Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n.15 del 25 novembre 2023
(sul tema calcio e finanza si veda anche l’inchiesta di copertina Finanza vs calcio, un bel match di BeBeez Magazine n. 13 del 23 settembre 2023)
di Giuliano Castagneto
Sui campi di calcio italiani il derby tra private e public equity si è chiuso in sostanziale parità. Almeno sulla base dell’analisi dei primi bilanci disponibili per l’esercizio 2022-2023 dei grandi club calcistici italiani. Il confronto tra i numeri degli ultimi due esercizi ha visto infatti i migliori progressi nella performance reddituale nei club già investiti da fondi chiusi o che sono sotto la loro lente, e si tratta di Milan AC, Inter FC e Atalanta Bergamasca Calcio, mentre la Juventus FC, e ancora di più la SS Lazio, hanno riportato numeri molto meno brillanti
Il club rossonero nel 2023, primo esercizio della gestione targata Jerry Cardinale, il finanziere Usa alla guida del fondo Red Bird, (che aveva preso il timone del club a fine agosto del 2022, si veda articolo di BeBeez) ha addirittura messo a segno un aumento a tre cifre del risultato netto, tornato all’utile dopo diversi anni in rosso più o meno profondo, grazie soprattutto alla maggiore capacità di generare ricavi (si veda il bilancio). A questo riguardo è degno di nota che nell’ultimo esercizio Milan e Juventus siano riuscite a ridurre, seppure di qualche punto percentuale, il peso dei diritti televisivi sul monte ricavi, pur in presenza di una sensibile crescita di questi ultimi aumentando invece il flusso dei proventi da gare (biglietti e abbonamenti). Un segnale tanto più importante se si considera che l’ultima asta dei diritti di trasmissione, chiusa alla fine di ottobre, ha visto la Lega Calcio di Serie A aggiudicare il pacchetto a Sky e Dazn per 900 milioni di euro, cioè ben sotto il minimo di asta originale, fissato a 1 miliardo (si veda articolo di BeBeez).
I due club milanesi hanno difeso il monte ricavi letteralmente sul campo. Infatti la classifica in patria e i successi conquistati nella Uefa Champions League, con l’Inter cha ha mancato il successo finale di un soffio e i cugini rossoneri in semifinale, hanno assicurato alle due squadre consistenti incassi da biglietti e diritti TV Uefa. Va tuttavia tenuto presente che gli introiti da abbonamenti nella precedente stagione erano stati influenzati dall’emergenza pandemica, che soprattutto nella seconda metà del 2021 stava ancora limitando pesantemente molte attività, soprattutto nel mondo dello spettacolo.
Nel frattempo però i rossoneri sono riusciti quasi a raddoppiare i ricavi da merchandising, da 25 a 46 milioni di euro, avendo soprattutto reso più efficiente l’e-commerce, ceduto in gestione alla Epi srl, facente capo al gigante del merchandising sportivo Fanatics Inc, con sede a Jacksonville in Florida, che ha consentito di espandere in tutto il mondo la vendita di articoli legati al club rossonero. Nel frattempo AC Milan spa ha in essere con la controllata AC Milan (Shanghai) Sports Development Co. Ltd. un contratto finalizzato proprio allo sviluppo della vendita di materiali sportivi a marchio Milan nel mercato asiatico, e lo scorso luglio 2023 ha costituito a Dubai, la AC Milan Management Middle East, sempre per sviluppare le attività commerciali negli Emirati.
Sul versante dei costi operativi il Milan, dopo l’aumento pari al 19% registrato nel 2022-23, dovrebbe in futuro trarre beneficio dalla fusione nella capogruppo, avvenuta lo scorso agosto, delle due controllate Milan Entertainment e Casa Milan (cui faceva capo la sede del Portello, poi ceduta a fine 2021 a l fondo immobiliare di Inarcassa, si veda altro articolo di BeBeez), con conseguenti risparmi. Gli oneri finanziari nel frattempo sembrano sotto controllo. Se il saldo negativo si è ridotto a 1,6 milioni soprattutto grazie alla rivalutazione di alcune partecipazioni, tuttavia i debiti verso finanziatori sono rimasti praticamente costanti a 71 milioni rispetto al 30 giugno 2022, entrambi relativi a contratti di factoring e confirming rispettivamente con Unicredit Factoring e Factorit e i club dispone di liquidità netta per poco meno di 11 milioni di euro, anche grazie all’aumento di capitale da 40 milioni di euro sottoscritto dalla controllante ACM Bidco (il veicolo di acquisizione in club deal guidato da Cardinale) proprio per rafforzare il patrimonio e sostenere lo sviluppo del nuovo stadio di proprietà, progetto ai fini del quale AC Milan ha acquisito il 90% dello società Sport Life City, che si è vista approvare dal Comune di San Donato Milanese il programma di sviluppo del nuovo centro sportivo.
Quanto al club nerazzurro, i risultati sportivi hanno consentito di chiudere l’anno solo con una lieve contrazione dei ricavi (si veda qui il bilancio), e dell’ebitda, nonostante il precedente esercizio avesse largamente beneficiato (per quasi 110 milioni di euro) delle plusvalenze sulla cessione di calciatori ad altri club, prima fra tutte quella del difensore Achraf Akimi al Paris Saint Germain (per 71 milioni di euro tra cartellino e bonus). Nel frattempo il club controllato dal gruppo cinese Suning è anche riuscito a mettere sotto controllo i costi operativi, soprattutto il monte ingaggi e le svalutazioni.
Dove l’Inter potrebbe fare molto meglio è sul merchandising, i cui ricavi, peraltro già raddoppiati rispetto all’esercizio precedente, sono risultati poco più di un quarto di quelli del Milan nonostante le rispettive platee di sostenitori siano molto simili, come emerge dal confronto degli incassi da competizione. Inoltre l’Inter, grazie alla sua struttura di controllo, ha una proiezione sui mercati internazionali, soprattutto quello asiatico, forse superiore a quella del Milan, e che potrebbe trarre ulteriore giovamento dalla cessione del blasonato club meneghino a un grande investitore mediorientale, del calibro di Investcorp, fondo del Bahrein, Mubadala (Abu Dhabi) o il saudita PIF, gli ultimi due fondi sovrani, se si rivelassero fondate le voci girate a settembre sul loro interesse per l’Inter, con valutazioni intorno a 1,3 miliardi di euro, 100 milioni in più di quanto la cordata guidata da Cardinale ha valutato il Milan (si veda articolo di BeBeez).
Ma il club nerazzurro, che il gruppo Suning ha posto in vendita nell’ottobre dello scorso anno (si veda articolo di BeBeez), potrebbe valere molto di più, considerato il multiplo sull’Ebitda 2022 a cui è passato di mano il Milan, cioè 24 volte, e soprattutto la conferma ai vertici della performance sportiva. A un terzo del campionato l’Inter infatti è in testa con 31 punti e si è qualificato per i turni a eliminazione diretta della Champions League. E anche se non dovesse riuscire il bis della finale come nel 2023, un ulteriore miglioramento dei risultati reddituali appare ampiamente alla portata.
Unica seria incognita è il debito finanziario, che è aumentato del 9,5% e che soprattutto adesso costa di più. Infatti nel febbraio 20222 la controllata Inter Media & Communication ha emesso e quotato sulla borsa di Lussemburgo (si veda articolo di BeBeez) un bond da 415 milioni di euro che è andato a rifinanziare, a un tasso fisso del 6,75%, i bond emessi in precedenza nel 2017 (si veda articolo di BeBeez) e 2020 (si veda articolo di BeBeez) entrambi a un tasso fisso del 4,875%. Inoltre sono aumentati i prestiti soci, concessi dalla controllante Great Tower sarl: sui precedenti il tasso era dell’8%; i nuovi sono stati erogati all’11%.
L’altra squadra al vertice della serie A controllata da un veicolo di private equity, cioè l’Atalanta, rilevata nel febbraio del 2022 (si veda articolo di BeBeez) da un club deal coordinato (seppure non ufficialmente) da Bain Capital nella persona del co-chairman di Bain, Stephen Pagliuca, non ha ancora reso pubblico il bilancio, approvato dal cda a inizio novembre, tuttavia BeBeez Magazine nell’inchiesta sul settore pubblicata sul N° 13. aveva potuto anticipare che il club orobico ha chiuso il 2023 con un utile di circa 5 milioni di euro, contro gli 11 della precedente stagione. Quest’ultima tuttavia beneficiava della partecipazione della Dea alla Champions League con tutti i ricavi connessi, mentre il 2022-23 ha visto l’Atalanta assente dalle Coppe Europee. Guardando ai risultati al terzo trimestre dell’esercizio, chiuso il 31 marzo 2023, che già sconta pienamente il contributo dei tornei continentali ai ricavi, ci si accorge che la differenza, negativa per circa 31 milioni, è dovuta proprio ai mancati introiti da diritti TV relativi alle competizioni Uefa.
Tuttavia il calo è stato compensato dalle plusvalenze su cessione di giocatori, che nell’esercizio 2022-23 non si avvalgono comunque della cessione, avvenuta non prima di agosto, di Rasmus Højlund, acquistato per 17 milioni di euro dal club austriaco Sturm Graz e ceduto per 70 milioni più 10 di bonus al Manchester United. Tuttavia il club bergamasco storicamente guidato da Antonio Percassi sta andando avanti nel completamento dello stadio, già di sua proprietà, l’ex Azzurri d’Italia e oggi Gewiss Stadium, che dovrebbe incrementare ulteriormente, grazie all’aumentata capienza, l’apporto delle coppe europee ai conti della società. Nel frattempo il debti finanziario, tutto verso banche, è bassissimo (un milione di euro alla fine dello corso marzo).
C’è grande attesa anche per il bilancio 2022-2023 di Società Sportiva Calcio Napoli (SCC Napoli) , sebbene comunque nella passata stagione il risultato sia stato in rosso per 52 milioni (da 58,9 milioni). Il bilancio al 30 giugno 2022 del club di proprietà del presidente Aurelio De Laurentiis, attraverso la sua Filmauro srl, aveva infatti chiuso la stagione certo con ricavi in calo, ma con in cassa di liquidità netta per 55,9 milioni e un patrimonio netto di 68,8 milioni. Il club partenopeo, cioè, mosca bianca tra le squadre di calcio italiane, può vantare il fatto di avere più crediti finanziari che debiti finanziari, che nella sostanza, si legge sempre nel bilancio al 30 giugno 2022 (pag. 39), si riducono a soli 52 milioni di euro di debiti verso le banche (Unicredit ha concesso nell’esercizio 2021-2022 appunto due finanziamenti con garanzia SACE per un totale di 50 milioni, a cui si aggiungono poco meno di 2 milioni di commissioni SACE), a fronte di disponibilità liquide per 107,8 milioni. Ricordiamo che non a caso al presidente del Napoli era arrivata a fine 2022 un’offerta di acquisto per il club da un miliardo di euro messa sul piatto da un investitore di private equity di cui non è stato svelato il nome. Offerta che però De Laurentiis ha rimandato al mittente (si veda articolo di BeBeez). E ora le anticipazioni degli analisti di Calcio&Finanza a proposito dell’impatto del calcio mercato sui conti 2022-2023 sono di poco meno di 54 milioni di euro in positivo.
Come si sono invece comportati Juventus FC e SS Lazio, gli ultimi due club quotati in borsa dopo l’addio di AS Roma a seguito dell’opa di Dan Friedkin? La squadra bianconera, nel primo anno della gestione di Gianluca Ferrero, subentrato lo scorso gennaio ad Andrea Agnelli, malgrado tutte le controversie giudiziarie in cui è rimasta coinvolta è riuscita a dimezzare la perdita monstre patita nel 2021-22, pari a 239 milioni di euro, portandola a 124 milioni (si veda qui il bilancio). Merito del raddoppio degli incassi da biglietti e abbonamenti e al forte aumento delle plusvalenze da cessione, a seguito della vendita del difensore Mathijs De Ligt al Bayern Monaco per 67 milioni e di Dejan Kulusevski al Tottenham Hotspur per 30 milioni. Nel frattempo sono calati di oltre 55 milioni i costi del personale tesserato, cioè dei calciatori, a seguito delle uscite non solo dei già citati giocatori ma anche di altri campioni come Giorgio Chiellini e Paolo Dybala. Questi due fattori combinati hanno consentito all’Ebitda di tornare in positivo per 80 milioni da un rosso di 25.
Per contro, è molto aumentato il debito, in quanto sono state riattivate linee di factoring per 115 milioni di euro, ed è stato acceso un mutuo da 30 milioni con l’Istituto per il Credito Sportivo per l’allestimento della nuova sede della Continassa. L’aumento del debito ha comportato anche la crescita degli oneri finanziari, da 16 a 18 milioni. A questo punto bisogna vedere se la società riuscira a migliorare ulteriormente i risultati considerata l’assenza dalle Coppe Europee, a causa dei provvedimenti disciplinari a cui è stata soggetta e relativi a irregolarità incorse nella stagione 2019-20.
Infine, la Lazio. Il club controllato da Claudio Lotito ha beneficiato largamente del secondo posto ottenuto nel campionato 2021-22, che ha portato un aumento sia degli introiti da gare sia dei diritti televisivi (si veda qui il bilancio). Tuttavia si sono contratte notevolmente le plusvalenze da cessione, che nell’esercizio precedente avevano beneficiato della cessione all’Inter di Joaquin Correa peer 27 milioni. Inoltre la piazza d’onore in classifica nel 2022 ha compportato un aumento di premi e riconoscimenti che hanno fatto lievitare i costi del personale di oltre 10 milioni. L’effetto combinato di quanto sopra ha comportato una riduzione di due terzi dell’Ebitda, a circa 10 milioni, il che ha spinto ancora più in rosso, per 28 milioni il risultato netto.