La Cdp lancia l’allarme: in Italia la situazione delle residenze per studenti universitari fuori sede è critica. Lo dice uno studio dell’istituto guidato da Dario Scannapieco, intitolato “Student housing: quale futuro tra pubblico e privato” (si veda qui i comunicato stampa).
L’analisi condotta sulla base di tre fattori chiave, domanda potenziale di posti letto, mercato delle locazioni private e dinamiche della popolazione studentesca fuorisede, segnala anzitutto che l’attuale offerta riesce a soddisfare meno dell’8% della richiesta, e che il fabbisogno di alloggi per studenti risulta particolarmente urgente nelle città universitarie del Centro–Nord e, in particolare, nelle grandi aree metropolitane Il gap stimato a Milano è di circa 16 mila posti letto, poco meno di 7 mila rispettivamente a Torino, Bologna e Roma.
Per colmare il gap a livello nazionale servono altri 100 mila posti letto, secondo la Cdp, che pure ha fatto dello student housing uno dei cardini del piano strategico 2022-24 (si veda altro articolo di BeBeez). E infatti non a caso il PNRR ha stanziato un miliardo di euro per lo student housing, proprio per coprire il fabbisogno di posti letto nelle grandi aree appena citate. A questo scopo sono state anche previste misure tese a coinvolgere il capitale privato.
Tuttavia, avverte la Cdp, anche se queste cifre sembrano preludere a un grande potenziale di sviluppo, la crescita del segmento incontra tre importanti ostacoli. Anzitutto manca una classe di investimento specifica riconosciuta appetibile per gli investitori. In secondo luogo l’eterogeneità degli attori coinvolti porta a una frammentazione della governance degli investimenti. Infine, mancano misure incentivanti sui piani fiscale e burocratico.
I futuri interventi sul segmento, suggerisce la Cdp, dovranno essere orientati alla sostenibilità economico–finanziaria, anche privilegiando una diversificazione sia in termini di utenza target (non solo studenti ma anche lavoratori fuorisede), sia in termini di durata dei canoni di locazione (breve termine vs lungo termine).
Certo, gli investimenti nello student housing si stanno moltiplicando con sempre maggiore frequenza, anche perché in Europa l’eccesso di domanda sull’offerta, segnala uno studio del febbraio 2021 di Savills, è destinato ad aumentare.
A titolo di esempio, nel gennaio 2020, Banca Profilo ha lanciato un fondo immobiliare da 100 milioni di euro per investire negli studentati (si veda altro articolo di BeBeez). Il veicolo punta a raccogliere 100 milioni di euro e ha un obiettivo di rendimento intorno all’8-10% nei prossimi 5 anni.
Sempre nel 2020, ad aprile, la società di consulenza, promozione e sviluppo immobiliare milanese Euromilano ha ceduto per 17 milioni di euro due terreni situati in zona Bovisa a Milano a due distinti investitori inglesi con destinazione student housing (si veda altro articolo di BeBeez). Per il primo terreno, passato di mano per 10 milioni di euro, è stato firmato un preliminare che segue un’offerta vincolante di fine 2019. L’acquirente è un gruppo inglese specializzato in studentati, che si appoggia a una sgr immobiliare italiana. Lo studentato avrà 300 posti letto e sarà situato nei pressi della stazione Bovisa. Per il secondo immobile Euromilano firmerà il contratto preliminare entro fine mese. L’investitore pagherà il terreno 7 milioni di euro. Anche in questo caso la destinazione è uno studentato, che conterà circa 300 posti letto e sarà situato vicino alla stazione di Villapizzone.
Nel dicembre dello stesso anno, Finint sgr del Gruppo Banca Finint ha lanciato Pitagora, un nuovo fondo immobiliare dedicato allo student housing (si veda altro articolo di BeBeez). Il veicolo ha una durata di 12 anni e un obiettivo di raccolta di 100 milioni di euro, che saranno investiti nella realizzazione di circa 1600 posti letto. Pitagora è riservato a investitori istituzionali, non professionali ed enti pubblici.
Contemporaneamente FattoreItalia srl, la società di gestione fondata da Ernesto Albanese (ex Amministratore Delegato Coni Servizi SpA, Eurofly, e Atahotels) e Stefano Tanzi (ex Kpmg ed ex partner di 21 Investimenti), è salita al 100% dello sviluppatore di studentati CampusX. di cui possedeva già il 40% , comprando il restante 60% dal gruppo Siram, parte del gruppo francese Veolia. L’obiettivo è aprire grandi residenze universitarie in tutte le principali città italiane, tra cui CX Place Milan Bovisa, la più grande residenza universitaria di Milano e la seconda in Italia, situata nell’omonima area, la cui apertura, programmata per il 2023, renderà disponibili 1092 posti letto. (si veda altro articolo di BeBeez) oltre a due residenze a Torino, per un totale di circa 500 posti letto.
Nel maggio del 2021 l’asset manager britannico M&G ha finanziato tramite la formula del forward funding, lo sviluppo di una residenza destinata ad alloggi per studenti nel centro di Torino per 63 milioni di euro dopo averne finanziato un altro, nel novembre 2020, da 513 posti letto a Bologna per 62 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Anche un altro colosso dell’immobiliare come Hines lo scorso gennaio ha inaugurato Milan Giovenale, il primo studentato di Hines in Italia, situato tra via Giovenale e via Col Moschin a Milano, che su una superficie complessiva di 16.000 mq offre un totale di circa 600 posti letto e il prossimo settembre lancerà il secondo, sempre a Milano, ma in via Ripamonti. Su una superficie di 24.557 mq offrirà 700 posti letto (si veda altro articolo di BeBeez).
Mentre lo scorso febbraio il gruppo olandese The Student Hotel (TSH) ha incassato un prestito a impatto sociale e ambientale da 145 milioni di euro da Unicredit coperto da una garanzia green di Sace per 54 milioni, la quale prevede tra le sue condizioni il raggiungimento di un rating BREEAM Very Good per due studentati a Roma San Lorenzo e a Firenze Belfiore oltre alla aderenza alla tassonomia UE per le attività sostenibili (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta delle stesse due iniziative che TSH aveva annunciato nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Progetti che tuttavia nel loro insieme danno una risposta abbastanza limitata al fabbisogno segnalato dalla Cdp, le cui stime portano a concludere che la somma stanziata dal PNRR dovrebbe essere di portata ben maggiore.