Sono Avantgarde (family office con radici nell’industria farmaceutica e spaziale) e, fra coloro che erano già azionisti, CDP Venture Capital sgr (attraverso i suoi fondi Large Ventures e Italia Venture I), Seraphim Space Investment Trust, United Ventures, Indaco Venture Partners, Neva SGR spa (venture capital di Intesa Sanpaolo) e Primo Ventures, gli investitori che hanno partecipato al round di finanziamento di Serie C da oltre 100 milioni di euro dell’italiana D-Orbit, insieme alla corporation giapponese Marubeni (si veda qui il comunicato stampa), di cui si conosceva la partecipazione come lead investor a quest’iniziativa da novembre 2023, quando la notizia di quest’operazione era stata resa pubblica dalla società (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto è stato confermato a BeBeez, il round è stata l’occasione per la conversione in equity della parte di bond convertendo ancora in circolazione e degli strumenti finanziari partecipativi (SFP) emessi tra il 2022 e marzo 2023, come già anticipato da BeBeez lo scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez).
In prospettiva, al round dovrebbero partecipare anche altri investitori nell’ambito di un successivo closing previsto nel primo semestre di quest’anno ha reso noto la società che, in quest’operazione, è stata assistita da Eversheds Sutherland in qualità di consulente legale, mentre Gianni & Origoni è stato advisor legale di Marubeni. BofA Securities e UniCredit hanno agito come agenti di collocamento congiunti.
Per quanto riguarda i valori in gioco, “la startup non ha reso nota la sua valutazione dopo la raccolta di fondi, ma è stata valutata più di 1,28 miliardi di dollari nel gennaio 2022 in una fusione in bianco che è stata poi scartata”, ha riportato ieri Reuters.
Il ricavato di questo investimento alimenterà la continua espansione dell’offerta di servizi di logistica spaziale di D-Orbit in aree quali l’assistenza satellitare in orbita e il cloud computing spaziale, e contribuirà a migliorare le capacità operative della società negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito. Inoltre, l’azienda si sta preparando ad aggiungere al suo attuale portafoglio servizi critici come l’estensione della durata di vita dei satelliti e la rimozione dei detriti spaziali.
“Questo traguardo segna un salto epocale nell’evoluzione di D-Orbit. Ci spinge in avanti con uno slancio senza precedenti, consentendoci di accelerare la nostra audace visione e consolidando il nostro impegno a rivoluzionare il settore della logistica spaziale” ha dichiarato Luca Rossettini, CEO dell’azienda.
“‘L’aerospazio è un mercato strategico in cui l’innovazione italiana gioca un ruolo chiave nel panorama internazionale” ha dichiarato Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale di CDP Venture Capital Sgr”. “D-Orbit rappresenta un’eccellenza che in questi anni si è posizionata come leader di categoria nel segmento del trasporto in orbita a livello globale, diventando la prima azienda spaziale certificata B-Corp al mondo. Oggi confermiamo con forza la fiducia che abbiamo riposto nel team di D-Orbit dal 2019 – quando l’azienda è entrata nel nostro portafoglio con una prima sottoscrizione da parte del fondo Italia Venture I – convertendo ulteriori 17 milioni di euro in equity, anche con l’intervento del nostro fondo Large Ventures, il primo strumento di venture capital del mercato italiano dedicato alle aziende in fase di scale-up”.
“In Seraphim cerchiamo aziende che siano fattori abilitanti e piattaforme fondamentali su cui le industrie possano costruire il futuro. La crescita e il potenziale del settore spaziale, ad esempio, possono essere raggiunti solo grazie ad aziende come D-Orbit che sviluppano servizi e trasporti spaziali sostenibili” ha aggiunto James Bruegger, managing partner e chief investment officer di Seraphim Space. “Abbiamo sostenuto l’azienda fin dall’inizio e negli ultimi dieci anni D-Orbit ha continuato a dimostrare di essere il principale fornitore di servizi di trasporto spaziale, sviluppando la tecnologia e i servizi necessari per mantenere un’economia spaziale sostenibile. Questo annuncio rappresenta una tappa significativa per contribuire a finanziare la prossima fase della strategia di crescita dell’azienda, al fine di raggiungere una serie di traguardi operativi e commerciali che contribuiscono alla crescita e allo sviluppo senza precedenti del settore spaziale.”
La società è stata fondata nel 2011 da Rossettini e Renato Panesi (consigliere delegato) entrambi ex Santa Clara University ed ex NASA, e prima di quest’operazione aveva raccolto 21,2 milioni di euro, in cinque diverse tranche. Il capitale, precedentemente all’ingresso di Marubeni e di quest’ultimo round, era detenuto da Indaco sgr (18,29%), Neva sgr (10,37%), che fa capo ad Intesa Sanpaolo, Seraphim Space Investment Trust (10,37%). Con quote inferiori al 10% si trovano i due fondatori, Rossettini con l’8,58% e Panesi con il 5,93%. Partecipano al capitale con quote superiori al 5%, TT Seed srl (7.54%), CDP Venture Capital sgr spa (6.95%), che aveva investito mediante il Fondo Italia Venture I, e Simonfid spa (5,95%) (si veda qui il database di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
D-Orbit si definisce leader di mercato nel settore dei servizi logistici e di trasporto spaziale, e, fra gli altri, collabora con clienti istituzionali governativi e agenzie spaziali come ASI (Agenzia Spaziale Italiana), UKSA (Agenzia Spaziale del Regno Unito), ESA (Agenzia Spaziale Europea) e la CE (Commissione Europea).
La società ha uffici in Italia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti ed è una delle tre aziende italiane (con 3Bee srl e Nano-Tech spa) e delle 47 europee che, alla fine di ottobre 2023, sono state selezionate dalloEuropean Innovation Council, dopo la call dello scorso giugno, per ricevere grant ed equity per un totale di 350 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo quanto si legge nella scheda di D-Orbit sul sito dell’EIC, la società ha chiesto all’EIC un grant da 2,5 milioni e un investimento in equity da 15 milioni per finanziare il suo progetto Astrolift.
Per quanto riguarda gli SFP, cui si accennava in precedenza, va ricordato che nel 2021 la società aveva emesso bond convertibili per un massimo di 100 milioni di euro, distinti in due diverse classi, in vista di una business combination con una Spac oppure di una operazione di private equity (si veda altro articolo di BeBeez). I bond, a scadenza 30 aprile 2026 e tasso fisso dell’8%, sono poi collocati per 50 milioni sia a investitori già presenti nel capitale della scaleup sia a nuovi investitori. Tra questi United Ventures, M&F Fund, colosso della difesa inglese Cobham (controllato dal 2020 da Advent International) e Asher Aerospace Venture.
Secondo quanto risulta a BeBeez, nel corso del 2022 30 milioni circa dei bond sono poi stati convertiti in SFP. Successivamente, lo scorso marzo, sono stati emessi altri SFP per altri 16 milioni (si veda qui il verbale dell’assemblea di delibera di emissione degli SFP 2023 con in allegato i regolamenti dei veri SFP, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Nel complesso a oggi, sempre secondo quanto risulta a BeBeez, sono stati collocati SFP per 60 milioni, di cui però solo 30 milioni hanno rappresentato nuova finanza, mentre gli altri 30 milioni sono risultato della conversione dei bond. Come si legge nel Regolamento dei vari SFP, questi verranno convertiti automaticamente in occasione di un aumento di capitale da almeno 50 milioni di euro oppure nel caso di un evento di liquidità, quindi quotazione in Borsa oppure vendita della società oppure vendita di tutti gli asset.