Venerdì 16 aprile NB Renaissance ha annunciato il lancio di un’opa totalitaria finalizzata al delisting su Sicit Group, società quotata sul segmento Star del MTA, attiva nel settore agrochimico e industriale ed eccellenza della green e circular economy. Sicit si era quotata in Borsa sul segmento Aim Italia nel maggio 2019 a seguito della business combination con la Spac SprintItaly (si veda altro articolo di BeBeez), per poi passare al segmento MTA nel giugno 2020. Oggi è controllata al 43,4% da Intesa Holding, finanziaria che fa capo a 33 azionisti, per la maggioranza imprenditori conciari.
Sulla notizia il titolo ha chiuso la seduta borsistica con un balzo del 7,4% a 16,6 euro , comunque un livello sensibilmente superiore al prezzo dell’offerta, cioè 16 euro per azione, da cui andrà inoltre detratto qualsiasi dividendo eventualmente deliberato e corrisposto prima della data di pagamento del corrispettivo dell’opa. Tra l’altro uno studio di Intesa Sanpaolo pubblicato lo scorso 7 aprile stimava un target price per la società veneta di 17,2 euro, livello peraltro toccato all’inizio della seduta borsistica di venerdì 16.
L’offerta sarà effettuata attraverso il veicolo Circular BidCo, interamente partecipato in via indiretta da NB Renaissance (attraverso Circular HoldCo spa, a sua volta controllata da Galileo Otto sarl) e nel cui capitale, al termine dell’operazione, reinvestirà anche la stessa Intesa Holding, che si è impegnata ad aderire all’offerta con tutte le azioni di Sicit Group di sua titolarità (si vedano qui il comunicato stampa di NB Renaissance, qui la comunicazione di opa e qui la nota dei consulenti). Legance e IMI Intesa Sanpaolo hanno assistito NB Reinassance e il suo veicolo Circular BidCo nella promozione dell’opa. Chiomenti ha affiancato Intesa Holding. I profili notarili dell’operazione sono stati curati dal Notaio Angelo Busani
Il prezzo unitario di 16 euro corrisponde a un premio del 3,3% rispetto al prezzo ufficiale unitario di chiusura delle azioni registrato l’ultimo giorno di borsa aperta precedente all’annuncio dell’opa e pari, rispettivamente, al 16,3%, 22,1% e 30,3% rispetto al prezzo medio ponderato per i volumi scambiati negli ultimi 3, 6, e 12 mesi. L’opa prevede quindi un esborso massimo complessivo di oltre 362 milioni per Circular BidCo.
L’operazione è subordinata, tra l’altro, al raggiungimento da parte di Circular BidCo di una partecipazione complessiva di almeno il 95% del capitale di Sicit Group. Al termine dell’operazione, Circular BidCo arriverà a possedere, nel migliore dei casi, il 100% di Sicit Group e sarà, a sua volta, indirettamente partecipata da NB Renaissance e Intesa Holding in egual misura.
L’opa è funzionale a rilevare il flottante attualmente sul mercato e ha come obiettivo il delisting di Sicit Group dalla Borsa di Milano e lo sviluppo del posizionamento di mercato dell’emittente, al fine di consentirgli l’assunzione di un ruolo leader nei settori di appartenenza, assicurandone al contempo la stabilità dell’assetto azionario e manageriale necessaria in un contesto tecnologico in evoluzione come quello in cui l’emittente opera.
Fondata nel 1960 a Chiampo (Vicenza), Sicit trasforma i residui di lavorazione provenienti dalla concia delle pelli in idrolizzati proteici, utilizzati principalmente come biostimolanti per l’agricoltura e ritardanti per l’industria del gesso. Sicit ha chiuso il 2020 con ricavi per 63,2 milioni (+11,5% dal 2019); un utile rettificato di 14,6 milioni (+16%); un ebitda consolidato di 24,1 milioni (+14%); una disponibilità di cassa netta in discesa da 29,3 a 20,5 milioni. La società ha proposto infine la distribuzione di un dividendo di 0,55 euro per azione (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che la Spac SprintItaly con cui Sicit era arrivata in Borsa nel 2019 al prezzo di 10 euro (si veda altro articolo di BeBeez) era stata promossa da Fineurop, Gerardo Braggiotti, Matteo Carlotti e Francesco Pintucci e nel luglio 2017 aveva raccolto 150 milioni di euro dagli investitori (si veda altro articolo di BeBeez). A Sicit in Borsa era stato attribuito un equity value di 160 milioni (corrispondente a un enterprise value di 7 volte l’ebitda del 2017, che era stato di 22,2 milioni). Al momento della business combination, gli azionisti di SprintItaly, con un investimento di 100 milioni, controllavano il 54% della combined entity mentre il resto faceva capo a Intesa Holding. Le restanti risorse raccolte da Sprintitaly in sede di collocamento, cioé altri 50 milioni, erano poi state distribuite agli azionisti di SprintItaly al netto dell’esborso per i recessi (12,5 milioni di euro). Il rimborso era stato quindi di 37,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) pagato nella forma di un dividendo straordinario di 2,669 euro per azione ai soci della Spac che non hanno esercitato il recesso.