Doppietta di accordi per newcleo, la scaleup italo-britannica, fondata dallo scienziato Stefano Buono, impegnata dal 2021 nello sviluppo di reattori nucleari di quarta generazione che usano le scorie come combustibile.
La società ha infatti annunciato ieri una partnership strategica e industriale con NAAREA (Nuclear Abundant Affordable Resourceful Energy for All), azienda francese fondata nel 2020 da Jean-Luc Alexandre e Ivan Gavriloff per contribuire a raggiungere gli obiettivi di sovranità energetica, decarbonizzazione e miglioramento del mix energetico (si veda qui il comunicato stampa). L’accordo segue di pochi giorni quello siglato con NextChem Tech e Tecnimont, controllate dell’italiana Maire, per applicare i reattori newcleo alla decarbonizzazione dell’industria chimica, compresa la produzione di idrogeno (si veda qui il comunicato stampa di newcleo e qui quello di Maire). In particolare, NextChem Tech svilupperà la nuova “E-factory carbon-neutral” per il settore chimico utilizzando in esclusiva lo small modular reactor di newcleo.
Tornando all’operazione con NAAREA, grazie a questo accordo, sarà possibile sviluppare iniziative congiunte con l’intero ecosistema nucleare francese per facilitare il processo decisionale necessario a completare con successo la transizione energetica attraverso un mix che includa energia nucleare sostenibile e innovativa, fa sapere la società. L’intesa ha infatti l’obiettivo di sostenere tutti gli attori impegnati nella quarta generazione nucleare nel loro sviluppo industriale, tecnologico, scientifico e normativo. L’intesa, si legge nella nota, è vista come complementare all’alleanza industriale per gli Small Modular Reactor, che sarà lanciata presto dalla Commissione europea.
Newcleo e NAAREA, i primi due vincitori del bando France 2030 per progetti di reattori nucleari innovativi, uniranno quindi le forze per accelerare lo sviluppo delle loro tecnologie, che dovrebbero arrivare sul mercato entro la fine del decennio. La prima società sta infatti sviluppando un mini-reattore a neutroni veloci raffreddato a piombo (un dimostratore da 30 megawatt elettrici e un modulo commerciale da 200 megawatt elettrici), mentre l’azienda transalpina un micro-generatore a neutroni veloci a sali fusi (40 megawatt elettrici e 80 megawatt termici). Pur essendo tecnologie diverse, entrambe le soluzioni sono di quarta generazione e consentono di utilizzare il combustibile esaurito dei reattori convenzionali, garantendo la completa chiusura del ciclo del combustibile.
“Unendo le forze, newcleo e NAAREA incoraggiano ulteriormente lo sviluppo e la diffusione della tecnologia nucleare di quarta generazione in Europa. Questa collaborazione rafforza il nostro impegno comune per l’innovazione e la sostenibilità nel settore nucleare”, ha commentato il presidente e amministratore delegato di newcleo Stefano Buono.
“Grazie a questa partnership industriale, NAAREA e newcleo stanno creando uno slancio per accelerare il loro sviluppo, fornendo una risposta congiunta e coordinata alla richiesta delle autorità pubbliche di avere una voce unificata per esprimere esigenze comuni. Le nostre due aziende vogliono semplificare il lavoro delle autorità pubbliche e, in ultima analisi, promuovere lo sviluppo e la diffusione dell’energia nucleare di quarta generazione in Europa, in un contesto di forte concorrenza globale”, ha aggiunto il numero uno di NAAREA Jean-Luc Alexandre.
Nello specifico, la partnership è aperta a tutti gli attori coinvolti nella progettazione industriale e nell’implementazione dei reattori a neutroni veloci di quarta generazione in quattro aree di cooperazione. La prima è quella dell’accesso al combustibile nucleare esausto, in particolare la separazione degli elementi transuranici (plutonio e americio) e lo sviluppo e l’attuazione di una catena di approvvigionamento per il riprocessamento del combustibile esausto. La seconda riguarda il finanziamento dell’infrastruttura del ciclo del combustibile attraverso lo sviluppo di partenariati pubblico-privati. La terza lo sviluppo di una piattaforma comune di ricerca e sviluppo (scambiatori di calore, materiali, etc.) e la facilitazione dei finanziamenti a livello europeo. Infine, lo sviluppo industriale, ottimizzando e sostenendo le procedure con le autorità di sicurezza, fornendo l’accesso agli strumenti di calcolo scientifico, soprattutto per le dimostrazioni di sicurezza, mettendo a disposizione i siti dei centri di prova per i futuri prototipi, compresi i laboratori associati, e sviluppando e implementando strutture di prova condivise.
La partnership con NAAREA segue, si diceva, quella siglata la settimana scorsa con Maire, gruppo tecnologico e ingegneristico che implementa soluzioni innovative per consentire la transizione energetica attraverso NextChem (Sustainable Technology Solutions) e Tecnimont (Integrated E&C Solutions) nei settori dei fertilizzanti a base di azoto, idrogeno, carbonio circolare, carburanti, prodotti chimici e polimeri. L’accordo consentirà di sviluppare, in esclusiva, uno studio concettuale per la produzione di idrogeno a zero emissioni e di prodotti chimici sostenibili, grazie alla combinazione dell’innovativa tecnologia nucleare di newcleo con le tecnologie e le competenze chimiche di Maire. Il know-how specifico di NextChem Tech nel campo delle soluzioni per l’idrogeno e dei prodotti chimici su varie scale industriali sarà abbinato alla soluzione energetica a emissioni zero, compatta e competitiva di newcleo. Questo accordo consentirà la produzione di idrogeno elettrolitico e di prodotti chimici sostenibili, tra cui ammoniaca a zero emissioni, metanolo, carburanti elettronici e derivati, in linea con la decisione dell’Unione Europea di includere le tecnologie nucleari innovative, come quella di newcleo, nella tassonomia UE delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. Inoltre, Tecnimont fornirà servizi di consulenza per l’innovativa centrale elettrica di newcleo basata sulla tecnologia SMR LFR-AS-200, applicando l’approccio modulare di Tecnimont per ottimizzare la metodologia di costruzione e pianificazione, riducendo tempi e costi. Questo darà impulso alla visione di newcleo di un impianto completamente modulare, accessibile e facile da installare.
Stefano Buono ha commentato: “I reattori modulari piccoli o avanzati (SMR/AMR) hanno il potenziale non solo per la produzione di energia elettrica, ma anche per applicazioni industriali. Tuttavia, un prerequisito fondamentale per fornire energia sicura e senza emissioni di carbonio per usi industriali è l’eliminazione degli incidenti nucleari. Il reattore passivo di newcleo raggiunge la sicurezza per progettazione, grazie alle leggi della fisica, e questo permette ai nostri reattori veloci al piombo (LFR) di rimanere in uno stato sicuro anche nell’improbabile caso di gravi incidenti o scenari di sabotaggio. Grazie alle favorevoli proprietà fisiche del piombo, questo livello di sicurezza è raggiungibile con una riduzione dei costi rispetto agli SMR di III generazione, aprendo la strada a una e-factory per la chimica a emissioni zero competitiva, come previsto da Maire”.
Questi due accordi seguono a loro volta il closing dell’acquisizione dal gruppo tedesco Rütschi delle sue controllate Pompes Rütschi sas e Rütschi Fluid ag per assicurarsi le loro pompe ingegnerizzate per applicazioni nucleari (si veda qui il comunicato stampa), transazione da 68,9 milioni di euro comunicata pochi mesi prima (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre a ottobre newcleo aveva portato a termine l’acquisto del gruppo italiano SRS-Fucina (si veda qui il comunicato stampa), leader mondiale nella progettazione e costruzione di sistemi nucleari che utilizzano la tecnologia del piombo liquido, operazione annunciata a giugno dell’anno scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre a ottobre Newcleo ha stretto un accordo di collaborazione e investimento con il gruppo italo-rumeno Tosto Group, leader nella produzione di componenti grandi e in pressione nei settori chimico, oil & gas ed energetico, compreso il settore nucleare (si veda altro articolo di BeBeez), mentre quasi un anno fa ha sottoscritto un accordo di cooperazione con Enel (si veda altro articolo di BeBeez) e l’anno prima con Enea (si veda altro articolo di BeBeez) per sviluppare un reattore nucleare di quarta generazione al di fuori dell’Italia.
Ricordiamo che la società italo-britannica è attualmente in fase di raccolta del maxi-round di finanziamento da un miliardo di euro annunciato lo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez). Finora la scaleup si è assicurata oltre 400 milioni, con l’ultimo round che risale al giugno 2022, quando sono stati raccolti 300 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), provenienti per i due terzi dagli investitori del precedente round da 118 milioni di dollari chiuso nel settembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Al round del 2021 avevano partecipato la rete italiana di business angel Club degli Investitori (con 2,3 milioni), LIFTT, veicolo di investimento in startup presieduto da Buono nato dall’alleanza pubblico-privata tra Politecnico di Torino e Compagnia di San Paolo, attraverso la Fondazione Links, ed Exor Seeds, il braccio di venture capital di Exor, holding quotata della famiglia Agnelli.
Nel capitale di newcleo compaiono anche la famiglia Drago (De Agostini), il banchiere Claudio Costamagna, l’ex ceo di UBI Victor Massiah e Azimut. A loro si sono poi uniti diversi fondi di venture capital internazionali e altri protagonisti della finanza italiana, come la famiglia Rovati, Davide e Vittorio Malacalza, la Novacapital di Paolo Merloni e la dinastia svedese Lundin e la Fin Posillipo della famiglia Petrone. Tra i finanziatori, c’è anche MITO Technology con il fondo Progress Tech Transfer, che ha investito 3 milioni.