Il gruppo Rina spa, leader nei settori energy, marine, transport & infrastructure e della certificazione e consulenza ingegneristica, ha rifinanziato il debito per 150 milioni di euro. BnpParibas e UniCredit che hanno agito in qualità di mandated lead arranger e bookrunner dell’operazione. Rina è stato assistito sul piano legale e fiscale da Gattai, Minoli, Agostinelli & Partners, mentre le banche sono state supportate dallo studio legale internazionale Simmons & Simmons.
Rina spa è la società nata da quello che una volta era il Registro Italiano Navale e che ha progressivamente esteso i propri servizi dalla classificazione alla certificazione, dal collaudo all’ ispezione, dalla formazione al consulting engineering e ampliato la gamma dei settori in cui opera, includendo, oltre all’industria navale, anche ambiente, responsabilità sociale, energia, infrastrutture, trasporti e logistica, agroalimentare, tecnologia e innovazione. in uno dei maggiori operatori mondiali nel business della certificazione.
Rina è controllato dal Registro Navale Italiano, un ente morale di natura privata (paragonabile a una fondazione) nel cui consiglio di amministrazione siedono i rappresentanti di varie associazioni di Camere di Commercio, armatori, assicurazioni, cantieri e altri professionisti. Dall’aprile 2014 il gruppo è partecipato da Palladio, attraverso Vei Capital e Venice Shipping & Logistics, e NB Renaissance (che ha rilevato la quota da Intesa Sanpaolo), che hanno sottoscritto inizialmente un aumento di capitale da 25 milioni, impegnandosi in investimenti successivi sottoforma di equity e di obbligazioni convertibili sino a un totale di 100 milioni, corrispondente a non oltre il 30% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Guidato dal presidente e amministratore delegato Ugo Salerno, il gruppo ha chiuso il bilancio 2017 con 437 milioni di euro di ricavi (dai 398,9 milioni del 2016) e un ebitda di 51,7 milioni (da 47,8 milioni), risultato di una buona performance del settore marine con una crescita del 3% in termini di ricavi , di quello della certificazione (+4%) e di quello dei trasporti e infrastrutture (+2%), mentre si è registrata una flessione delle attività nel settore dell’oil & gas (-9%), dove il prezzo del petrolio ha costretto le principali società petrolifere mondiali a un forte ridimensionamento degli investimenti. Per compensare questa situazione negativa, il Rina ha concentrato i propri sforzi nei settori vicini a quello dell’upstream, individuando nuove nicchie e puntando su geografie meno penalizzate dalla crisi. L’azienda ha, infatti, continuato a perseguire gli obiettivi di diversificazione geografica delle attività in Malesia, il Mozambico e il Messico.
Il bilancio 2017 presenta, quindi, ricavi leggermente inferiori (-2.5%) rispetto a quelli del 2016 proforma di 448 milioni (ossia quelli che includono gli effetti dell’acquisizione da 151 milioni di euro del gruppo Edif da gennaio anziché da agosto 2016, si veda altro articolo di BeBeez). Anche l’ebitda, di conseguenza, ha registrato un lieve flessione (-5% da 54,6 milioni). Quanto alla situazione finanziaria, a fine 2017 il gruppo aveva un debito finanziario lordo a medio-lungo termine di 126,5 milioni e uno a breve di 63,3 milioni, a fronte di 62,8 milioni di liquidità.