Quando Cassa Depositi e Prestiti è uscita dal capitale di FSI sgr nel luglio 2022, cedendo alla stessa sgr il suo 39% (si veda altro articolo di BeBeez), senza che questo fosse comunicato ne era uscita anche Poste Vita, sino a quel momento proprietaria del 9,9% della società di gestione di fondi di private equity guidata dal ceo Maurizio Tamagnini. A comprare la quota di Poste Vita era stata Magenta 71 srl, ovvero il veicolo di proprietà di Tamagnini (51%) e degli altri manager della sgr, cioé l’investment director Marco Tugnolo (22%) e il chief investment officer Barnaba Ravanne (27%). E ora si scopre che nel novembre 2022 a entrare nel capitale dell’sgr, con una quota analoga a quella che era di Poste Vita, a sorpresa è ION Capital Ltd, una delle società parte di ION Investment Group, provider globale di tecnologia al servizio del settore finanziario, fondata più di 20 anni fa dall’imprenditore italiano Andrea Pignataro.
Lo ha scritto ieri StartMag, dopo aver letto la Relazione sulla gestione allegata al bilancio 2022 di FSI (disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), che spiega che nel novembre 2022, dopo le due operazioni con CDP Equity e Poste Vita avvenute a luglio di quell’anno, FSI ha annullato e cancellato tutte le azioni proprie, senza riduzione del capitale, mentre Magenta 71 ha appunto venduto a ION il 9,9%.
Si tratta dell’ultimo tassello di una strategia di acquisizioni che ION sta conducendo in Italia. Proprio di questi giorni è la notizia che ION figurerà anche tra gli azionisti della Cassa di Volterra, insieme a Net Insurance (gruppo Poste Italiane) e a Banca del Fucino, con circa il 32% grazie al via libera della Bce all’aumento di capitale che avverrà entro i primi dieci giorni di agosto. Gli attuali azionisti, come comunicato dallo stesso istituto di credito, sono Fondazione CR Volterra (75%), Crédit Agricole (20%) e Fondazione San Miniato (5%) (si veda qui il comunicato stampa).
Nel 2022 ION era invece entrata nel capitale di MPS (si veda altro articolo di BeBeez) e in quello di Illimity (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a inizio 2022 ha delistato Cerved da Piazza Affari dopo l’opa del 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) e, sempre dal 2021, controlla anche Cedacri (si veda altro articolo di BeBeez) e la società toscana List spa, fornitore di software per il settore finanziario, partecipata dal fondo TA Associates (si veda altro articolo di BeBeez).
A proposito di Cedacri, vale la pena di sottolineare che del gruppo, specializzato nella fornitura in outsourcing di servizi informatici e di back office alle banche, il fondo FSI, guidato da Maurizio Tamagnini, possedeva il 27,1% al fianco delle banche, originarie azioniste, che ha poi guidato nell’operazione di vendita a ION. Nell’ambito di quell’operazione FSI ha poi reinvestito per una minoranza nel veicolo di acquisizione, al fianco di ION.
E ancora, sempre al fianco di ION, FSI aveva firmato nel marzo 2021 un accordo per erogare 150 milioni di euro di finanziamento a supporto dell’acquisizione di Cerved, sottoscrivendo uno strumento finanziario emesso da Castor Bidco Holdings Limited, controllante di Castor spa, il veicolo che ha poi lanciato l’opa, riscattabile o convertibile in azioni di categoria speciale della stessa Castor Bidco Holdings, a sua volta controllata da FermION Investments. L’effettiva erogazione del finanziamento a Castor Bidco Holdings, però, era stata rimandata nel settembre 2021 a data da destinarsi (si veda qui il comunicato stampa). Ora nella relazione al bilancio 2022 si legge che alla fine l’investimento in Cerved da parte del fondo FSI è stato di 80 milioni, di cui 67,9 milioni di equity (per il 7% del capitale) e 12,1 milioni nella forma di shareholder loan.
Sono ancora in corso, infine, le trattative tra ION e Prelios, gruppo attivo nella gestione dei portafogli di crediti problematici, controllato da Davidson Kempner Capital Management (si veda altro articolo di BeBeez).