Ci sarebbero almeno tre manifestazioni di interesse in arrivo per la Luiss Business School, tutte da fondi di private equity che hanno già investito nel settore: CVC Capital Partners, Nextalia sgr e Palamon Capital. Lo ha rivelato MF Milano Finanza.
Il primo della lista, CVC Capital Partners, controlla Multiversity, la holding a cui fanno capo l’Università Telematica Pegaso e l‘Università Mercatorum e che a inizio agosto ha siglato un accordo con il Gruppo San Raffaele per l’acquisizione dell’Università Telematica San Raffaele Roma (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che nel novembre 2019 CVC, attraverso Paganini Investments sarl, aveva acquisito da Multiversity spa (Multispa), che allora faceva capo all’imprenditore Danilo Iervolino, sia il 50% del capitale di Multiversity srl (Università Telematica Pegaso e Università Mercatorum) sia il 50% dell’erogatore dei programmi internazionali di certificazione delle competenze digitali Certipass (si veda altro articolo di BeBeez). Poi nel settembre 2021 CVC aveva siglato con Iervolino l’accordo per acquistare, attraverso Paganini BidCo spa il restante 50% di Multiversity e di Certipass. Più nel dettaglio CVC aveva comprato il 100% di Wversity srl, la holding con la quale Iervolino possedeva il 100% di Multiversity spa, cui fanno capo il 50% di Multiversity srl (Università Telematica Pegaso e Università Mercatorum) e il restante 50% di Certipass (si veda altro articolo di BeBeez). Quell’ultima operazione era stata finanziata con l’emissione di un bond da 765 milioni di euro da parte della controllante Paganini BidCo spa (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente al closing, come si legge nel Prospetto del bond, Paganini BidCo spa, Wversity e Multispa si sono fuse in Multiversity srl con una fusione inversa, per cui alla fine è sopravvissuta soltanto Multiversity srl, che subentra in tutte le obbligazioni delle società incorporate, incluso quindi il bond emesso da Paganini BidCo spa. L’intero gruppo è stato valutato circa 1,5 miliardi di euro.
In corsa per la Luiss Business School c’è poi Nextalia sgr, che insieme a Intesa Sanpaolo ha costituito Digit’ed una piattaforma che sta costruendo un polo dell’Alta Formazione a partire dalla già esistente Intesa Sanpaolo Formazione. Nextalia ha capitalizzato Digit’ed all’80% mentre il restante 20% fa capo al gruppo bancario guidato dal ceo Carlo Messina (si veda altro articolo di BeBeez). La percentuale di partecipazione della banca alla nuova iniziativa è il risultato del reinvestimento nel nuovo progetto da parte della banca di quanto incassato per la cessione alla newco di Intesa Sanpaolo Formazione, nei confronti della quale è stato previsto anche il conferimento dalla capogruppo di specifiche attività afferenti alla progettazione e produzione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del gruppo. L’accordo si colloca nell’ambito di una più ampia operazione con l’obiettivo di posizionare la nuova società come soggetto aggregatore delle migliori realtà attive nel settore, ai cui soci può essere offerto l’ingresso nel capitale nella società. Lo scorso aprile Digit’ed ha già condotto una prima acquisizione, comprando Altaformazione, leader in Italia nello sviluppo di soluzioni innovative nella formazione e digital learning, con particolare focus sul training al personale delle aziende. A vendere è stato il fondatore Vittorio ZIngales (si veda altro articolo di BeBeez).
Il terzo nome è quello di Palamon Capital, che controlla la Business School 24, nata nel 2017 come spin-off della business unit de Il Sole 24 Ore, attiva nella formazione già dal 1991. La società è controllata al 100% dal fondo Palamon Capital Partners dal settembre 2019, quando Palamon, attraverso il veicolo Education Limited, ha acquisito la partecipazione residua del 49% de Il Sole 24 Ore (si veda altro articolo di BeBeez). Allora Palamon aveva pagato a Il Sole 24 Ore una prima tranche da 5 milioni di euro del corrispettivo complessivo di 21,5 milioni, da saldarsi entro il 31 dicembre 2021. Palamon era salito al 51% di Business School 24 nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver acquisito il 49% della società nell’agosto 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). A fine giugno 2021 la società ha emesso due bond da 19 milioni di euro che sono stati sottoscritti da Finint Investments sgr con il fondo di private debt Pmi Italia II, Anthilia Capital Partners attraverso i fondi di private debt Anthilia BIT III e Anthilia BIT IV, Ver Capital sgr attraverso il fondo Ver Capital Credit Partners SMEs VII e da Banco di Credito P. Azzoaglio(si veda altro articolo di BeBeez).
La scuola di management dell’Università Luiss si è preparata all’ingresso di un nuovo investitore già lo scorso maggio, quando si è trasformata in società per azioni, con l’Ateneo intitolato a Guido Carli che ha mantenuto la direzione e il controllo al 100% (si veda qui il comunicato stampa). La gestione della nuova legal entity, Luiss Business School spa, è stata affidata Luigi Abete, past president di Confindustria e presidente dal 2009 della Luiss Business School. Il professor Raffaele Oriani, già Associate Dean for Faculty e Direttore della Business Unit Custom & Consulting, è stato invece nominato Direttore Scientifico.
Attiva da oltre trent’anni, come divisione dell’Università dedicata alla formazione post-lauream, la Luiss Business School punta ora a valorizzare ancor di più gli Hub di Milano, Belluno e Amsterdam. Proprio nella Capitale olandese, nel 2020 ha rilevato la Amsterdam Fashion Academy (AFA), una realtà dell’higher education dedicata ai segmenti moda e lusso con 200 studenti, il 73% dei quali provenienti da 20 Paesi di tutto il mondo. Con l’obiettivo di creare un polo di alta formazione, consulenza e ricerca applicata anche nel Nord Italia, ha inaugurato a gennaio 2020 una nuova sede in Veneto, grazie alla collaborazione con Confindustria Belluno Dolomiti, per offrire corsi e master nell’area business&management alle imprese e ai giovani del Nord del Paese, dove è già presente dal 2018 con il Milano Luiss Hub.
Ricordiamo che la proprietà dell’Ateneo è di Confindustria. Il Progetto Luiss di formazione superiore universitaria e post universitaria fu avviato infatti agli inizi degli anni ’70 quando Umberto Agnelli riunì intorno a sé un significativo gruppo di imprese private, di enti pubblici e di istituti di credito per finanziare la ristrutturazione dei corsi di una preesistente Università religiosa in liquidazione. Al progetto ha poi dato un forte impulso, sotto la presidenza di Gianni Agnelli (1974-76), anche la Confindustria, la quale nel 1978, pose il proprio presidente pro-tempore Guido Carli al vertice della nuova istituzione e poi nell’estate 1980, quando era presidente Vittorio Merloni, acquisì definitivamente il controllo della ALuiss, ente, per legge, promotore della Libera Università e garante della sua autonomia economica.
Proprio per i suoi legami diretti con Confindustria, Nextalia potrebbe essere avvantaggiata nella corsa per l’ingresso nel capitale della Luiss Business School. Lo scorso aprile, infatti, Confindustria è entrata nel capitale della sgr, affiancandosi al gruppo di primari investitori istituzionali già presenti nella compagine azionaria dell’sgr e cioé Intesa Sanpaolo, UnipolSai Assicurazioni, Coldiretti e Micheli Associati, presenti dal momento della fondazione della società a inizio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).