Talent Garden, la scaleup italiana specializzata nella gestione di spazi di coworking e nella formazione digitale, fondata nel 2011 a Brescia da Davide Dattoli, ha annunciato l’acquisizione di Creative Harbour, startup italiana fondata nel 2020 da Simone Lattanzi, Alessandro Renna e Matteo Marchesano per intercettare la trasformazione culturale impressa dalla pandemia sull’approccio al lavoro e alla formazione, specializzandosi nell’organizzazione di esperienze di co-living e co-learning per remote worker e aziende in luoghi immersi nella natura, capaci di stimolare creatività e produttività (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione arriva dopo l’acquisizione del 54% della business school svedese Hyper Island condotta a fine novembre da Talent Garden e che prevede per la scaleup italiana l’opzione di salire al 100% nei prossimi anni (si veda altro articolo di BeBeez). Quella acquisizione a sua volta seguiva quella di Rainmaking Loft nel febbraio 2018 in Danimarca (si veda qui il comunicato stampa) e ha consentito a Talent Garden di raddoppiare le dimensioni e dare vita al maggiore player europeo dell’edutech,
Obiettivo dell’investimento di Talent Garden in Creative Harbour è ora rispondere al bisogno di formazione con formule innovative e altamente attrattive grazie alla possibilità di vivere un’esperienza di apprendimento o lavoro estremamente immersiva. Sta infatti crescendo il numero di lavoratori digitalmente connessi che sono anche disposti a spostarsi (per brevi o lunghi periodi) in altre aree del mondo per opportunità di formazione o per vivere esperienze di community con altri creativi e innovatori, in un mondo fatto di condivisione e collaborazione.
“Siamo molto orgogliosi di accompagnare una giovane realtà come Creative Harbour, nata proprio all’interno di Talent Garden, contribuendo ad accelerarne il percorso di crescita”, ha commentato Lorenzo Maternini, cofounder e vicepresidente di Talent Garden, che ha continuato: “Spazi di co-learning, intesi come evoluzione dei co-living e dei nuovi modelli di abitazione, sono diventati un modello sempre più popolare nel settore educativo. Come primo operatore europeo nel segmento della digital education, Talent Garden ha intercettato il nuovo trend e, insieme a Creative Harbour, ne esplora le opportunità, aggiungendo alla formazione online e presso i nostri campus, la possibilità di partecipare a corsi in luoghi di grande fascino e attrazione anche da un punto di vista leisure, per creare esperienze immersive ed estremamente piacevoli”.
Simone Lattanzi, cofounder di Creative Harbour., ha aggiunto: “Siamo molto felici per la chiusura di questa partnership. Poter lavorare al fianco del più grande player europeo della digital education ci permetterà di fare un grande balzo in avanti nella definizione esperienze che offriamo, che sono nate come driver di cambiamento per lavoratori digitali e che oggi sono sempre di più anche driver di crescita personale e professionale. Lorenzo e il resto del team di Talent Garden hanno avuto il merito di cogliere sin dall’inizio la lungimiranza della nostra visione, che non mira a fare di Creative Harbour una semplice agenzia di viaggio per nomadi digitali, ma un vero e proprio abilitatore di una trasformazione, già testimoniata dai feedback delle centinaia di partecipanti alle nostre esperienze, che permetta ai lavoratori digitali di abbracciare un nuovo modo di vivere e lavorare ricco di significato e di impatto”.
Intanto Talent Garden e Creative Harbour hanno già lanciato insieme il primo Social Media Content Bootcamp della durata di 8 giorni, in partenza l’8 maggio a Fuerteventura presso uno degli hub della startup.
La crescita di Talent Garden è stata finanziata nel 2021 da Cdp Venture Capital sgr e da Gaetano Marzotto (tramite il suo family office Gama) con un round da 9,2 milioni di euro, quindi poco di più dei 9 milioni attesi (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo 2019, Talent Garden aveva invece raccolto 44 milioni di euro in un round di finanziamento guidato da StarTip, la società che dal 2017 concentra tutte le partecipazioni in startup e in società attive nel segmento del digitale e dell’innovazione di Tamburi Investments Partners spa, partner strategico e da anni tra i maggiori investitori di Talent Garden (si veda altro articolo di BeBeez). A quel round avevano partecipato anche family office e investitori italiani (alcuni già investitori precedenti), fra cui le famiglie Angelini, D’Amico, Dompè, Drago, Foglia, Ginatta, Holland, Luti, Monti, Pittini, Rovati, il fondo Indaco Ventures, Club degli Investitori e BeConsulting, oltre a Social Capital del famoso venture capitalist della Silicon Valley Chamath Palihapitiya, già a capo della crescita di Facebook.
Tutti azionisti che si erano affiancati a quelli blasonati del precedente round da 12 milioni del novembre 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). Quel round era stato guidato da 500 Startups, il più grande incubatore al mondo basato a San Francisco e diretto da Dave McClure, e da Endeavor Catalyst, sponsorizzato da Reid Hoffman, il fondatore di LinkedIn. In coinvestimento erano intervenuti molti family office italiani, con la regia di Tamburi Investment Partners, che a sua volta era già azionista al 25% e che aveva partecipato anche a quel round. Tra questi appunto le famiglie Angelini e Dompé, gli armatori D’amico, gli imprenditori del settore metallurgico della Ferrero a cui si aggiungono Marco Corradino, Marco Pescarmona e Francesco Monti, fondatori rispettivamente di Volagratis, MutuiOnLine, ed Esprinet. Tra gli altri azionisti noti ci sono poi il digital enabler Alkemy, la Finalca di Alfredo Cazzola (ex Mr Motorshow) e l’ex top banker Roberto Nicastro, oltre a Digital Magics, azionista di Talent Garden sin dal 2014, che nel 2015 aveva portato la sua quota sopra il 30% (si veda altro articolo di BeBeez), per poi diluirsi a seguito del round del 2016 e ancora nell’ottobre 2018, quando ha rivenduto ai manager parte delle sue quote (si veda altro articolo di BeBeez).