![Angelo Mastrolia, patron di Newlat Food spa](https://bebeez.it/files/2019/10/angelo-mastrolia-300x156.png)
Si quota oggi sul segmento Star del MTA di Borsa Italiana Newlat Food, gruppo multinazionale, multi-brand, multi prodotto e multicanale attiva nel settore agro-alimentare italiano ed europeo (si vedano qui il comunicato stampa di Newlat e qui quello di Equita). Le azioni sono state collocate al prezzo di 5,80 euro ciascuna, pari al minimo della forchetta di prezzo, stabilita fra 5,80 e 7,30 euro l’8 ottobre scorso (si veda altro articolo di BeBeez). All’inizio delle negoziazioni delle azioni, la capitalizzazione di Newlat, calcolata sulla base del prezzo di offerta e senza tenere conto dell’esercizio dell’opzione greenshoe, sarà pari a 230 milioni di euro. Nell’ambito del collocamento istituzionale, Equita sim spa, HSBC e Société Générale hanno agito in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. Equita sim agisce, inoltre, in qualità di sponsor. Bonelli Erede e DLA Piper hanno fornito assistenza legale e fiscale a favore della società. Clifford Chance ha fornito assistenza legale a favore dei joint global coordinator. PricewaterhouseCoopers spa è la società di revisione di Newlat.
Ricordiamo che il periodo di offerta del collocamento istituzionale si è chiuso il 24 ottobre scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Sono state collocate 12,7 milioni di azioni e altre 1,27 milioni sono state oggetto dell’opzione greenshoe: 8,446 milioni di azioni a investitori qualificati italiani e 5,524 milioni di azioni a investitori istituzionali esteri. Il collocamento si è concluso dopo una proroga fino al 24 ottobre del roadshow e del periodo di offerta del collocamento istituzionale delle sue azioni, oltre a una contestuale riduzione delle azioni oggetto del collocamento istituzionale da 17 milioni a 12,7 milioni e di quelle oggetto dell’opzione greenshoe e di over-allotment è sceso da 2 da a 1,85 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo Il Sole 24 Ore, tra gli oltre 60 investitori che hanno aderito al collocamento istituzionale rientrano Algebris, Allianz Global Investors, Fideuram, Eurizon, Mediolanum, Anima, Arca e la Romed, veicolo di Carlo De Benedetti.
In particolare, quest’ultima avrebbe investito 500 mila euro. Si tratta di un ritorno alle origini per De Benedetti, che è stato proprietario e presidente di Buitoni, acquisita nel 1984 dall’omonima famiglia. Nel 1985 aveva tentato la scalata dei panettoni di Stato a marchio Sme tramite la Buitoni, che nel 1988 aveva ceduto alla multinazionale svizzera Nestlè, insieme allo stabilimento di San Sepolcro. Inoltre, secondo le indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore, avrebbe investito una piccola quota azionaria in Newlat anche Decalia Asset Management, dove tra gli amministratori c’è Rodolfo De Benedetti, presidente di Cir, figlio di Carlo De Benedetti. Rodolfo è entrato qualche tempo fa con una quota nella società di investimenti Decalia, che si occupa di gestire i soldi di grandi clienti.
Newlat aveva già reso nota la sua intenzione di quotarsi nell’aprile scorso, contestualmente all’acquisizione della storica azienda italiana specializzata nella produzione di pasta Delverde Industrie Alimentari spa, ceduta dalla multinazionale argentina Molinos Rìo de la Plata, sulla base di un enterprise value di 9,25 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). A valle dell’ipo la maggioranza del gruppo resta in mano al presidente e amministratore delegato Angelo Mastrolia, imprenditore salernitano-svizzero, attraverso la sua Newlat Group sa.
Fondata nel 1940, Newlat impiega oggi circa 1.200 dipendenti, distribuiti in dieci impianti produttivi distribuiti tra Italia e Germania. Vanta un consolidato posizionamento nel mercato domestico e una presenza rilevante sul mercato tedesco nonché una importante presenza in altri 60 paesi. E’ attiva principalmente nei settori pasta, lattiero-caseari, prodotti da forno e prodotti speciali, in particolare health & wellness, gluten free e baby food. Newlat ha chiuso il 2018 con ricavi per 305 milioni di euro, che pro-forma (considerando quindi anche Delverde) salgono a 325,6 milioni con un ebitda normalizzato di 26,9 milioni e un debito finanziario netto di 39,2 milioni. Il gruppo ha chiuso il primo semestre con ricavi per 158,9 milioni, un ebitda normalizzato di 12,4 milioni e un debito finanziario netto di 22,2 milioni.