Morato, gruppo internazionale nel settore della panificazione industriale controllato da Aliante Equity, con la famiglia Morato in minoranza ha annunciato l’acquisizione del 55% di La Spiga Food (si veda qui il comunicato stampa). Luciano Spigone e Egisto Palmitesta, soci fondatori di La Spiga Food, continueranno a detenere una quota di partecipazione e a collaborare con Morato.
La Spiga Food, azienda con sede a Roma e pioniera nel portare la vera pinsa romana cotta in forno a legna nella grande distribuzione in Italia e all’estero con il brand la Rusticana, è una realtà in crescita con importanti progetti di sviluppo a livello industriale grazie ai suoi due stabilimenti produttivi, dove la tecnologia si coniuga con il rispetto della tradizione artigianale. La società ha chiuso il 2021 con ricavi pari a 4,8 milioni di euro, un ebitda di 660 mila euro e 149 mila euro di liquidità (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Si tratta della seconda operazione annunciata in pochi giorni. Lo scorso 10 gennaio, infatti, ha annunciato l’acquisizione del 100% della francese Harrys Restauration, società che controlla uno stabilimento specializzato nella produzione di panini per hamburger nel nord della Francia, a Gauchy (si veda altro articolo di BeBeez). A vendere è stata Barilla France che continua a rimanere presente nel paese con i suoi 4 siti produttivi. Per finanziare l’operazione Morato ha emesso un bond da 7 milioni di euro, che è stato sottoscritto da Finint Investments sgr, attraverso il proprio fondo di private debt Fondo PMI Italia II (si veda qui il comunicato stampa di Banca Finint). Morato Group è stata finanziata anche da Finest spa, Banque Publique D’Investissment e Banque CIC. Sinora il gruppo all’estero aveva puntato sulla Spagna, dove nell’agosto 2021 aveva acquisito un impianto di produzione di vari tipi di prodotti da forno dal gruppo spagnolo Cerealto-Siro in tandem con la bresciana Casalini, azienda di prodotti da forno che nel 2013 era assurta agli onori della cronaca per aver rilevato dal gruppo Ragosta lo storico marchio di pasticceria Lazzaroni (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2020, invece, Morato sempre in Spagna aveva comprato il ramo d’azienda dei prodotti da forno salati, sempre da Cerealto-Siro, contestualmente all’acquisto in Italia del produttore di grissini a marchio Roberto (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma Morato intanto cresce appunto anche sul territorio italiano. Prima di puntare sulla pinsa romana di La Spiga Food, lo scorso luglio ha infatti annunciato l’acquisizione della maggioranza del capitale di NT Food, azienda toscana specializzata in prodotti da forno senza glutine e all’avanguardia nell’ambito delle intolleranze e dei regimi dietetici alternativi. Nicoletta e Giovanna Del Carlo, socie fondatrici di NT Food, rimarranno alla guida della società in collaborazione con Morato e continueranno a detenere una quota di minoranza (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio 2021 aveva invece comprato Ro.Mar. Semenzato dal fondo Alto Capital III, gestito da Alto Partners (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, nell’ottobre 2020 aveva comprato da Granarolo la controllata Pandea, specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno con e senza glutine. L’operazione era stata chiusa in collaborazione con la società Armando De Angelis, guidata da Paolo Pigozzo, ex direttore generale della stessa Pandea. Quest’ultima, che opera a Parma dal 1946, era stata acquisita a fine 2016 da Granarolo da un’asta fallimentare indetta dal Tribunale di Verona. Nell’ottobre 2019, infine, Morato aveva acquisito anche il produttore italiano di piadine Orva, sino a quel momento di proprietà dell’imprenditore Luigi Bravi(si veda altro articolo diBeBeez).
A valle di tutte queste acquisizioni, il Gruppo Morato guidato dall’amministratore delegato Stefano Maza, rappresenta il secondo player nel mercato della panificazione industriale in Italia e in Spagna, con un fatturato consolidato pro-forma superiore ai 300 milioni di euro di cui oltre il 40% sviluppato all’estero. Il gruppo aveva chiuso il bilancio 2021 con 199,2 milioni di euro di ricavi netti, un ebitda di 12,6 milioni e un debito finanziario netto di 101 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Nei suoi 16 stabilimenti dislocati tra Italia e Spagna, il gruppo produce pani a fette (sandwich, cassetta, tramezzini), bruschette, panini dolci e salati e piadine; inoltre, produce sostituti del pane croccanti, tra cui in primis grissini e crostini. Considerando sia il business a marca che le private label, in Italia il gruppo detiene una quota di mercato a volume di oltre il 30% sui pani industriali e del 10% nel segmento dei grissini; inoltre, con le sue marche principali, può vantare in Italia la leadership all’interno di molti segmenti del bakery salato.
La storia di Morato è piuttosto articolata. Nel 2006 era uscita dalla galassia Kamps-Barilla ed era stata ricomprata dalla famiglia Morato che, con Aliante Equity Investments e NEM Imprese (gestito da NEM sgr, oggi Alkemia Capital sgr, che a sua volta fa capo al fondo svizzero Montana Capital Partners), aveva rilevato il 70% della società detenuto da Harry’s France/Kamps (Barilla). Il resto del capitale era già in mano alla famiglia Morato che, dopo l’apertura a Kamps, aveva mantenuto il 30% del pacchetto azionario della società. Al tal fine era stata creata una newco (Progetto Pane) partecipata al 60% dalla famiglia Morato, al 25% da Aliante e al 15% dal fondo Nem Imprese. Successivamente, nel 2012, Aliante Equity, tramite il fondo Equity 3, ha incrementato la sua quota sino al 55% anche rilevando quella di NEM, portando poi negli anni la quota al 68%.