Sia, gruppo leader nei servizi e nelle infrastrutture di pagamento, controllato da Cdp Equity, potrebbe sbarcare in Borsa con una capitalizzazione di oltre 4 miliardi di euro, dopo un aumento di capitale in ipo da 1-1,5 miliardi di euro. Lo riferiscono voci di mercato, riportate dall’agenzia di stampa Reuters, in linea con i numeri già proposti da BeBeez nei mesi scorsi.
Intanto Sia, assistita da Rothschild come advisor, sta scegliendo i global coordinator, con JP Morgan e Unicredit che sarebbero in pole position. La fusione con un altro operatore del settore, in particolare con Nexi, resta comunque un’ipotesi sul tavolo come opzione alternativa alla quotazione in Borsa per Sia.
Il Consiglio di amministrazione della società aveva approvato a inizio febbraio 2020 la quotazione in Borsa entro l’estate 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Dell’ipo si parlava da oltre un anno. Nel febbraio 2019, in occasione dell’approvazione del piano industriale 2019-2021, l’amministratore delegato Nicola Cordone aveva detto che se Sia avesse deciso per l’ipo, avrebbe puntato a una raccolta di 1 miliardo di euro e l’operazione sarebbe consistita in parte in un aumento di capitale e in parte nella cessione di una fetta delle quote azionarie in mano ai soci (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma l’ipotesi ipo non è appunto l’unica opzione disponibile. A fine gennaio un report di Goldman Sachs ipotizzava per Sia un enterprise value di 3-3.5 miliardi di euro nel caso di merger con Nexi, che darebbe vita a un campione nazionale con una quota di mercato di circa il 70% (45% Nexi, 25% Sia), generando importanti sinergie di costo. A comprare sarebbe Nexi, che potrebbe pagare con un mix di azioni e debito.
Sul fronte della valutazione, l’ultimo punto di riferimento ufficiale è il dato dello scorso novembre, quando F2i sgr e HAT sgr hanno ceduto le rispettive quote in Sia a Cdp Equity e Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno ceduto le loro a FSIA Investimenti (30% Poste Italiane e 70% FSI Investimenti, che a sua volta è controllata al 77% da Cdp Equity e per il restante 22,88% dalla Kuwait Investment Authority). Al termine dell’operazione, Cdp Equity ha quindi comprato il 25,69% di Sia, mentre FSIA è salita dal 49,48% al 57,5%, per un totale quindi di Cdp Equity dell’83,19% tra Cdp Equity e FSIA. Il resto del capitale continua invece a fare capo a Banco Bpm, Mediolanum e Deutsche Bank (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione con i fondi, come anticipato da BeBeez lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez), è stata condotta sulla base di un equity value di Sia di 2,4 miliardi di euro e di un enterprise value di circa 3,2 miliardi, pari a 12,5 volte l’ebitda atteso per il 2019 e 14,6 volte l’ebitda normalizzato 2018, che è stato di 222 milioni di euro, a fronte di ricavi netti per 614,8 milioni e di una posizione finanziaria netta di 723,9 milioni di euro. L’operazione con le banche, invece, è avvenuta sulla base di una valutazione più bassa, perché fissata da un’opzione call che è stata esercitata. Partendo quindi da quell’equity value di 2,4 miliardi per Sia e aggiungendo un aumento di capitale da 1-1,5 miliardi, si arriva a 3,4-3,9 miliardi di euro di capitalizzazione post aumento. Ovviamente per un’ipo si proverebbe a partire da un equity value pre-money un po’ più alto e quindi l’ipotesi di sbarco in Borsa per Sia con una capitalizzazione di oltre 4 miliardi, come riferito da Reuters, appare ragionevole.
Negli ultimi anni Sia è cresciuta in misura importante e ha dato grandi soddisfazioni ai suoi azionisti. Nel marzo 2019 ha annunciato un dividendo per il 2018 di ben 60 milioni di euro, dopo aver staccato un dividendo analogo da 59,9 milioni per l’esercizio 2017, un altro da 44,55 milioni per il 2016, uno da 49,69 milioni per il 2015 e uno da 35,68 milioni per il 2014. In totale, poco meno di 250 milioni di euro di dividendi in 5 anni (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2018 il Gruppo Sia ha gestito complessivamente 7,2 miliardi di operazioni con carte (+18,1% dal 2017), 14 miliardi di transazioni per i servizi istituzionali (+6,7%) e 3 miliardi di operazioni di pagamento relative a bonifici e incassi (-2,4% per i più bassi volumi relativi a pagamenti non-SEPA e all’operatività di filiali di banche estere in Italia). Sui mercati finanziari il numero delle transazioni di trading e post-trading è stato di 51,7 miliardi (-8% legato a efficientamenti tecnologici delle logiche di mercato che hanno ridotto il numero totale degli ordini). Sia ha gestito un traffico di oltre 1.204 terabyte di dati, in aumento del 53,6% rispetto al 2017, sui 186.000 km. della rete SIAnet, con una totale disponibilità dell’infrastruttura e livelli di servizio del 100%.
Sia dal dicembre 2019 è presieduta da Federico Lovadina. Nel gennaio scorso Sia, insieme a Cetif (Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari dell’Università Cattolica di Milano) e Reply (società quotata a Piazza Affari, specializzata nella progettazione e realizzazione azione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali) ha cominciato a sperimentare la gestione delle fideiussioni tramite blockchain (si veda altro articolo di BeBeez).
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