Ha chiuso con un balzo dell’1,72% ieri per la paytech Nexi a Piazza Affari a quota 17,14 euro per azione, pari a una capitalizzazione di poco meno di 10,8 miliardi di euro, sull’onda di voci relative a un vicinissimo accordo per la fusione con Sia, il gruppo leader nei servizi e nelle infrastrutture di pagamento, controllato da Cdp Equity. L’operazione darebbe vita a un campione nazionale dei pagamenti.
Secondo quanto riferito da Reuters, l’accordo potrebbe essere annunciato nelle prossime settimane dopo che le due società hanno trovato un’intesa di massima sulle valutazioni e stanno lavorando per risolvere le ultime divergenze sul tema della governance. L’attuale amministratore delegato di Nexi, Paolo Bertoluzzo, manterrebbe comunque la guida del gruppo.
Il Cda di Sia aveva nominato a inizio anno JP Morgan advisor finanziario unico per tutte le sue operazioni straordinarie, ivi compresa la possibile quotazione in Borsa. Quest’ultima era stata approvata dal Cda nel febbraio scorso, ed era stata prevista entro l’estate (si veda altro articolo di BeBeez). Ma ovviamente la crisi da coronavirus ha sparigliato le carte e reso sempre più probabile lo scenario di fusione con Nexi, alternativo all’ipo.
A fine gennaio un report di Goldman Sachs ipotizzava per Sia un enterprise value di 3-3,5 miliardi di euro nel caso di merger con Nexi, che darebbe vita a un campione nazionale con una quota di mercato di circa il 70% (45% Nexi, 25% Sia), generando importanti sinergie di costo. A comprare sarebbe Nexi, che potrebbe pagare con un mix di azioni e debito.
Dell’ipo si parlava invece dal febbraio 2019, in occasione dell’approvazione del piano industriale 2019-2021, l’amministratore delegato Nicola Cordone aveva detto che se Sia avesse deciso per l’ipo, avrebbe puntato a una raccolta di 1 miliardo di euro e l’operazione sarebbe consistita in parte in un aumento di capitale e in parte nella cessione di una fetta delle quote azionarie in mano ai soci (si veda altro articolo di BeBeez). Si diceva che l’azienda sarebbe potuta sbarcare in Borsa con una capitalizzazione di oltre 4 miliardi di euro, dopo un aumento di capitale in ipo da 1-1,5 miliardi di euro, in linea con i numeri già proposti da BeBeez nei mesi scorsi (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che sul fronte della valutazione, l’ultimo punto di riferimento ufficiale è il dato dello scorso novembre, quando F2i sgr e HAT sgr hanno ceduto le rispettive quote in Sia a Cdp Equity e Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno ceduto le loro a FSIA Investimenti (30% Poste Italiane e 70% FSI Investimenti, che a sua volta è controllata al 77% da Cdp Equity e per il restante 22,88% dalla Kuwait Investment Authority). Al termine dell’operazione, Cdp Equity ha quindi comprato il 25,69% di Sia, mentre FSIA è salita dal 49,48% al 57,5%, per un totale quindi di Cdp Equity dell’83,19% tra Cdp Equity e FSIA. Il resto del capitale continua invece a fare capo a Banco Bpm, Mediolanum e Deutsche Bank (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione con i fondi, come anticipato da BeBeez nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), è stata condotta sulla base di un equity value di Sia di 2,4 miliardi di euro e di un enterprise value di circa 3,2 miliardi, pari a 12,5 volte l’ebitda atteso per il 2019 e 14,6 volte l’ebitda normalizzato 2018, che è stato di 222 milioni di euro, a fronte di ricavi netti per 614,8 milioni e di una posizione finanziaria netta di 723,9 milioni di euro.
Sia ha chiuso il bilancio 2019 con ricavi consolidati a quota 733,2 milioni di euro (+19,3% dal 2018) e un ebitda di 257,9 milioni (+28,1%), un ebitda rettificato di 257,7 milioni (+28,1%) e un utile netto di 95,6 milioni (+24,7%), a fronte di una posizione finanziaria netta salita a 812,4 milioni di euro (+12,2%) per effetto degli investimenti e dell’adozione del nuovo principio contabile relativo ai leasing (si veda altro articolo di BeBeez).
Nexi ha invece chiuso il 2019 con 984,1 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 502,5 milioni e una posizione finanziaria netta di 1,47 miliardi, in netto miglioramento dai 2,45 miliardi di fine 2018, grazie al rimborso e rifinanziamento del debito pregresso (si veda altro articolo di BeBeez) e alla generazione di cassa di periodo. Lo scorso aprile ha Nexi ha poi collocato500 milioni di euro di obbligazioni senior unsecured equity-linked con scadenza 2027 per finanziare parte del corrispettivo previsto per l’acquisizione delle attività di merchant acquiring da Intesa Sanpaolo (si veda altro articolo di BeBeez).
Nexi è tuttora partecipata al 43,4% da Mercury UK Holdco, il veicolo attraverso il quale i fondi Advent International, Bain Capital e Clessidra avevano comprato il controllo dell’allora Icbpi nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), poi diviso da un lato le attività di pagamento e dall’altro quelle di banca depositaria, convogliate in DEPOBank (si veda altro articolo di BeBeez). I fondi avevano poi quotato il nuovo gruppo Nexi dedicato alle attività di pagamento nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).