Gamenet Group spa, la società di giochi e scommesse, controllata da Trilantic Capital Partners Europe e che nel 2016 si è fusa con Intralot Italia si prepara a sbarcare in borsa sull’Mta con una capitalizzazione compresa tra i 261 e i 330 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Ieri, infatti, il gruppo ha comunicato la forchetta di prezzo compresa tra un minimo di 8,70 e un massimo di 11 euro per azione. Il prezzo di offerta delle azioni sarà determinato dagli Azionisti Venditori, d’intesa con i joint global coordinator, al termine del collocamento istituzionale (si veda altro articolo di BeBeez). L’ipo consisterà nella cessione di parte delle quote azionarie in portafoglio ai soci Tcp Lux Eurinvest sarl (con il 79,068%) e Intralot Italian Investments bv (con il 20%).
Banca Imi, Credit Suisse Securities e UniCredit Cib agiscono in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. UniCredit Cib agisce anche in qualità di sponsor e Banca Akros è co-lead manager.
Le stesse banche coinvolte nella quotazione facevano parte del gruppo di banche che avevano assistito la società nel luglio 2016 nel collocamento di un bond da 200 milioni di euro a scadenza 15 agosto 2021 e cedola 6% quotato alla Borsa del Lussemburgo, che è andato a rifinanziare il bond da 200 milioni emesso nel luglio 2013 con scadenza 2018 e cedola 7,25% e quotato all’ExtraMot Pro, per il quale il gruppo aveva lanciato un’offerta di acquisto.
Gamenet è uno dei maggiori operatori nel settore dei giochi regolamentati in Italia in termini di ricavi, pari a 537,5 milioni di euro a fine 2016 (606,6 milioni su base proforma) e a 450,7 milioni nei 9 mesi 2017, con un ebitda di 57,4 milioni. (scarica qui la presentazione agli analisti dei 9 mesi 2017). Il gruppo ha chiuso il 2016 con un ebitda pro-forma di 75,3 milioni, mentre per gli esercizi che chiuderanno al 31 dicembre 2017 e 2018 è stimato che l’ebitda si collochi rispettivamente in un range di 76-78,5 milioni e 80-88 milioni.
Per gli esercizi da 2017 a 2019 il consiglio di amministrazione ha deliberato di distribuire dividendi pari a circa il 30% del risultato netto consolidato di pertinenza del gruppo al lordo degli ammortamenti consolidati delle immobilizzazioni materiali e immateriali in ciascuno degli anni successivi.