Neva sgr, società di venture capital di Intesa Sanpaolo controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Innovation Center, sta per lanciare due nuovi fondi: Neva II Global e Neva II Europe per complessivi 500 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Entrambi i fondi saranno operativi dal secondo semestre 2024 e punteranno sulle realtà che adottano le migliori politiche ESG e di economia circolare.
l’obiettivo di Neva II Global è raccogliere circa 380-400 milioni di euro e investirli nelle migliori aziende emergenti altamente innovative a livello mondiale, con particolare attenzione a quelle statunitensi, israeliane, europee e italiane. Neva II Europe, per cui è prevista una raccolta di circa 100-120 milioni di euro, sarà interamente dedicato alle realtà europee, specialmente italiane.
I due comparti sono stati presentati ieri in conferenza stampa dal presidente di Neva sgr, Luca Remmert, e dal ceo e general manager, Mario Costantini, presso le Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino a una platea di venture capitalist, aziende, investitori istituzionali, esperti, imprenditori e startupper da tutta Italia e da numerosi altri paesi, in particolare da Stati Uniti e Israele. L’evento è stato introdotto dall’intervento del presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro.
Ricordiamo che a oggi Neva sgr gestisce tre fondi. Il primo, Neva First, che nel settembre del 2020 ha annunciato il closing definitivo della sua raccolta a quota 250 milioni di euro per investire in startup hi-tech italiane ed estere in vari settori (si veda altro articolo di BeBeez). Il secondo, Neva First Italia, lanciato nel dicembre 2021, interamente dedicato al mercato italiano e sottoscritto al 100% dal fondo di fondi FoF VenturItaly e dal fondo di co-investimento del MISE, interamente gestiti da Cdp Venture Capital sgr (si veda altro articolo di BeBeez). E infine il terzo, fondo SEI – Sviluppo Ecosistemi di Innovazione, lanciato nell’ottobre 2022, con una dotazione iniziale di 15 milioni di euro totalmente sottoscritti da Intesa Sanpaolo Innovation Center, su un hard cap di 50 milioni,un fondo di fondi che investirà in veicoli gestiti da soggetti terzi (incubatori, acceleratori, startup studios, holding di partecipazioni), il cui obiettivo sia l’attuazione di programmi di ricerca, selezione, accelerazione e professionalizzazione di startup italiane (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando ai due nuovi fondi, Luca Remmert ha commentato: “Con Neva II Global e Neva II Europe utilizzeremo gli stessi criteri altamente selettivi adottati finora per individuare le aziende in fase di crescita con vantaggi competitivi a lungo termine, grandi opportunità di mercato e adesione ai criteri ESG e dell’economia circolare. I risultati già ottenuti con il Fondo Neva First hanno dimostrato l’elevata professionalità del nostro team, composto da analisti interfunzionali e internazionali con comprovata e riconosciuta esperienza e una profonda conoscenza dei mercati. Grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, università, centri di ricerca, acceleratori e incubatori, e forti dell’appartenenza a uno dei maggiori e più solidi gruppi bancari europei, sono certo che Neva sgr potrà crescere e farsi conoscere ulteriormente, dando ancora maggiori soddisfazioni agli investitori”.
E ha raccontato Remmert in conferenza stampa ai giornalisti: “Siamo partiti ad agosto 2020, sono stati tre anni molto importanti per la costruzione del nostro portafoglio, anni di tempesta perfetta. Oggi possiamo dire che il nostro portafoglio si è dimostrato molto resistente. Sto parlando del primo fondo, il Neva First, da 250 mln, di cui 142 milioni sono già stati investiti in 35 società. Il VC si muove a una velocità straordinaria in un contesto difficile. Rimangono da investire 68 milioni che saranno impiegati per trovare altre società su cui puntare. E 40 milioni dei 68 saranno usati per dare supporto ai follow on e quindi per finanziare le società giù esistenti”.
Ha continuato: “Tengo a precisare che la nostra sgr beneficia dello straordinario rapporto che abbiamo con la capogruppo Intesa Sanpaolo. Ne è una dimostrazione il fatto che nel primo fondo la banca ha investito 100 milioni”. E nel prossimo fondo? Il presidente ha fatto sapere che la relazione è forte e senza dubbio investirà nuovamente ma al momento non possiamo ancora dire niente di più specifico”.
Ha aggiunto Costantini: “Il secondo fondo da 500 milioni era nei nostri programmi iniziali e ora ci siamo arrivati. Vuole essere anche la risposta ai nostri investitori che sono molto diffusi. Pensiamo che con il lancio del secondo fondo avremo capacità di rispondere alle aspettative di molti investitori nuovi. È un momento positivo per noi, il nostro prodotto ha alto rischio e alto rendimento. Investiamo in biotech, aerospazio, cybersecurity, energia, transizione ecologica. E specifica: “Cerchiamo società con vantaggi competitivi che operano su mercati di grandissime dimensioni e per più tempo possibile, con team e promotori che hanno grandi insight nel loro mercato di riferimento e che siano credibili a livello internazionale, capaci di creare barriere di ingresso consistenti con una chiara visione di come entrare sul mercato. In genere parliamo di azienda che presentano circa il 200% di tasso di crescita su base annua”.
Quanto al fondo Neva First, Costantini ha specificato che “alcune aziende sono vicine alla exit, in particolare una, che ha raggiunto metriche di crescita superiori ai 100 milioni annui. E poi ci sono società che nei prossimi due anni potrebbero fare trade sales e quindi essere pronte per essere acquistate da una corporation. Il 2025 sarà un anno con parecchie exit”.
In sintesi, dunque, Neva sgr dall’agosto 2020 a oggi ha investito in 35 società, per un totale allocato di circa 142 milioni di euro tramite i fondi Neva First e Neva First Italia (dedicato agli investimenti in società italiane), e ha avviato il fondo SEI – Sviluppo Ecosistemi di Innovazione, interamente sottoscritto da Intesa Sanpaolo Innovation Center e riservato al supporto della crescita degli ecosistemi innovativi in Italia (si veda altro articolo di BeBeez). Finora hanno aderito molti investitori diffusi.
Tornando a Neva First, il fondo aveva annunciato il closing definitivo della sua raccolta a quota 250 milioni di euro dopo aver annunciato un secondo closing a 180 milioni di euro nel novembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), e un primo closing a 150 milioni nel gennaio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), che aveva visto un impegno di 50 milioni sottoscritto da quattro fondazioni bancarie (Compagnia di San Paolo, Cariparo, Carifirenze, Carilucca) e altri 100 milioni che erano stati messi a disposizione dalla stessa Intesa Sanpaolo. Per terminare la raccolta del fondo l’sgr si era poi rivolta anche alla clientela qualificata di Intesa Sanpaolo Private Banking, con cui ha stretto un accordo nell’agosto 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). A regime, circa 80 milioni saranno investiti in Italia (30% della raccolta) e 170 milioni all’estero (70%), soprattutto in aziende israeliane e statunitensi.
Per citarne alcuni, ricordiamo che il comparto ha investito nel febbraio 2023 nella società di wireless CoreTigo mentre a settembre 2022 in Tr1X, società biotech statunitense fondata dall’italiana Maria Grazia Roncarolo, una delle massime esperte mondiali di terapia cellulare e genica, oggi docente alla Standford University (si veda altro articolo di BeBeez). A luglio 2022, invece, aveva investito in altre società israeliane innovative, Cyberint e Coro, entrambe operative nella cybersecurity (si veda altro articolo di BeBeez), dando seguito alle altre scommesse su vFunction, che ha creato la prima e unica soluzione che trasforma automaticamente e rapidamente applicazioni monolitiche in microservizi su larga scala; su Classiq, che tramite un proprio algoritmo è in grado di agevolare la scrittura e ottimizzare quantum circuits anche molto complessi indipendentemente dal tipo di hardware utilizzato (si veda altro articolo di BeBeez); e su Seed-X, che ha realizzato una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che combina computervision e deep learning al fine di migliorare sicurezza e sostenibilità delle colture di graminacee. Agli investimenti diretti in startup si aggiungono quelli in fondi funzionali al deal flow quali Rocket Internet Capital Partners I & II, Techstars e Endeavor Catalyst III.
Quanto al fondo riservato SEI – Sviluppo Ecosistemi di Innovazione, questo era stato annunciato da Maurizio Montagnese, presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center, sempre in occasione di un evento organizzato a Torino presso le Officine Grandi Riparazioni (si veda altro articolo di BeBeez). Riservato a investitori qualificati e con una dotazione iniziale di 15 milioni di euro totalmente sottoscritti da Intesa Sanpaolo Innovation Center, su un hard cap di 50 milioni, SEI è un fondo di fondi che investirà in veicoli gestiti da soggetti terzi – incubatori, acceleratori, startup studios, holding di partecipazioni – il cui obiettivo sia l’attuazione di programmi di ricerca, selezione, accelerazione e professionalizzazione di startup italiane. Il primo e unico investimento, da 2,5 milioni di euro, è quello in Tech4Planet, il polo nazionale di trasferimento tecnologico per la sostenibilità nato lo scorso anno su iniziativa di Cdp Venture Capital sgr insieme al Politecnico di Milano e con il coinvolgimento dei Politecnici di Bari e Torino (si veda altro articolo di BeBeez). A questo proposito, ha detto Costantini a BeBeez che per il fondo SEI “ci sono 2 operazioni di investimento in fase molto avanzata che contiamo di chiudere entro fine anno”.
A testimonianza dei tanti investimenti realizzati con società altamente tecnologiche che operano in Paesi e settori differenti, sul palco delle OGR si sono alternate alcune figure di rilievo, tra fondatori e manager, che ben rappresentano la composizione diversificata dei portafogli di investimento dei fondi di Neva sgr. Ecco alcuni nomi: Maria Grazia Roncarolo, co-fondatrice e presidente di Tr1x (biotecnologie per la cura di malattie autoimmuni e infiammatorie); Colin Story, ceo di BetaGlue Technologies (sviluppo terapie antitumorali innovative); Nelson Holzner, co-fondatore e ceo di MODIFI (Digital Trade Finance); Nir Minerbi, ceo e co-fondatore di Classiq (Quantum Computing); Dror Liwer, co-Founder e Chief Marketing Officer di Coro (Intelligenza Artificiale per la Cybersecurity); Andrew Corner, General Manager di Cool Planet Technologies (Advanced Membrane Carbon Capture); Claudio Spadacini, ceo e fondatore di Energy Dome (batterie a CO2 di lunga durata); Bruno Garavelli, ceo e co-fondatore di Xnext (nuova generazione di sistemi di
ispezione a raggi X per controlli di qualità); Matteo Vanotti, ceo e co-fondatore di xFarm (gestione digitale delle coltivazioni agricole); Andrea Rossi, director of finance and corporate finance di D-Orbit (logistica
spaziale e servizi di trasporto orbitale).