L’Assemblea di Lega Calcio di Serie A ha approvato ieri all’unanimità l’offerta della cordata CVC Capital Partners-Advent International-FSI per procedere nel progetto di costituzione di una media company alla quale saranno trasferiti i diritti tv dei 20 club associati. Facchini Rossi Michelutti ha seguito gli aspetti fiscali per CVC.
Paolo Dal Pino, presidente della Lega Calcio di Serie A, ha dichiarato: “Abbiamo accettato la proposta economico- finanziaria, ma non abbiamo ancora chiuso. Non c’e’ un impegno vincolante di alcun tipo. I fondi di private equity sono disposti a investire in questo momento storico 1,7 miliardi per avere il 10% della media company che gestirà i diritti commerciali del nostro calcio”.
Dal Pino ha quindi confermato le voci degli ultimi giorni sul valore della quota, salito da 1,625 miliardi a circa 1,7 miliardi di euro. La cordata dei tre private equitys era aggiudicata la trattativa esclusiva con Lega Calcio Serie A lo scorso ottobre (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a metà settembre l’Assemblea di Lega Calcio aveva dato via libera al progetto (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora si aprirà una fase di verifiche tecniche sulla offerta. A una fase successiva è stata rimandata la questione della governance della newco. Serviranno un paio di mesi per stendere i contratti. Al closing si dovrebbe arrivare nel 2021, con la vendita dei diritti tv del triennio 2021-2024 in vista.
La proposta dei tre fondi prevede l’acquisto di una quota del 10% della media company che la Lega Calcio andrà a costituire per gestire i diritti tv e commerciali e che nel complesso sarebbe valutata circa 17 miliardi di euro. I fondi, infatti, inietterebbero sino a 1,7 miliardi di euro per la loro quota, con un minimo garantito (si veda altro articolo di BeBeez). E il fatto più interessante sarebbe un anticipo di 1,1 miliardi da versare subito, al closing, per pompare ossigeno nei conti dei club. Per quanto riguarda la exit, l’offerta prevede un diritto di prima offerta per la Lega nel caso in cui i fondi volessero cedere la loro quota e una call option in favore della Lega al fair market value, che alcune stime collocano intorno ai 2,8 miliardi (14 volte l’ebitda atteso).
CVC ha già una solida esperienza di investimento in campo sportivo (Formula 1, MotoGP e rugby), e Advent nel settore dei media (si veda qui l’elenco degli investimenti), mentre FSI, guidato da Maurizio Tamagnini, garantisce alla cordata un lato italiano. Inoltre, il progetto della cordata non si ferma qui, perché è tornata in auge anche l’idea di utilizzare parte dei capitali per lanciare un fondo infrastrutturale, che potrebbe fornire supporto finanziario per la creazione di nuovi stadi, per i club italiani che lo hanno in programma, oppure per la ristrutturazione degli stadi esistenti. Un’idea, questa, che è allo studio di CVC dallo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso giugno il fondo FSI era entrato in gioco al fianco di CVC quando ancora il fondo era in trattativa esclusiva con la Lega (si veda altro articolo di BeBeez) e si diceva che coinvolgere anche un investitore italiano di solida reputazione nell’operazione sarebbe stato un aspetto molto gradito ai presidenti dei vari club, tanto più che FSI sgr è sì controllata al 51% da Tamagnini e dagli altri manager, ma è partecipata per l’altro 49% da Cdp e Poste Vita (si veda altro articolo di BeBeez). Poi CVC aveva fatto scadere l’esclusiva senza un nulla di fatto, anche perché nel frattempo erano arrivate offerte informali molto più alte da altri soggetti, in particolare da Advent International e Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez) e quindi la gara si era riaperta ufficialmente, con Lazard a fare da advisor (si veda altro articolo di BeBeez). Con CVC alla finestra, FSI era rimasto comunque in partita scendendo in campo al fianco di Advent, che si diceva avesse valutato la Lega Calcio Serie A 13 miliardi di euro, rispetto alla valutazione di 10-11 miliardi sulla base della quale stava ragionando CVC quando era in esclusiva. I tre fondi hanno poi deciso di unire le forze e alzare la posta. Advisor del consorzio sono Rothschild, Credit Suisse e Barclays sul piano finanziario e lo studio Gattai Minoli Agostinelli sul piano legale. A finanziare il consorzio è pronto un pool di banche guidato da Goldman Sachs.