Il colosso del private equity Usa TPG, alla guida di una cordata di investitori, ha sottoscritto un miliardo di dollari di debito convertibile emesso alla nota società di streaming musicale svedese Spotify (si veda il Wall Street Journal). Del gruppo di investitrori fanno parte l’hedge fund Dragoneer investment group insieme ad alcuni clienti di Goldman Sachs. Sebbene Spotify sia il leader dello streaming musicale con oltre trenta milioni di clienti, negli ultimi tempi la competizione si è fatta via via più accesa specialmente con l’avvento nel settore di Apple, che a soli sei mesi dal lancio del servizio denuncia oltre 11 milioni di clienti. Ad Apple si è poi aggiunta Sound Cloud che ha appena lanciato un suo servizio di streaming a pagamento che competerà a sua volta con Spotify. Questo round di finanziamento di Spotify segue quello dello scorso giugno 2015, anche allora nella forma di bond convertibili, che fu pari a 526 milioni di dollari. Allora l’intero capitale di Spotify era stato valutato circa 8,5 miliardi di dollari. A latere del finanziamento ottenuto Spotify ha dovuto siglare stringenti garanzie circa la futura ipo. In occasione dell’offerta pubblica, infatti, TPG e Dragoneer potranno convertire in equity il loro debito con uno sconto pari al 20% rispetto al prezzo dell’offerta pubblica. Se poi l’offerta dovesse essere rinviata, lo sconto aumenterà del 2,5% ogni sei mesi.
Lone Star quoterà a Londra il produttore di mattoni britannico Forterra, a distanza di un solo anno dall’acquisizione (si veda il The Telegrah). Lo ha annunciato il fondo nei giorni scorsi, precisando che il flottante sarà almeno il 25% del capitale per un valore dell’ipo di 450 milioni di sterline. Lone Star aveva acquisito Forterra (allora nota come Hanson Building Products) nel marzo del 2015 da Heidelberg Cement per 1,4 miliardi di dollari. Forterra produce mattoni sia in argilla sia in calcestruzzo oltre che ad altri tipi di materiale da costruzione ed è l’unico produttore di mattoni Fletton (pieni usati per isolare termicamente). Con 17 centri di produzione e 7 cave, l’ultimo bilancio riporta un fatturato pari a 290 milioni di sterline con un ebitda in crescita del 29% a 71 milioni di sterline.
Carlyle ha lanciato la raccolta del quinto fondo dedicato agli investimenti in piccole aziende ad alto tasso di crescita in Asia con un target a un miliardo di dollari (si veda il Wall Street Journal). Il nuovo fondo avrà quindi le stesse dimensioni del fondo precedente raccolto nel 2008 (1,04 miliardi di dollari) che a fine 2015 aveva incassato un Irr netto per gli investitori dell’8% all’anno. Questo tipo di fondi si affianca in Asia agli altri fondi di buyout di Carlyle dedicati ai deal di più grandi dimensioni.