stesso periodo, le entrate sono cresciute del 370%. RealDeals riporta che non sono stati resi noti i termini dell’operazione ma si sa solo che Carlyle ha realizzato l’investimento tramite un fondo che gestisce in collaborazione Cardinal Capital Group che ha sede a Dublino. Il capitale del fondo proviene da Ireland’s National Pensions Reserve Fund che ha assegnato i mandati di Carlyle, Cardinal, Better Capital e Bluebay, per investire in buyout, turnaround e strategie di credito con gli asset pensionistici.
Lo aveva anticipato BeBeez qualche settimana fa e ora è ufficiale: Gores Group ha acquisito una quota del 51% di Hovis, la divisione pane di Premier Foods. L’accordo, che valorizza la società a 87,5 milioni di sterline (106 milioni di euro), vedrà Hovis operare come joint venture autonoma tra Gores Group e Premier Foods. La casa di buyout statunitense ha pagato 30 milioni di sterline per la sua quota di controllo, di cui la metà viene differita e subordinata all’andamento futuro della società. Gores Group ha dovuto combattere per tener testa alla concorrenza per Hovis. Un gruppo di otto potenziali acquirenti, tra cui la panetteria messicana Grupo Bimbo, era stato inizialmente identificato come possibili offerenti. gli otto sono diventati poi appena tre, PAI Partners, Sun European Partners e Gores Group. La vendita di Hovis arriva come parte del piano di ristrutturazione di Premier Food iniziato con la nomina, lo scorso anno, dell’amministratore delegato Gavin Darby.
Secondo indiscrezioni, scrive Unquote, Vodafone starebbe trattando per l’acquisizione dell’operatore spagnolo Ono. Le trattative, potrebbero ostacolare il progetto, della società via cavo, di quotarsi in Borsa, poichè l’acquisizione da parte di Vodafone escluderebbe infatti l’Ipo. Sembra che ci sia stata una stretta su Ono nel momento in cui è stato esternato proprio la volontà di quotarsi, a inizio 2014. Il Financial Times, la scorsa settimana scriveva che il gruppo spagnolo era in fase avanzata nel suo progetto di entrare nel listino e aveva già incontrato le banche di investimento. La società, che include tra i suoi azionisti Thomas H. Lee Partners, Providence Equity Partners, Quadrangle e CCMP Capital, potrebbe essere valutata 6/7 miliardi di euro, debito incluso, pari a 8 volte e mezzo il l’Ebitda del 2012. La rete in fibra di Ono, che arriva a circa 7 milioni di abitazioni, resta un asset molto attraente per operatori che mirano ad espandersi sempre più nel business dei servizi dati che garantisce alti margini. Come sottolinea anche Bloomberg, l’operazione sulla società spagnola rientrerebbe nel piano di Vodafone verso l’ampliamento ai servizi tv e all’internet ultra veloce.