Intercos, gruppo specializzato nella produzione di cosmetici per conto terzi, controllato dall’imprenditore Dario Ferrari e partecipato da L-Catterton, Ontario Teachers Pension Plan e il fondo sovrano di Singapore GIC, ieri è sbarcato sul segmento MTA di Borsa Italiana con un balzo del 16,8%, attestandosi a 14,60 euro per azione, contro un prezzo di ipo di 12,50 euro(si veda qui il comunicato stampa), nella parte bassa della forchetta proposta in collocamento di 12- 14,5 euro per azione (si veda altro articolo di BeBeez), con la capitalizzazione che è salita a 1,4 miliardi dagli 1,197 miliardi corrispondenti al prezzo di ipo. Il tutto sulla base di un enterprise value pre-aumento di capitale di 1,153 miliardi di euro, corrispondente a un multiplo EV/ebitda 2020 di 15,5 volte molto più basso dei livelli medi attualmente praticati dai gruppi quotati comparabili, che invece viaggiavano attorno alle 27,2 volte (considerando i prezzi al 7 ottobre scorso, come riportato nella Nota informativa).
In fase di collocamento istituzionale, iniziato lo scorso 21 ottobre e conclusosi il 28 ottobre , Intercos Group aveva raccolto 318 milioni di euro, di cui 44 milioni in aumento di capitale, con un flottante del 26,5%, escludendo il potenziale esercizio dell’opzione di over-allotment (si veda qui il comunicato stampa). In caso di esercizio integrale della greenshoe, l’importo complessivo raccolto sarà di 350 milioni e il flottante salirà al 29,2%. I proventi netti derivanti dall’aumento di capitale saranno impiegati da Intercos per finanziare lo sviluppo e la crescita della propria attività, e perseguire iniziative strategiche.
Nel dettaglio, sono stati collocati: 3,5 milioni di azioni ordinarie, rivenienti dall’aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione, e in altri 21,9 milioni, di cui la maggior parte è stata offerta in vendita da CP7 Beauty LuxCo sarl., controllata da L Catterton, e da The Innovation Trust, controllata dal fondo pensione canadese Ontario Teachers’ Pension Plan, a cui si aggiungono le azioni offerte da Dafe 3000 e Dafe 4000, società controllate dall’attuale socio di maggioranza Dario Ferrari e partecipate dal fondo sovrano di Singapore GIC, e quelle offerte dalla società per conto dell’amministratore delegato Renato Semerari.
Ferrari a valle dell’ipo ha mantenuto il controllo della governance di Intercos, anche attraverso l’adozione di un meccanismo di voto maggiorato. Ricordiamo che il capitale di Intercos era detenuto dalle holding controllate da Ferrari per il 45,5%, per il 33,7% da LCatterton e per il 20,6% da Ontario Teachers.
Ferrari a valle dell’ipo manterrà il controllo della governance di Intercos, anche attraverso l’adozione di un meccanismo di voto maggiorato. Ricordiamo che il capitale di Intercos è attualmente detenuto dalle holding di Ferrari (Dafe 3000, Dafe 4000 e Dafe 5000) per il 44,4%, per il 33,7% da LCatterton e per il 20,6% da Ontario Teachers, con gli azionisti di minoranza all’1,23%. Dopo l’offerta, Dafe 400 e Dafe 5000 si diluiranno al 40,7% (ma grazie al voto plurimo avranno circa il 57,9% dei diritti di voto, mentre Dafe 3000 scenderà a zero ), LCatterton al 18% e Ontario Teachers al 13,6%, con gli azionisti di minoranza che scenderanno all’1,09% e il 26,53% che andrà al mercato (con il 18,85% dei diritti di voto). In caso di integrale esercizio della greenshoe, le holding Dafe 4000 e Dafe 5000 andranno al 40,5% (con il 57,65% dei diritti di voto), L Catterton andrà al 16,3% e Ontario Teachers al 12,88%, mentre gli azionisti di minoranza resteranno all’1,09% e il mercato salirà al 29,2% (con il 20,8% dei diritti di voto).
Il periodo di lock-up sarà di 180 giorni dalla data di avvio delle negoziazioni sia per la società sia per gli azionisti venditori ed alcuni amministratori ed esponenti chiave del management della società.
Nell’ambito dell’offerta, BNP Paribas, Morgan Stanley, UBS e Jefferies agiscono in qualità di joint global coordinators. BNP Paribas agisce anche in qualità di sponsor a fini dell’ammissione a quotazione delle azioni. Rothschild & Co agisce in qualità di advisor finanziario della società, mentre Cornelli Gabelli e Associati è l’advisor finanziario dell’azionista di controllo. Gli advisor legali incaricati dalla società sono White & Case, Maisto e Associati, Studio Legale Giliberti Triscornia e Associati mentre Linklaters agisce in qualità di advisor legale per i joint global coordinator.
Dario Ferrari, fondatore e presidente di Intercos Group, ha commentato ieri in occasione del suono della campanella in borsa: “Alla vigilia dell’anniversario dei 50 anni di storia del nostro gruppo, la borsa rappresenta un altro tassello importante e testimonia la nostra costante dedizione, competenza e passione. Intercos ha affrontato con successo le sfide e i cambiamenti dell’ultimo biennio, conseguendo solidi risultati grazie a una strategia chiara che fa, da sempre, dell’innovazione, della presenza globale e della sostenibilità i propri punti di forza. Siamo molto soddisfatti dell’accoglienza da parte della comunità finanziaria che ha compreso appieno il nostro modello di business. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno del nostro straordinario team che con un approccio visionario, crea, ogni giorno, prodotti unici, in grado di anticipare le tendenze e interpretare al meglio i gusti dei clienti. Grazie alla quotazione in Borsa proseguiremo nei nostri progetti di crescita e sviluppo e siamo pronti ad affrontare le nuove sfide che ci attendono.”
Il pirotecnico debutto a Piazza Affari di Intercos è il lieto fine di quella che era divenuta una piccola Odissea. Diverse volte infatti l’azienda brianzola dei cosmetici aveva provato a quotarsi. Infatti già nell’ottobre del 2019 era già tutto pronto per il collocamento, affidato a UBS, BNP Paribas, Morgan Stanley e Jefferies, che avrebbero dovuto collocare a inizio 2020 circa il 50% del capitale in un’operazione stimata in 1,5 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Poi però lo scoppio della pandemia da Covid-19, il cui arrivo in Italia fu preceduto da una forte volatilità sui mercati mondiali, convinse azionisti e banche collocatrici a soprassedere e a inizio dicembre 2020 era stato appunto annunciato l’investimento del fondo di Singapore GIC per il 9% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Un tentativo di ipo ancora precedente risale addirittura al 2014 quando, sempre in ottobre, il gruppo si apprestava a collocare circa il 44% per una capitalizzazione compresa tra 320 e 411 milioni di euro. Operazione che fu poi accantonata per le turbolenze scoppiate sui mercati finanziari. Tra l’altro proprio in quella occasione per sostenere il collocamento Tamburi Investment Partners (TIP) sottoscrisse circa 3,4 milioni azioni, che si aggiungevano a poco più del 17% di Dafe 4000, una delle holding con cui Dario Ferrari controlla circa il 44% del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). Alla fine del 2014, TIP uscì dall’azionariato, cedendo come detto le sue azioni a L Catterton (si veda altro articolo di BeBeez).
Intercos ha risentito dell’impatto del Covid-19 chiudendo il bilancio consolidato 2020 con un fatturato in calo a 606,5 milioni di euro, 86,95 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 194 milioni (si veda qui il bilancio consolidato 2020). Il 2019 si era invece chiuso con circa 713 milioni di euro di ricavi, 116 milioni di ebitda rettificato e un debito finanziario netto di 182 milioni, in calo dai 213 milioni di fine 2018 (si veda qui il bilancio consolidato 2019). Il debito a fine 2019 includeva i 120 milioni di euro di bond emessi nel 2015 e in scadenza nel 2025 che sono stati poi rimborsati in anticipo nel marzo 2020 (si veda qui il comunicato stampa).
I primi sei mesi del 2021 sono andati un po’ meglio in termini di ricavi saliti a 314,6 milioni (da 277,54 milioni nei primi sei mesi 2020), ma non ancora di redditività, visto che l’ebit è sceso a 18,25 milioni (da 19,05 milioni), mentre il debito finanziario netto era sceso a 174,5 milioni. A proposito di debito, però, va ricordato che lo scorso agosto Intercos si è assicurata un doppio finanziamento da 30 milioni di euro ciascuno da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit, entrambi con Garanzia Italia di SACE e della durata di 18 mesi (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso agosto Intercos si è assicurata un doppio finanziamento da 30 milioni di euro ciascuno da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit, entrambi con Garanzia Italia di SACE e della durata di 18 mesi (si veda altro articolo di BeBeez) Intercos è uno dei principali operatori business to business a livello globale nella creazione, produzione e commercializzazione di prodotti cosmetici (make-up) e per il trattamento della pelle (skin-care) oltre che per il trattamento dei capelli e del corpo (hair&body), destinati ai principali marchi nazionali e internazionali, ai marchi emergenti, nonché ai retailer attivi nel mercato della cosmesi e, più in generale, del beauty. Fondato nel 1972 da Dario Ferrari, Intercos annovera tra i suoi maggiori clienti i principali marchi dell’industria cosmetica, può contare su un organico di circa 5.200 risorse, 11 centri di ricerca, 15 stabilimenti produttivi e 15 uffici commerciali in tre continenti.