Manuli Rubber Industries, multinazionale italiana attiva nelle applicazioni oleodinamiche, potrebbe presto essere ceduta dalla famiglia Manuli. Gli azionisti hanno dato a William Blair l’incarico di trovare un compratore. Lo riferisce Il Sole 24 Ore., precisando che la società potrebbe essere valutata 500 milioni di euro.
MRI ha chiuso il 2017 con ricavi consolidati per 375,2 milioni, un ebitda di 48,8 milioni, un utile netto di 18,8 milioni e un debito netto pari a 105,8 milioni (si veda qui l’analisi Leanus, una volta registrati gratuitamente). La semestrale 2018 indica invece ricavi netti per 205 milioni a giugno dello scorso anno con 28,3 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 113,4 milioni. Lo scorso anno la società ha poi emesso un bond da 35 milioni di euro, che è stato collocato da Bnp Paribas in qualità di lead manager e quotato al Third Market della Borsa di Vienna. Il bond ha scadenza 2024 e paga una cedola del 3,225%.
Tra i potenziali interessati ci sarebbero Alfagomma e Gates. La prima è leader mondiale nella produzione di sistemi per fluidi industriali e idraulici. Ha sede a Vimercate (Milano) ed è stata fondata nel 1956 da Felice Gennasio. Opera attraverso i marchi Altagomma, Dunlop Hiflex, Argus e Hiflex. Conta 3600 dipendenti, 87 filiali, 21 siti produttivi e un fatturato di 440 milioni di euro. È presieduta da Enrico Gennasio e guidata dall’amministratore delegato Guido Gennasio. Quanto a Gates, opera nello stesso settore, ma ha sede a Denver, in Colorado, ed è una multinazionale con oltre 13.500 dipendenti, presente in 30 nazioni. Ma a guardare il dossier saranno di certo anche fondi di private equity.
Manuli Rubber Industries, fondata nel 1935 da Dardanio Manuli, oggi è guidata dal nipote, figlio di Mario, che porta lo stesso nome del nonno ed è una multinazionale italiana, con sede a Milano, che comprende Manuli Hydraulics e Fluiconnecto by Manuli. La prima progetta, produce e fornisce sistemi per fluidi industriali e idraulici, componenti e attrezzature associate per l’idraulica ad alta pressione e refrigerazione. Fluiconnecto by Manuli è invece una società di servizi focalizzata sul settore dei connettori fluidi ad alta pressione, che fornisce prodotti e conoscenze applicative, nonché servizi di manutenzione, a tutti i mercati. Manuli Rubber Industries fa parte del programma Elite di Borsa Italiana e opera prevalentemente all’estero in termini di vendite e operation (95% per entrambe). La società è stata quotata in Borsa dal 1997 al gennaio 2004, quando la famiglia Manuli l’ha delistata.
Per concentrare le sue attività sulle divisioni idraulica e oil & marine, Manuli Rubber Industries aveva ceduto la divisione automotive, poi rinominata Maflo, al fondo Italian Lifestyle Partners II nell’agosto 2004. Il fondo era stato costituito nel novembre 2003 con una dotazione di 120 milioni di euro e annoverava tra i propri investitori il Banco Popolare di Verona e Novara, Cattolica Assicurazioni, LGT Capital Partners e RAS Allianz. In portafoglio aveva anche Gardaland e Finvetro. La divisione Manuli automotive nel 2003 aveva registrato ricavi per 180 milioni e contava 2 mila dipendenti, su un totale di 358 milioni di euro di ricavi dell’intero gruppo.