Fondo Agroalimentare Italiano, promosso dal gruppo d’investimento francese specializzato sull’agribusiness Unigrains, ha ceduto la partecipazione (il 68%) in Trasporti Romagna, come anticipato un mese fa in un altro articolo di BeBeez, completando così il terzo disinvestimento. La quota di controllo è stata ceduta all’Eurizon Iter Fund Eurizon Iter e Eurizon Iter Eltif istituiti da Eurizon Capital sgr e affidati in delega di gestione a Eurizon Capital Real Asset sgr con la consulenza di ITER Capital Partners, nel contesto di una operazione di buyout che vede gli azionisti di minoranza, Intesa Sanpaolo e l’amministratore delegato Simone Romagna, attraverso la sua holding FIS srl, reinvestire nel veicolo di acquisizione (si veda qui il comunicato stampa). L’assistenza legale è stata fornita da Gitti & Partners mentre l’m&a advisor è stato Rothschild & Co.
Si tratta del terzo investimento per i due fondi Eurizon Iteᴙ dopo quelli condotti circa un anno fa in GSA, azienda attiva nel settore dei servizi antincendio, soft security e facility management (si veda altro articolo di BeBeez) e quello in Adria Ferries, operatore armatoriale player nei servizi di trasporto marittimo merci e passeggeri tra Italia e Albania (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Unigrains aveva investito già nel 2016 nell’azienda specializzata nel trasporto di prodotti agroalimentari freschi, nel quadro di un ricambio generazionale, insieme a Intesa Sanpaolo e al fondo Atlante Private Equity, allora gestito da IMI Fondi Chiusi sgr, parte del gruppo Intesa Sanpaolo (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2016 il fondo Atlante e Intesa Sanpaolo avevano acquisito rispettivamente il 33,9% e il 16,95% di Trasporti Romagna, il FAI il 16,95% e l’amministratore delegato, Simone Romagna, attraverso FIS srl, aveva mantenuto il 32,2%. La partecipazione del fondo Atlante era poi passata ai fondi gestiti da Neuberger Berman insieme a tutte le altre partecipazioni e attività di private equity che hanno dato vita a NB Renaissance (si veda altro articolo di BeBeez). Nel frattempo era in corso l’iter di costituzione e autorizzazione del Fondo Agroalimentare, completato nel 2018, quando la quota di Trasporti Romagna è stata effettivamente trasferita al fondo. Allo stesso modo Unigrains dopo Trasporti Romagna ha investito nel 2017 in Sfoglia Torino, nel quadro di un’operazione di consolidamento settoriale di tre realtà concorrenti al fine di creare il leader del mercato italiano nel settore degli snack e pasta sfoglia surgelata. Anche questo investimento era stato conferito al FAI nel 2018.
Storicamente di proprietà dell’omonima famiglia, Trasporti Romagna è uno dei principali specialisti italiani nel trasporto e nella logistica di prodotti freschi, refrigerati e surgelati che lavora principalmente con la GDO e clienti di nicchia nel settore agroalimentare. L’investimento iniziale di Unigrains mirava a sostenere la domanda in costante crescita di specialisti della logistica alimentare poiché industriali e grande distribuzione cercano sempre più di esternalizzare la funzione a player strategici specializzati.
Oltre ad accompagnare la transizione di Trasporti Romagna da azienda familiare a società strutturata, rivedendone la governance e assumendo manager, Unigrains e poi il FAI hanno partecipato attivamente alla ricerca e al perfezionamento di opportunità di acquisizioni sul mercato, per rafforzarne la leadership geografica. Infatti, dopo l’ingresso di Unigrains, nel 2017, la società aveva a sua volta comprato la veneta An.Ri Trans, trasportatore regionale di alimenti refrigerati, e dopo il passaggio al FAI, a fine 2018, Blue City, focalizzata sulle attività logistiche surgelate con magazzini a Verona e Trento. Infine, nel 2020, era stata la volta della trentina Logistica 2 , specializzata nel trasporto di frutta fresca trentina. Anche grazie a queste aggregazioni, tra il 2015 e il 2022, le vendite dell’azienda sono cresciute da 110 milioni a oltre 270 milioni di euro.
Consapevole delle importanti implicazioni ambientali della propria attività, l’azienda di trapsorto ha investito in una nuova generazione di veicoli altamente performanti e implementando nuove tecniche di pianificazione dei percorsi per ridurre le emissioni, i magazzini surgelati recentemente completati sono lo stato dell’arte sulle tecnologie di risparmio energetico per la logistica.
Simone Romagna ha dichiarato: “Ringrazio il team FAI per il supporto nei nostri sforzi di crescita organica ed esterna. Trasporti Romagna è cresciuta e si è sviluppata da azienda familiare di medie dimensioni a leader italiano nel suo settore. Oggi, con il sostegno del nostro nuovo sponsor finanziario, iniziamo la prossima fase della nostra storia”.
Francesco Orazi, direttore del Fondo Agroalimentare Italiano, ha aggiunto: “È stato un piacere partecipare alla trasformazione di Trasporti Romagna, il primo investimento realizzato dal FAI. Questo disinvestimento dimostra ancora una volta la pertinenza del nostro approccio basato sul consolidamento del settore e sulla profonda comprensione delle tendenze del mercato agroalimentare italiano”.
Il fondo Agroalimentare investe in quote di minoranza sia in operazioni di growth capital che di buyout come specialista di settore, nel capitale delle pmi agroalimentari italiane con un fatturato generalmente compreso tra 10 e 150 milioni di euro. Questi investimenti sono destinati a finanziare la crescita sia esterna che organica, l’espansione all’estero o le transizioni manageriali delle aziende target. Dopo Trasporti Romagna e Sfoglia Torino sono stati condotti altri sei investimenti diretti e un totale di 18 add-on. “Il fondo FAI a oggi ha ancora 6-7 milioni di euro di dotazione, che contiamo di investire entro fine anno in altre due operazioni”, aveva detto ancora Orazi.
Come accennato in apertura, Trasporti Romagna è la terza exit del FAI. La seconda era stata la vendita del gruppo Industrial Pack srl, produttore di packaging di alta gamma per l’industria del lusso e dell’agroalimentare, con sede ad Argelato (Bologna) di cui il fondo aveva acquisito il 33% nel 2019 e che è stata interamente acquisita quest’anno da Isem srl, società di Vigevano (Milano) attiva nel packaging di lusso per prodotti come champagne, profumi e cosmetica, a sua volta passata lo scorso maggio sotto il controllo dei due fondi di diritto lussemburghese AZ RAIF II – Private Equity – Peninsula e AZ Eltif Peninsula Tactical Opportunites, istituiti da Azimut Investments sa e gestiti in delega da Azimut Libera Impresa sgr con advisory di Peninsula Capital (si veda altro articolo diBeBeez). In precedenza, invece, nel 2020, il fondo FAI aveva rivenduto alla famiglia Perrino la sua quota in Sfoglia Torino (si veda altro articolo di BeBeez). “L’Irr del fondo è finora di circa il 20% lordo o 15% netto“ ha aggiunto Orazi.
Le altre partecipazioni ancora in portafoglio sono: Frigomeccanica, insieme a Fondo Cresci al Sud, gestito da Invitalia; i semilavorati per gelati Albert, insieme a AZ Eltif Ophelia gestito da Azimut Investments sa; Agrimola, leader europeo nella trasformazione di castagne e nella lavorazione della frutta; Sinfo One, azienda attiva nel settore dei servizi e soluzioni informatiche, in particolare per l’industria agroalimentare; e Bassini 1963 – Glaxi Pane, leader italiano dei prodotti da forno surgelati.
Ma è prevedibile che entro breve anche queste partecipazioni sono destinate alla cessione. Infatti, sebbene Unigrains, storica holding di investimento francese specializzata nella filiera agroalimentare, stia puntando sino a 100 milioni di euro sull’Italia da investire nei prossimi 5 anni in pmi del settore agro-alimentare, questi investimenti verranno effettuati tramite una controllata di nuova costituzione, cioè Unigrains Italia. Il perché lo spiega lo stesso ceo del Gruppo, Maxime Vandoni: “Invece di sponsorizzare il lancio di un nuovo fondo dedicato all’Italia che investa nel settore, abbiamo ritenuto più efficiente investire direttamente nelle aziende italiane, così come facciamo dal 1963 in Francia. Quando abbiamo iniziato a lavorare in Italia era il 2016 e per noi era un nuovo mercato e quindi abbiamo preferito distribuire il rischio con altri investitori. Ma abbiamo visto che siamo stati in grado di portare a casa ottimi risultati e ci sembra il momento giusto, quindi, per continuare da soli. Abbiamo quindi costituito la società Unigrains Italia spa, con l’ambizione di investire da 80 a 100 milioni di euro in 5 anni, direttamente e con mezzi propri, in una dozzina di pmi italiane e mid-cap nel settore agroalimentare, lungo tutta la catena del valore agroalimentare” (si veda altro articolo di BeBeez).
Anche i nuovi investimenti della nuova sub holding saranno affidati alle cure di Orazi che, ricordiamo, era stato nominato responsabile di FAI dopo essere stato capo di un team già rodato, perché tutto proveniente da Idia CA Agro-Alimentare spa, controllato dal gruppo Crédit Agricole, che era stato il primo il veicolo di investimento italiano dedicato esclusivamente all’agroalimentare e che poi è stato liquidato a seguito di modificati focus di interesse da parte della banca transalpina. Il team di Idia aveva investito a suo tempo in Mutti, Polenghi, Garbuio e Bakery. Credit Agricole è peraltro azionista storico di Unigrains, così come Natixis, BNP Paribas e SocGen, mentre il controllo è in mano alle associazioni francesi di produttori di cereali AGPB e AGPM.