Il private banking si sta aprendo sempre più al mondo del private equity. Ed ecco che, dopo l’accordo con Apollo Global Management di giugno 2023 (si veda altro articolo di BeBeez), ora i clienti dai grandi portafogli di Mediobanca Private Banking potranno anche accedere, in co-investimento diretto, a una serie di partecipazioni di private equity di KKR, il colosso americano della gestione di asset illiquidi e investimenti alternativi con circa 578 miliardi di dollari di asset in gestione al 31 marzo 2024 (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, i clienti High Net Worth e Ultra-High-Net-Worth del ramo private di Piazzetta Cuccia potranno investire in K-PRIME Feeder-I, un prodotto istituito dalla Sicav lussemburghese del colosso americano che si chiama KKR Private Markets Equity Fund, fondo di private equity riservato a investitori professionali.
K-PRIME è un fondo aperto illiquido, una forma di investimento più flessibile che sta diventando una modalità sempre più diffusa per offrire agli investitori individuali l’esposizione ai mercati non quotati, ma con finestre di liquidabilità del capitale investito. “Fermo restando il periodo di detenzione raccomandato, le richieste di rimborso sono limitate al 5% del NAV per trimestre del fondo”, ha detto la banca. L’adesione a K-PRIME consente infatti sottoscrizioni con cadenze mensili, riducendo il tempo necessario per l’impiego iniziale del capitale rispetto a un fondo chiuso, che prevede richiami di capitale graduali, tipicamente in un orizzonte temporale di 4/5 anni. K-PRIME permetterà quindi riscatti con cadenze periodiche entro determinati limiti e al ricorrere di determinate condizioni. Queste caratteristiche contribuiranno, all’interno del portafoglio, a una maggiore dinamicità allocativa e alla possibilità di accedere a un maggior numero di controparti su tutte le asset class disponibili.
In qualità di fondo feeder, ossia di strumento per la raccolta di capitali da far migrare su altri prodotti e target di investimenti, “la sottoscrizione del fondo offrirà quindi agli investitori eleggibili un’esposizione immediata agli investimenti alternativi gestiti da KKR attraverso un co-investimento diretto nelle società presenti anche nei fondi di private equity chiusi gestiti dal gestore americano”. Dal momento che è possibile acquisire quest’esposizione anche più avanti nel processo di investimento, e non solo nella fase di raccolta iniziale dei fondi chiusi, “è possibile mitigare gli effetti della J-Curve tipici di un fondo tradizionale” che impiega più anni prima di generare rendimento, si legge in una nota.
Si consolida così la la diversificazione della gamma nell’offerta di Mediobanca Private Banking sul comparto dei prodotti illiquidi anche attraverso la formula dei prodotti alternativi aperti illiquidi, che consente un impiego più rapido e, a determinate condizioni, maggiore flessibilità nella gestione del capitale rispetto ai tradizionali investimenti nell’economia reale.
Fondato nel 1976, KKR è uno dei leader di mercato nel settore del private equity, con 183 miliardi di dollari di asset in gestione nelle sue attività di private equity al 31 marzo 2024 e un track record di oltre 700 operazioni. Attraverso K-PRIME, gli investitori individuali in Italia hanno ora accesso allo stesso team di private
equity, alle stesse risorse globali e alle stesse operazioni dei fondi istituzionali di KKR, nonché agli stessi strumenti che KKR ha costruito negli ultimi 48 anni. Sottoscrivendo il fondo, gli investitori otterranno un’esposizione a un portafoglio diversificato in termini di settori e aree geografiche che KKR continua a costruire progressivamente utilizzando un approccio tematico, che ha dimostrato la sua resilienza nelle fasi del ciclo con i livelli di volatilità più elevati per i titoli quotati.
Per Angelo Viganò, Head of Mediobanca Private Banking, “il collocamento del fondo di KKR, gestore globale e di grande prestigio nel settore del Private Equity, arricchisce la nostra piattaforma di Private Markets con un’offerta distintiva che conferma la nostra leadership negli investimenti alternativi, con oltre 4 miliardi di euro committed nel comparto. I fondi alternativi aperti illiquidi coniugano le opportunità di crescita che caratterizzano gli investimenti illiquidi con un accesso continuativo e improntato alla diversificazione: un modello all’avanguardia dell’innovazione, applicato a portafogli di investimenti globali e di qualità, che è tra i punti di forza della nostra proposta di valore per la clientela”.
Quanto all’accordo con Apollo, ricordiamo che Mediobanca PB ha stretto un accordo che permette l’accesso alla propria clientela professionale Ultra-High-Net-Worth a una strategia diversificata sui mercati privati e a un suo portafoglio di investimenti costruito da Apollo negli ultimi 10 anni composto da oltre 10 miliardi di dollari diversificati tra private equity, private credit, real estate e infrastrutture (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che sul fronte dei private markets Mediobanca Private Banking negli ultimi anni ha via via strutturato una serie di prodotti dedicati alla sua clientela. Sul fronte degli investimenti illiquidi dedicati alla clientela private, ricordiamo che Mediobanca sgr gestisce il fondo Mediobanca BlackRock Co-Investments, la prima iniziativa in Italia di co-investimenti internazionali sviluppata in partnership con BlackRock che permette un accesso privilegiato a opportunità di co-investimento internazionali in partnership con una selezione tra i migliori gestori di private equity a livello globale. I co-investimenti consentono la partecipazione a operazioni spesso inaccessibili agli investitori e offrono un potenziale di rendimento più elevato e decorrelato rispetto agli strumenti quotati (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel luglio de 2022, per esempio, è stata avviata una collaborazione con la piattaforma fintech iCapital, con oltre 130 miliardi di dollari in gestione, per garantire ai clienti di Mediobanca l’accesso a un’ampia gamma di iniziative di investimento nei private markets, dal private equity al private debt, fino ad arrivare agli investimenti nell’economia reale (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo 2022 era stato invece lanciato il Mediobanca Venture Capital Fund, un comparto di Russell Investments Alternative Investment ICAV, sviluppato dalla statunitense Russell Investments, che investe in startup del settore tecnologico con una prevalente presenza negli Stati Uniti (si veda altro articolo di BeBeez).
Per Mediobanca Private Banking e Russell Investments la collaborazione era già ben rodata, dopo già tre fondi di private capital lanciati in tandem e sempre dedicati agli investitori privati. Ricordiamo infatti che nel giugno 2020 era stato lanciato Mediobanca Private Markets Fund III, sviluppato su tre comparti principali: mercato secondario, strategie distressed e opportunità in settori industriali con dislocations, con un elevato livello di diversificazione in termini di asset class, settore e geografie e con un focus sui mercati più efficienti come il Nord America e l’Europa e in maniera più selettiva l’Asia (si veda altro articolo di BeBeez). La raccolta ha poi chiuso a quota 120 milioni di dollari. In precedenza, con i primi due fondi della serie, Mediobanca Private Banking aveva raccolto oltre 250 milioni di dollari a fine 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Infine, sempre per la clientela private, Mediobanca sviluppa operazioni in club deal sia strutturate deal by deal, come le operazioni organizzate nel 2020 per l’acquisto di un palazzo in via Turati 12 a Milano per 56 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e di un palazzo in via Santa Margherita a Milano per 102,5 milioni nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez); sia nell’ambito dell’attività di The Equity Club, club di investimento promosso nel dicembre 2017, insieme a Roberto Ferraresi, ex partner del private equity francese PAI Partners, e Gianmarco Gandolfi. The Equity Club è partecipato da alcune famiglie imprenditoriali italiane (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che il Gruppo Mediobanca ha chiuso i nove mesi al 31 marzo 2024 con un utile netto di 946 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto allo stesso periodo del 2023. I ricavi hanno raggiunto nel periodo i 2,628 miliardi, in salita del 9%. Stabile il Rote, al 13,3%. Il Cet1 si è attestato al 15,2%. I risultati, ha sottolineato la banca in una nota, sono “ai livelli massimi storici” e rappresentano “un solido avvio del nuovo Piano ‘One Brand-One Culture'”. Il cda ha poi deliberato la distribuzione del primo acconto di dividendo, pari a 0,51 per azione, per un controvalore complessivo di 421 milioni. Includendo anche il buyback di 0,2 miliardi (con 17 milioni di azioni acquistate e da cancellare entro giugno), la remunerazione degli azionisti arriva a uno yield del 5% entro giugno (0,6 miliardi). Nell’ultimo trimestre i ricavi hanno segnato circa 900 milioni (+18% anno su anno e +4% trimestre su trimestre), il CoR (a 48bps) è in calo e l’utile netto in crescita a 335 milioni (+42% a/a, +29% t/t), (si veda qui il comunicato stampa di allora).