CDP Equity ha rivenduto al gruppo Cremonini spa, controllato dalla omonima famiglia, la sua quota del 28,4% di Inalca, gruppo leader nella produzione di carne bovina in Europa e nella distribuzione alimentare all’estero, passata nel portafoglio di CDP Equity come eredità del portafoglio dell’allora Fondo Strategico Italiano, guidato da Maurizio Tamagnini, che nel dicembre 2014 aveva condotto l’investimento insieme alla Qatar Investment Authority (QIA) per 165 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Advisor finanziario di CDP Equity è stato Vitale&Co (si veda qui il comunicato stampa). Il passaggio di quote è avvenuto oggi per 168 milioni di euro.
Nel dettaglio, ricordiamo che l’operazione allora è stata condotta da FSI attraverso IQ Made in Italy Investment Company spa, la joint venture da 300 milioni di euro al 50% tra FSI e QIA, per investimenti nei settori moda&lusso, arredo&design, alimentare e turismo. IQ Made in Italy aveva quindi sottoscritto un aumento di capitale di Inalca da 115 milioni e contestualmente la holding Cremonini spa aveva ceduto ad IQ azioni Inalca per altri 50 milioni, con il risultato che Cremonini aveva mantenuto il 71,6% di Inalca e IQ Made in Italy aveva invece acquisito appunto il 28,4%.
L’operazione, peraltro, non aveva coinvolto solo FSI e QIA, ma allargava l’azionariato di Inalca in automatico anche alla Kuwait Investment Authority (KIA), visto che la quota del FSI nella joint venture IQ nel giugno 2014 era stata oggetto di conferimento da parte di FSI a FSI Investimenti spa, la newco controllata al 77% dallo stesso FSI e partecipata al 23% da KIA (si veda altro articolo di BeBeez). FSI Investimenti, infatti, era stata capitalizzata dal Fondo Strategico con il conferimento di tutte le partecipazioni allora in portafoglio (a esclusione della quota di Generali e del 40% di Ansaldo Energia già promesso a Shanghai Electric Corporation), valutate 1,185 miliardi di euro, e con l’impegno sia del FSI sia di KIA a investire sino a 500 milioni ciascuno.
Da allora Inalca, già nota in italia per i suoi brand di carne in scatola Montana e Manzotin, si è rafforzata nel mercato italiano acquisendo nel 2016 il secondo operatore Unipeg (si veda altro articolo di BeBeez), espandendosi all’estero e sostenendo attivamente il circolante della filiera agroalimentare (prevalentemente allevatori) italiana. L’anno successivo all’ingresso nel capitale di Cdp la società ha sottoscritto con la Cassa un protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’industria alimentare in Angola, mentre gli ultimi investimenti del 2019 e del 2020 sono stati dedicati alla Russia, uno dei quali realizzato insieme al fondo sovrano russo Russian Direct Investment Fund (RDIF), con cui l’allora FSI aveva siglato un accordo di coinvestimento nel 2013 (si veda altro articolo di BeBeez), accordo che alla luce della guerra in Ucraina è stato poi interrotto.
Inalca è oggi un colosso del settore, che ha chiuso il 2021 con circa 2,4 miliardi di euro di ricavi (da 2,1 miliardi nel 2020), un ebitda di 161,7 milioni di euro (da 138,5 milioni) e un debito finanziario netto di 535,4 milioni di euro (da 392,4 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo poi che la partecipazione di Inalca era stata trasferita nel 2016 a CDP Equity nell’ambito della riorganizzazione di quello che era appunto il Fondo Strategico Italiano, sostanzialmente ribattezzato CDP Equity (si veda altro articolo di BeBeez). CDP Equity era nata infatti con il compito di gestire partecipazioni in aziende di grande dimensione a rilevanza sistemica, in un’ottica di lungo periodo. E in quest’ottica CDP Equity aveva ereditato allora le partecipazioni in Ansaldo Energia, Metroweb, Saipem e SIA. Era rimasta in vita inoltre anche FSI Investimenti ed era stata costituita anche FSI sgr con l’obiettivo di supportare i piani di crescita di aziende medio-grandi con significative prospettive di sviluppo anche attraverso l’attrazione di capitali esteri e privati, la cui guida era stata affidata a Maurizio Tamagnini, prima come detto alla guida del Fondo Strategico Italiano. FSI sgr era inizialmente controllata al 100% da CDP, ma già da subito era stato previsto che aprisse il proprio capitale ad altri azionisti e al management. E infatti erano poi entrati nel capitale appunto i manager con 41% e Poste Vita con il 9,9%. Il successivo cambio di controllo per FSI sgr era poi avvenuto ad agosto 2017 (si veda altro articolo BeBeez), con il principale azionista, con il 51% del capitale, che era diventato Magenta 71 srl. Infine lo scorso luglio CDP ha venduto l’intera quota del 39% del capitale di FSI sgr alla stessa società di gestione di fondi di private equity guidata da Maurizio Tamagnini (si veda altro articolo di BeBeez).
Per CDP la vendita della quota di Inalca, così come la vendita della quota in FSI sgr, è in linea con il piano strategico 2022-2024 (si veda altro articolo di BeBeez) e in particolare con il principio di rotazione del capitale al fine di razionalizzare il portafoglio partecipativo esistente (si veda qui la struttura societaria di Cdp Equity con le partecipazioni al 30 giugno 2022) e segue analoghe operazioni di cessione: a maggio scorso quella dell’intera quota del 17,5% detenuta da CDP Equity nel capitale di BF (ex Bonifiche Ferraresi), la principale azienda agricola italiana quotata a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez); e a settembre la cessione dell’intera quota del 40% nel capitale di QuattroR sgr, alla stessa società di gestione di fondi di private equity guidata da Andrea Morante e Francesco Conte (si veda altro articolo di BeBeez).