Dedagroup spa, polo di aggregazione di aziende italiane di eccellenza del software in particolare delle soluzioni As a Service (SaaS), controllato dalla famiglia Podini, ha annunciato ieri la vendita del 100% di Piteco, software house italiana di riferimento nelle soluzioni gestionali per la tesoreria aziendale e la pianificazione finanziaria, delistata da Piazza Affari lo scorso agosto (si veda qui il comunicato stampa). A comprare Piteco è il gruppo Zucchetti, prima software house italiana per fatturato, controllata dall’omonima famiglia (si veda qui il comunicato stampa). Parte del perimetro di vendita è anche la partecipazione di Piteco in Myrios, mentre non farà parte del perimetro l’altra società controllata da Piteco, RAD Informatica, che rientrerà invece sotto il diretto controllo di Dedagroup integrandone la strategia di sviluppo all’interno dell’Hub Finance.
L’accordo di cessione da parte di Dedagroup a Zucchetti è accompagnato dall’avvio di una solida partnership industriale tra i due gruppi che consentirà a Dedagroup e al suo Hub Finance di continuare a lavorare sinergicamente con Piteco e Myrios,
Dedagroup è stata assistita nella negoziazione dell’operazione sul fronte fiscale e legale dallo studio Scozzi dottori commercialisti e dallo Studio legale associato Shearman & Sterling, menre advisor finanziari sono stati PWC Deals, JP Morgan e Unicredit. Zucchetti è stata seguita da Mediobanca come advisor finanziario e da BDO sul fronte contabile, mentre la parte legale è stata gestita dal legale interno Giuseppe Spernicelli.
Piteco, che ha chiuso il 2021 con 39 milioni di euro di ricavi (da 24,7 milioni nel 2020), un ebitda di 17,6 milioni (da 9,9 milioni), un utile netto di 12,4 milioni (da 7,3 milioni e un debito finanziario netto di 35 milioni (da 40,3 milioni) (si veda qui il comunicato stampa), era sbarcata sull’allora AIM Italia a fine luglio 2015 con un’ipo che aveva raccolto 16,5 milioni di euro di cui 11,5 milioni a fronte di emissione di nuove azioni e 5 milioni di euro a fronte dell’emissione di un bond convertibile (si veda qui il comunicato stampa di allora). Il collocamento allora era avvenuto al prezzo di 3,3 euro per azione, pari a una capitalizzazione iniziale della società di 60 milioni di euro. Lo scorso giugno la famiglia Podini, che già controllava la società al 49,1% attraverso Dedagroup e per un’altra quota attraverso Lillo spa e con altre quote dirette in capo a vari componenti della famiglia, ha poi annunciato un’opa volontaria su tutte le azioni in circolazione al prezzo di 11,25 euro per azione. L’opa, lanciata attraverso il veicolo Limbo srl (si veda qui il comunicato stampa), si è poi conclusa come detto lo scorso agosto e ha portato al delisting del titolo.
Paolo Virenti, fondatore e ceo di Piteco, ha commentato: “Nel 2023 ricorre il ventesimo anniversario della nascita e costituzione di Piteco. Da allora abbiamo fatto moltissima strada, trasformando un’intuizione in un’idea strutturata, divenendo poi tecnologia e impresa. Vent’anni caratterizzati da una crescita continua su tutti i fronti: delle persone, delle funzionalità delle nostre piattaforme, del posizionamento sul mercato, delle integrazioni generate da un’attività attenta di m&a, dei numeri e della trasparenza anche grazie all’importante esperienza maturata con l’ipo nel 2015, che ci ha visto per 7 anni sul mercato con grande soddisfazione. Oggi la scelta del più grande gruppo tecnologico italiano di investire in Piteco non solo rappresenta per noi il riconoscimento di questa importante storia, ma sancisce l’inizio di un nuovo capitolo che scriveremo con grandissimo entusiasmo ed energia, certi che l’incontro delle nostre competenze con quelle del Gruppo Zucchetti potranno portare a migliaia di aziende italiane ed internazionali nuove soluzioni e tecnologie per una gestione sempre più efficiente e strategica della finanza d’impresa. E questa da sempre è la missione della nostra squadra”.
Il Gruppo Zucchetti, controllato pariteticamente da Alessandro e Cristina Zucchetti, soprattutto negli ultimi anni, ha ampliato il footprint geografico anche all’estero con la presenza in dodici Paesi, con più di 8 mila dipendenti che lavorano su un ampissimo ventaglio di soluzioni software rivolte a professionisti, associazioni di categoria e aziende di ogni dimensione per un totale di oltre 700 mila clienti. Il gruppo ha chiuso il 2021 con 1,3 miliardi di euro di ricavi, un ebitda di 246,7, un utile netto di 88,3 milioni e un debito finanziario netto di 89,3 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 624,3 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Negli ultimi anni Zucchetti ha via via acquisito varie società di tutte le dimensioni. L’ultima operazione prima di questa di Piteco risale al giugno 2021 quando il gruppo ha acquisito la software house di Monza Axioma. In precedenza ricordiamo le acquisizioni della maggioranza di Beaconforce, di Scloby, della maggioranza di LybraTech, del 51% di Fluida, di KFT e GuardOne Italia, di Intervieweb, di KonArt e degli allarmi GT di Getronic.
Con l’ingresso nel Gruppo Zucchetti, Piteco e Myrios, le soluzioni Piteco verranno integrate con gli altri software Zucchetti e, grazie all’ampiezza dell’offerta proposta, i clienti potranno beneficiare di un miglioramento complessivo in termini di digitalizzazione dei processi, ottimizzazione ed efficienza che l’insieme di più soluzioni combinate tra loro potrà generare.
Giorgio Mini, vicepresidente Zucchetti, ha commentato: “Il nostro obiettivo nelle acquisizioni è sempre quello di arricchire la nostra offerta con soluzioni innovative già conosciute e apprezzate dal mercato. Le applicazioni di Piteco per la tesoreria aziendale e la pianificazione finanziaria, insieme a quelle della controllata Myrios per il risk management, sono complementari agli ERP e ad altre soluzioni tecnologiche che sviluppiamo all’interno del gruppo; daranno ulteriore valore aggiunto ai nostri clienti grazie a funzionalità sempre più richieste per compiere le scelte più opportune a livello di strategie di business”
Quanto a Dedagroup, potrà impiegare le risorse derivanti dalla cessione per finanziare nuove acquisizioni, in linea con i propri progetti di crescita, proseguendo nello scouting delle eccellenze italiane del software e dei servizi ICT per continuare a dare esecuzione alla strategia di aggregazione che accompagna la propria crescita organica. Il closing dell’operazione, soggetto a condizioni contrattuali usuali per operazioni di questo tipo, è previsto nelle prossime settimane.
Marco Podini, presidente esecutivo di Dedagroup, ha aggiunto: “Fedeli all’approccio di continuo reinvestimento nelle nostre aziende, insieme ai vertici di Dedagroup proseguiremo nello scouting delle più promettenti società italiane del software per continuare a dare esecuzione alla strategia di aggregazione che accompagna la nostra crescita organica. Proprio lo scorso dicembre è stata annunciata la decima acquisizione dal 2020, con l’ingresso nel gruppo di Nodes, accompagnata dal raggiungimento della quota di controllo in ORS, società leader nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Due operazioni effettuate nel segno della crescita sul fronte AI e Data intelligence, da tempo al centro della nostra attenzione, insieme a quelli del cloud e del software finanziario, moda e PA”.
Dedagroup è controllata al 100% tramite Sequenza spa da Lillo spa, che fa capo a sua volta a Marco e Maria Luisa Podini. Lillo spa controlla anche MD, società attiva nella grande distribuzione. Lillo ha fatturato nel 2022 più di 3,6 miliardi di euro dando occupazione a oltre 10 mila persone, dopo aver chiuso il 2021 con 3,3 miliardi di euro di ricavi, un ebitda di 191,4 milioni, un utile netto di 80,5 milioni e un debito finanziario netto di 305 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 541,9 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
In particolare Dedagroup ha chiuso il 2021 con 290,5 milioni di euro di ricavi (da 253,5 milioni nel 2020) e un ebitda di 38,8 milioni (da circa 30 milioni) (si veda qui il comunicato stampa). Nel frattempo, però, la società è cresciuta ancora grazie a una continua campagna di m&a. Lo scorso anno ha infatti acquisito Nodes, Social Factor, Berma, BSamply e Pharos. Ed è inoltre come detto salito al controllo di ORS – Operational Research System srl, software house italiana fondata oltre 20 anni fa e che offre soluzioni arricchite di algoritmi di Intelligenza Artificiale e Machine Learning per l’ottimizzazione dei processi di business principalmente per i settori financial services, retail ed energy. Dedgroup aveva acquisito una prima quota di ORS nell’agosto 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza Dedagroup aveva acquisito Pegaso 2000, storica società IT con sede in Umbria e forte di un team di 70 persone, che produce software per il mondo del credit finance, della finanza agevolata e dei money marke (si veda altro articolo di BeBeez). Operazioni che hanno seguito quelle di Ifinet (cybersecurity) nel febbraio 2021 e del ramo d’azienda nel software per il matching di big data di Everymake da parte di Piteco nel marzo 2021. Nel 2020, invece, a novembre il gruppo, sempre attraverso Piteco, aveva comprato RAD Informatica (software a supporto del recupero crediti) e a maggio ’inglese Zedonk (software a supporto della valorizzazione dei brand della moda).