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di Alessandro Albano
Si è chiusa con 100 milioni di euro la raccolta di Equita Smart Capital – Eltif, il fondo di private equity dell’omonima sgr focalizzato su piccole e medie imprese italiane, grazie al supporto di primarie reti di private banking, a cui si aggiungono diversi investitori professionali e investitori al dettaglio con un adeguato profilo finanziario (si veda qui il comunicato stampa).
Tra le primarie reti di private banking coinvolte nella raccolta, il contributo più rilevante è arrivato da UniCredit Private Banking (già Cordusio sim), Credem Euromobiliare Private Banking, Banca Sella e Banca Sella Patrimoni & C. che, insieme ad altri network, hanno consentito al fondo di raccogliere più di ogni altro pir alternativo non captive sul mercato italiano.
Ricordiamo che il fondo di Equita era stato lanciato nel giugno 2021 dalla management company del gruppo Equita e dalla boutique di UniCredit dedicata al wealth management nel giugno 2021 con target massimo di 140 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo aveva poi raggiunto un primo closing a 50 milioni di euro nel novembre dello stesso anno, superando abbondantemente la soglia necessaria (fissata a 30 milioni), grazie anche all’adesione dell’allora Cordusio sim, che ha supportato la sgr nella strutturazione del prodotto e ha agito in qualità di primo collocatore (si veda altro articolo di BeBeez).
Il fondo ha durata complessiva di 8 anni a partire dalla data del primo closing e con 4 anni di periodo di investimento. Il ritorno obiettivo in termini di internal rate of return (irr) è stato stimato al momento del lancio tra il 12 e il 14% lordo annuo, ovvero un multiplo sul capitale investito di circa 1,8 volte, calcolato sulla durata complessiva del fondo.
Al momento, sono due gli investimenti di private equity portati a termine dal fondo di Equita/Cordusio: il primo ha riguardato l’ingresso in Clonit società leader in Italia nello sviluppo di test molecolari per malattie infettive, genetiche ed oncologiche, con una partecipazione di minoranza pari al 33,3% condotto in parte tramite aumento di capitale e in parte con l’acquisto di quote dal fondatore Carlo Roccio e dall’ad Dario Russo che prima di allora possedevano, rispettivamente il 90% e il 10% (si veda altro articolo di BeBeez); il secondo ha riguardato Rattiinox, realtà attiva nella progettazione, produzione e distribuzione di valvole radiali asettiche principalmente destinate ad impianti farmaceutici, chimici ed alimentari, con una partecipazione di maggioranza del 60% tramite acquisto di quote in essere e nuovo capitale. Il fondatore Walter Ratti, prima dell’operazione socio al 50% insieme a Lorena Ratti, aveva poi ceduto una parte delle proprie azioni scendendo appunto al 40% (si veda altro articolo di BeBeez).
Rossano Rufini, managing partner e responsabile private equity di Equita Capital, ha commentato: “È stato un percorso stimolante e ricco di soddisfazioni. Ad oggi siamo il fondo indipendente di private equity che ha raccolto di più in Italia sul canale retail in un contesto di mercato incerto e complesso. Il potenziale dei pir alternativi resta molto ampio e ancora tutto da scoprire, la raccolta su questo tipo di strumenti non potrà che crescere significativamente nei prossimi anni. Auspicabile però un ulteriore sforzo da parte delle istituzioni e del regolatore, con l’introduzione di alcuni correttivi mirati a semplificare la sottoscrizione di tali prodotti e rendere ancor più efficaci le agevolazioni fiscali”.
L’ad Matteo Ghilotti ha invece affermato: “Equita Smart Capital – ELTIF ha arricchito con il private equity il portafoglio di soluzioni di private capital gestite da Equita Capital sgr. Consideriamo strategico il nostro ruolo di piattaforma di soluzioni di investimento per istituzioni finanziarie e reti bancarie. Ringrazio a tal proposito il lavoro responsabile ed entusiasta di tutti i partner collocatori”.