Balzo in Borsa ieri per Trevi Finanziaria Industriale (Trevifin), il gruppo di ingegneria del sottosuolo in difficoltà dall’autunno 2017, soprattutto per un crollo di attività nel settore oil&gas. Il titolo, infatti, ieri ha chiuso la seduta borsistica in rialzo del 24,23%, a quota 19,844 euro per azione, toccando il massimo da inizio anno. Merito dell’omologa all’accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182 bis della Legge Fallimentare (si veda qui il comunicato stampa).
L’omologa del piano concordatario è stata travagliata: è arrivata infatti dalla Corte d’Appello di Bologna, a seguito del reclamo di Trevi, presentato dopo che il tribunale di Forlì aveva rigettato l’accordo di ristrutturazione nel novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo quanto riferito da Dagospia, pare che i giudici avessero respinto il piano per una causa ostativa formale: la presunta non indipendenza dell’attestatore Enrico Laghi, che ha vidimato il progetto di ristrutturazione costruito dai soci (Cdp, il fondo di private equity Polaris Capital Management e la famiglia Trevisani) e dalle banche creditrici, tra cui Intesa Sanpaolo e Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez).
L’accordo di ristrutturazione del debito di Trevi era stato depositato l’8 agosto 2019, dopo una lunga querelle sul tema della ricapitalizzazione e ristrutturazione del debito tra la famiglia Trevisani, azionista di riferimento, gli altri azionisti e il management (si veda altro articolo di BeBeez). A seguito del via libera all’accordo, la società si è già attivata per perfezionare tutte le operazioni previste dall’accordo di ristrutturazione nel più breve tempo possibile, ivi inclusa la vendita della divisione Oil&Gas al gruppo indiano MEIL e l’esecuzione dell’aumento di capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Trevi ha chiuso il 2018 con ricavi in calo rispetto al 2017 a 618,1 milioni di euro, un ebitda di 50,1 milioni e un debito finanziario netto di 692,6 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). La posizione finanziaria netta del gruppo include il bond da 50 milioni di euro emesso nel 2014 e originariamente in scadenza nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). La società ha chiuso i primi 9 mesi del 2019 con ricavi consolidati per 448,5 milioni di euro, un ebitda di 25,6 milioni di euro e una posizione finanziaria netta a 740,3 milioni di euro (dai 736,3 milioni al 30 giugno 2019). La posizione finanziaria netta a fine ottobre 2019, poi, è salita a 742,3 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Gruppo Trevi è leader a livello mondiale nell’ingegneria del sottosuolo (fondazioni speciali, scavo di gallerie e consolidamenti del terreno e realizzazione e commercializzazione dei macchinari e delle attrezzature specialistiche del settore); è anche attivo nel settore delle perforazioni (petrolio, gas, acqua) sia come produzione di impianti che come servizi prestati e nella realizzazione di parcheggi sotterranei automatizzati. Nato a Cesena nel 1957, conta più di 30 sedi e una presenza in oltre 80 Paesi. Conta 4 divisioni: la Divisione Trevi, che opera nei servizi specializzati dell’ingegneria del sottosuolo, la Divisione Petreven attiva nei servizi di perforazione petrolifera, la Divisione Soilmec, che produce e sviluppa i macchinari e gli impianti per l’ingegneria del sottosuolo e la divisione Drillmec che produce e sviluppa gli impianti per le perforazioni (petrolio, gas, acqua).