Attestor Capital rivoluziona il vertice di Banca Intermobiliare. Trinity Investment Designated Activity Company, la società veicolo con la quale il fondo britannico ha comprato l’89,3% della private bank torinese, rilevando prima le quote di Veneto Banca e lanciando poi un’opa sul titolo (si veda altro articolo di BeBeez), ha presentato la lista dei candidati per il nuovo consiglio di amministrazione, indicando alla presidenza Jürgen Dennert, ex ceo di Medio Credito Centrale, che sostituirà Maurizio Lauri, e come nuovo amministratore delegato Claudio Moro, ex ad di Banca Leonardo e con una passata esperienza a Lazard, che sostituirà Matteo Colafrancesco. La nomina del Cda sarà all’ordine del giorno dell’assemblea convocata a Torino per il prossimo 30 aprile e che dovrà anche approvare il bilancio 2018, sul quale pochi giorni fa sono state apportate nuove rettifiche. titolo Bim ieri a Piazza Affari a chiuso a 0,158 euro, in calo del 2,17% da martedì.
La nota della banca relativa al deposito della lista precisa che “il presidente dott. Maurizio Lauri e l’amministratore delegato dott. Matteo Colafrancesco avevano precedentemente rappresentata al socio di controllo, esposta la conseguita messa in sicurezza della Banca per il tramite sia di diverse operazioni straordinarie che della migrazione informatica nonché della rivisitazione dell’attività corrente, la indisponibilità per un nuovo mandato”.
Tra gli altri componenti della lista spicca anche Massimo Tosato, forte di un’esperienza ventennale in Schroders dopo essere uscito per arrivare a dirigere come ad Quaestio sgr da cui si è dimesso la scorsa estate. Tosato è oggi anche consigliere indipendente di Pictet.
In una nota a parte Trinity ha detto che “si apre ora una nuova fase volta a consolidare il posizionamento della banca nel segmento del wealth management” e, a proposito della lista, ha precisato che “si tratta di una lista autorevole, all’altezza delle sfide che attendono una banca storica come BIM chiamata ad affrontare i nuovi scenari del mercato del credito con entusiasmo e competenza. Ringraziamo il presidente Lauri e l’amministratore delegato Colafrancesco che hanno portato a termine con successo un’importante opera di derisking”.
La presentazione della lista di candidati arriva, peraltro, a valle dell’impegno assunto da Trinity nei giorni scorsi a intervenire con operazioni di rafforzamento patrimoniale, ove si rendesse necessario, in modo da assicurare che nell’arco dei prossimi dodici mesi siano rispettati i coefficienti patrimoniali regolamentari. La settimana scorsa, infatti, si diceva, è stata infatti rivista al rialzo la perdita del 2018 rispetto ai preliminari di febbraio a causa di maggiori rettifiche su crediti (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, sono state aumentate le rettifiche per 4,9 milioni di euro, a seguito del peggioramento del merito creditizio e della relativa valutazione di alcune esposizioni creditizie; e sono stati aumentati di 1,3 gli accantonamenti al fondo rischi e oneri a fronte di aggiornamenti nelle valutazioni. Queste modifiche hanno determinato, rispetto a quanto precedentemente comunicato al mercato, un risultato di periodo consolidato negativo per 153,7 milioni di euro (contro la perdita di 147,5 milioni dei risultati preliminari), con conseguente decremento del patrimonio netto consolidato per 6,2 milioni, che si attesta così a 80,8 milioni (dagli 87,1 milioni dei risultati preliminari).
Nel comunicato poi la banca precisava che “le incertezze fisiologicamente legate alla realizzazione del piano industriale nel 2019, unite alle decisioni, non ancora pervenute, che l’Autorità di Vigilanza potrebbe assumere nell’ambito della Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) Decision, hanno indotto il socio di maggioranza a rappresentare formalmente alla Banca il supporto con cui si impegna ad intervenire, ove si rendesse necessario, con operazioni di rafforzamento patrimoniale, in modo da assicurare che, nell’arco dei prossimi dodici mesi, siano rispettati i coefficienti patrimoniali regolamentari”.