C’è una bomba a orologeria che rischia di scoppiare sul mercato dei corporate bond high yield e leveraged loan, debito che in entrambi i casi banche o altri investitori finanziari sottoscrivono a supporto di operazioni di m&a, che spesso ma non solo coinvolgono operatori di private equity. E la Fed lo sa bene, tanto da aver messo in campo domenica 15 marzo un vero e proprio arsenale con lo scopo di inondare il mercato di liquidità (si veda qui il comunicato stampa e qui Bloomberg). Una mossa subito appoggiata dal presidente Usa, Donald Trump, che sabato 14 marzo aveva criticato la banca centrale proprio per il fatto di non essere ancora intervenuta (si veda qui Bloomberg).
“La Federal Reserve è pronta a usare tutti gli strumenti a sua disposizione per supportare il flusso di credito alle famiglie e alle imprese e quindi promuovere i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi”, si legge nella nota della Fed. La banca centrale Usa, guidata dal presidente Jerome Powell, ha infatti portato il target range per i tassi di interesse sui Fed Fund a 0%-0,25%, tagliandoli di un punto percentuale in un sol colpo, e promettendo acquisti aggiuntivi di bond per almeno 700 miliardi di dollari (si veda qui il comunicato stampa). Non solo. La Fed, con un’azione coordinata con la Bank of Canada, la Bank of England, la Bank of Japan, la Bce e la Swiss National Bank, ha garantito che non manchino dollari in giro per il mondo riducendo a 25 punti base lo spread pagato sulle linee liquidity swap (si veda qui il comunicato stampa). La Fed, quindi, ha imbracciato il bazooka, per evitare lo scoppio della bomba non solo nell’economia Usa, ma nelle economie di tutto il mondo.
Già un anno e mezzo fa metteva in guardia da questa situazione il guru degli asset in distress, Edward Altman (si veda altro articolo di BeBeez). Professore alla NYU Stern School of Business, ormai ultraottantenne, ma ancora bello vispo, tanto da aver fondato Wiserfunding, una startup fintech a Londra con soci italiani per calcolare i rating delle pmi europee non quotate, Altman è noto ai trader e agli analisti di credito di tutto il mondo per aver inventato negli anni Ottanta lo Z-Score, il primo modello di valutazione standardizzata del merito creditizio aziendale, applicato alle aziende emittenti di titoli di debito.
Ebbene Altman, nel novembre 2018 era a Milano per promuovere la sua startup e aveva presentato uno studio che allora sembrava un po’ pessimista, ma già faceva tremare le gambe perché le sue conclusioni si basavano su numeri reali e, se è vero che quello che è successo in passato non deve per forza succedere in futuro, è anche vero che spesso a ragionare in questo modo ci si azzecca. Che cosa diceva Altman allora?
Diceva che dal mercato internazionale dei leveraged loan e dei bond high yield arrivavano segnali di allerta preoccupanti, perché il monte di debito delle aziende era arrivato a livelli record, spinto ultimamente soprattutto dalla crescita delle emissioni e dei finanziamenti verso aziende con rating di credito molto basso. Il tutto mentre i tassi di default erano ai minimi storici e negli Usa non si vedeva una recessione da otto anni. Secondo Altman, guardando a quanto accaduto nei decenni precedenti negli Usa, tutto faceva immaginare che si stava avvicinando una crisi finanziaria importante, certo diceva il professore, non domani mattina, ma forse nel giro di un anno o due. Appunto oggi quindi.
Ogni recessione aveva sottolineato Altman, è sempre stata preceduta da un minimo dei tassi di default, da un massimo dei tassi di recupero, da bassi rendimenti, soprattutto per gli emittenti high yield, da un’importante disponibilità di capitali disposti a investire nel debito di aziende a basso merito di credito senza prevedere adeguate garanzie, pur di spuntare rendimenti più elevati. Tutte situazioni che si ritrovavano sui mercati sia a fine 2018, al momento della previsione di Altman, sia sino a poche settimane fa, prima che l’incubo del corona virus deflagrasse.
Vediamo i dati. Innanzitutto c’è una mole di debito corporate mai vista in circolazione. A fine 2019 lo stock di bond corporate aveva raggiunto i 13,5 mila miliardi di dollari a livello globale, più del doppio che a dicembre 2008 secondo uno studio dell’OCSE. E tutto questo debito è stato emesso a tassi sempre più bassi.
Basta guardare ai grafici di uno studio condotto da S&P Market Intelligence a fine 2019 per capirlo. L’agenzia di rating aveva evidenziato che nel 2019 soltanto un 1% delle aziende corporate con rating B aveva emesso bond con un rating inferiore all’1% ma che un ulteriore 15% ha emesso bond con rating compreso tra 1 e 1,99% e che c’è stato un buon 20% di emittenti con rating BB che ha spuntato rendimenti sotto il 2%. Allo stesso modo, sempre S&P aveva calcolato lo scorso autunno che il tasso di default per i titoli corporate con rating speculativo aveva raggiunto il minimo al 2,3% e che entro il 2020 si sarebbe ritrovato al 2,8%.
Quanto detto per i bond high yield vale anche per i leveraged loan. S&P ha calcolato che negli Usa le banche a fine 2019 avevano in portafoglio CLO, cioé asset back securities derivanti dalla cartolarizzazione di leveraged loan, per poco meno di 100 miliardi di dollari cioé 11,9 miliardi in più rispetto a fine 2018, a indicare quanto velocemente questo mercato sia cresciuto, spinto dalla ricerca di rendimenti da parte degli investitori, anche a discapito della liquidità e del merito di credito degli emittenti. Si tratta di circa il 15% del totale del mercato globale dei CLO, che vale 675 miliardi di dollari.
In ogni caso, tornando alle previsioni di Altman, che ha aggiornato in un suo articolo per il CFA Institute lo scorso agosto, il concetto è che con questo scenario di tassi e di credito, è facile che una volta innescata la miccia, la bomba possa scoppiare. E oggi il contagio da coronavirus ha tutte le caratteristiche per rappresentare quella miccia. Per questo ieri la Fed è scesa pesantemente in campo, prevedendo una serie di misure ben più incisive di quelle annunciate dalla Banca Centrale Europea lo scorso giovedì 12 marzo (si veda altro articolo di BeBeez).