di Alessandro Albano e Giuliano Castagneto
Banca del Fucino, a capo del Gruppo Igea Banca, ha investito 5 milioni di euro, come anchor investor, in Lumen Ventures, prima Società di Investimento Semplice (SIS) autorizzata in Italia, specializzata in startup innovative e scaleup ad alto potenziale di crescita (si veda qui il comunicato stampa).
Dopo essere stata la prima SIS a ricevere l’ok da Bankitalia, Lumen Ventures punta a raccogliere 25 milioni di euro (la quota massima raggiungibile per una SIS) da investire in 4 anni in iniziative early stage, con un portafoglio target di almeno il 70% di aziende italiane e il 30% in startup internazionali (si veda altro articolo di BeBeez).
La società d’investimento romana, che raccoglie capitali da investitori istituzionali (tra i quali Casse di previdenza e Fondazioni), ha inaugurato la propria attività d’investimento con Macai (supermercato digitale), GenomeUP (biotech), Genie e Insoore (servizi digitali alle aziende): quattro startup che promettono di innovare i rispettivi settori grazie a tecnologie di nuova generazione e processi snelli, con nuovi investimenti che verranno annunciati nei prossimi mesi.
La SIS è stata lanciata nel 2020 da Davide Fioranelli (fondatore della londinese Freetrade) e ha sede a Roma. La presidente è Rita Laura D’Ecclesia, professore ordinario di Asset Pricing e Metodi Quantitativi presso la Sapienza di Roma e vice-presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena , mentre il Ceo è lo stesso Fioranelli.
Banca del Fucino (BF), guidata dall’ad Francesco Maiolini, e Lumen Ventures puntano alla creazione di un polo romano che alimenti il fintech, al fine di accelerare il passaggio a un’economia completamente digitalizzata, nello scenario più ampio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il rilancio dell’economia nazionale.
Maiolini ha dichiarato: “Il nostro gruppo in questi anni ha creduto nell’innovazione, come dimostrare sia lo sviluppo dei canali digitali all’interno della Banca del Fucino, che la crescita di Igea Digital Bank, tra i primi operatori di lending digitale in Italia”. Attraverso questa partnership Banca del Fucino intende promuovere l’innovazione e lo sviluppo tecnologico andando direttamente alla fonte da cui nascono le idee. Gli investimenti di venture capital in startup innovative rappresentano, infatti, uno strumento essenziale per fare avanzare la frontiera delle nuove tecnologie”.
Dal canto suo Fioranelli ha aggiunto: “La crisi pandemica ha accelerato la transizione digitale: oggi si può dire che il futuro dell’Italia passa dall’innovazione. La genesi, lo sviluppo e la crescita di un florido ecosistema di startup è necessario per il successo di giovani imprenditori e per attrarre nuovi capitali dall’estero. La creazione di occupazione, poi, è un tema cardine: in questo senso è fondamentale che gli operatori del settore lavorino in sinergia, mettendo a fattor comune esperienze diverse. Siamo orgogliosi che la collaborazione tra Lumen Ventures e Gruppo Bancario Igea Banca vada proprio in questa direzione”.
Banca del Fucino è già molto attiva in ambito digital visto il controllo diretto di Igea Digital Bank, ramo fintech di Igea Banca. A questo proposito ricordiamo che a fine 2018 il cda di Banca del Fucino aveva dato il via libera al piano di ricapitalizzazione riservato agli azionisti di Igea Banca, istituto romano guidato da Maiolini e specializzato in fintech e credito digitale, che doveva avvenire contestualmente al deconsolidamento dell’intero portafoglio di 300 milioni di euro di crediti deteriorati e allo scorporo e valorizzazione (probabilmente in prospettiva quotazione) del ramo fintech di IGEA Banca, dedicato al credito alle famiglie.
A seguito del piano di ricapitalizzazione, sono entrati nel capitale della banca, attraverso la sottoscrizione di aumenti di capitale riservati, Angelini Partecipazioni Finanziarie srl, Vulcano srl (che fa capo a Santo Versace) e TXT e-Solutions spa, quotata a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez). L’ultimo ingresso nel capitale della banca è stato quello di Sri Group, gruppo internazionale di advisory finanziaria e strategica per imprese fondato da Giulio Gallazzi, con una quota del 9,9%, a fronte di un investimento di circa 20 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Lo scorso novembre 2021, invece, era stata la volta dell’imprenditore abruzzese Umberto Petricca, specializzato in infrastrutture, che, dopo decenni in Venezuela, è rientrato in Italia con una sua holding che raccoglie partecipazioni in vari settori (si veda qui il comunicato stampa). Nel frattempo GGG Holding, società controllata dall’imprenditore mantovano Giorgio Girondi, presidente di Ufi Filters, ha gradualmente ceduto tutte le sue quote.
Ora Banca del Fucino è in attesa del nuovo piano industriale dopo la nomina dei nuovi vertici, che vedono alla presidenza Isidoro Lucciola, già fondatore e presidente di Lucciola & Partners (si veda altro articolo di BeBeez), e anche cofondatore di Factor@Work, società advisor di spv di cartolarizzazione di crediti commerciali, e della piattaforma di acquisto di fatture commerciali Whit-e, entrambe passate al gruppo Teamsystem nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto all’inizio di questa settimana, Banca del Fucino ha completato con successo una nuova cartolarizzazione, effettuata tramite lo spv Fucino RMBS srl, avente come sottostante un portafoglio di crediti in bonis, derivanti da mutui ipotecari residenziali, per un totale di 135 milioni euro, (si veda qui il comunicato stampa).
Più in particolare, la nuova emissione, con scadenza legale nel 2063, prevede la ripartizione in tre classi di titoli ABS, con la tranche senior (Classe A1) pari a 118 milioni di euro e rating Aa3 da Moody’s, AA(low) da DBRS e AA- da Arc, che paga una cedola pari al tasso euribor 3 mesi più 75 punti base e che è stata collocata presso investitori istituzionali; la tranche mezzanine (Classe B) da 5 milioni di euro con rating Baa1 di Moody’s, A di DBRS e A- di Arc, che che paga una cedola pari al tasso euribor 3 mesi più 120 pb ; e la Junior (Classe J) che ammonta a circa 12 milioni di euro priva di rating, he paga una cedola pari al tasso euribor 3 mesi più 200 pb.
L’operazione, in realtà, come specificato nel documento di DBRS di cui sopra, riguarda il restructuring e il re-tranching della cartolarizzazione effettuata nell‘aprile 2019 che aveva visto l’emissione e il collocamento di tre classi di titoli: senior (86%, da 129 milioni di euro), mezzanine (4%, da 6 milioni di euro) e junior (10%, da 15 milioni di euro), per un importo nominale complessivo di circa 150 milioni, sempre tramite Fucino RMBS, con cui erano stati cartolarizzati mutui ipotecari e fondiari in bonis (si veda altro articolo di BeBeez).
Più in dettaglio, il restructuring ha previsto tra le altre cose: l’emissione di nuovi titoli senior per rimborsare completamente la precedente Classe A di toli senior in circolazione; re-tranching dei titoli con revisione finale dell’importo collocato di 135 milioni totali; una modifica dei criteri di ammissibilità per consentire la cessione dei finanziamenti originati da Igea Banca (controllata) successivamente acquisiti da Banca del Fucino; una variazione dei limiti di rinegoziazione del tasso di interesse al 25% dal 20% del portafoglio aggregato; una modifica del limite di rinegoziazione dell’holiday payment; infine l’estensione della data di scadenza finale delle obbligazioni a dicembre 2063 da dicembre 2060.
L’operazione si è conclusa con successo nonostante il contesto di mercato particolarmente volatile, e ha permesso alla Banca di ottenere liquidità a medio lungo termine a livelli competitivi e ha consentito, per la prima volta, l’accesso al mercato internazionale dei capitali e al contempo di rendere il gruppo più indipendente dalle misure di funding della BCE nell’ambito del programma TLTRO.
Ricordiamo che sempre nel 2019, in ottobre, Banca del Fucino aveva poi cartolarizzato il suo portafoglio di crediti deteriorati su un perimetro di 297 milioni di euro lordi, con AMCO che aveva sottoscritto la tranche equity (si veda altro articolo di BeBeez).