Merlin si prepara a rinegoziare le linee di credito, allungando le scadenze dal 2017 al 2019 e riducendo lo spread sugli interessi (a 400 punti base sulle linee in sterline e in dollari australiani e a 375 pb su quelle in euro e in dollari). Lo ha rivelato ieri Bloomberg, precisando che il più grande gruppo europeo di parchi tematici ha incontrato nel pomeriggio di ieri le banche finanziatrici Deutsche Bank, Unicredit e HSBC, esposte per circa 1,4 miliardi di sterline per un indebitamento finanziario netto di circa 1,2 miliardi. Le linee di credito erano già state rinegoziate nel maggio 2011.
La mossa è propedeutica all’annunciata ipo (si veda altro articolo di BeBeez) del gruppo a cui fanno capo, tra gli altri, l’italiana Gardaland, il museo delle cere britannico Madame Tussauds, Legoland e London Eye, la ruota panoramica più alta del mondo, 135 metri. Merlin, che nel 2012 ha registrato un fatturato di 1074 miliardi di sterline (dai 933 del 2011) e un ebitda di 346 milioni (da 296 milioni), potrebbe essere valutato 3-3,5 miliardi di sterline, debito compreso.
Nel 2010, quando CVC Capital Partners è entrato nel capitale, la valutazione era stata di 2,25 miliardi di sterline. Nel capitale di Merlin, CVC è affiancato da Blackstone e dalla famiglia Kristiansen, fondatrice della Lego.
Wonderbra, Playtex e Dim resteranno ancora per un po’ nel portafoglio del fondo europeo di Sun Capital. Sun European Partners, infatti, ha deciso di fermare il processo di vendita di Dbapparel, al quale fanno capo i tre noti marchi di lingerie, iniziato poco meno di un anno fa, quando il fondo aveva dato mandato a Morgan Stanley per la ricerca di un acquirente. Lo rivela Les Echo, che precisa che Sun Capital voleva cedere Dba per una valutazione di circa 10 volte l’ebitda, cioè di circa 600 milioni di euro a fronte di un fatturato dell’esercizio che si chiude a fine giugno di 685 milioni, ma che Sun Capital ha spiegato che le offerte ricevute “non hanno rispecchiato né il valore né il forte potenziale di Dba”.
Santander ha comunicato ieri di aver raggiunto l’accordo con i fondi Warburg Pincus e General Atlantic per cedere il 50% del capitale di Santander Asset Management. La nota precisa che l’operazione porterà al gruppo bancario spagnolo un utile netto di 700 milioni di euro, sulla base diuna valutazione dell’intera divisione di asset management di 2,047 miliardi di euro.
Sia Warburg Pincus sia General Atlantic hanno già una certa esperienza nel settore finanziario. In particolare Warburg Pincus nell’ottobre 2011 aveva investito un miliardo di dollari in Santander Consumer Usa e nell’aprile 2010 aveva acquistato da Citigroup una quota di Primerica, un distributore nordamericano di prodotti finanziari per privati. General Atlantic, invece, ha investito nella boutique di private banking e wealth management di San Francisco, First Republic Bank, e nel broker online E*Trade Financial e lo scorso febbraio ha annunciato un investimento di 171 milioni di dollari per una minoranza di XP INvestimentos, un broker finanziario brasiliano.
RBS respinge le offerte dei fondi JC Flowers e Apollo Management per il gruppo di 316 sportelli disseminati nel Regno Unito, battezzato unità Project Rainbow. Lo riferisce The_Telegraph, che precisa che RBS aveva cambiato di recente le condizioni dell’offerta, in modo da prevedere che ciascun acquirente inizialmente potesse prendere soltanto il 50% dell’unità con un’opzione per acquisire il restante 50%, se l’unità fosse stata offerta in quotazione in borsa. Ma a questo punto aumentano le probabilità che Project Rainbow venga semplicemente portata in ipo. Sarebbe peraltro un déjà-vu, visto che anche Lloyds Banking Group sta studiando l’ipo per i suoi 632 sportelli, che vanno sotto il nome di Project Verde. Una scelta alla quale la banca è arrivata dopo che il mese scorso sono saltate le trattative per una cessione dell’intero pacchetto a The Co-operative Group.