Il male, dicevano, è banale. E lo è, Teresa. Ma più che banale, ancor prima, il male è insostenibile. Ti diranno che è la scelta facile, quella dei crudeli, ma ti dico che non è così, che è semmai la scelta immediata, non quella facile. Il male, Teresa, è a portata di mano. Più che tentazione, il male è pigrizia. Tutto il male del mondo deriva dalla pigrizia. Non c’è santo che non abbia dovuto combattere contro la vicinanza della fatica, contro la comoda prossimità di una cosa facile, banale. Già. Facile e banale. Ma le radici sono antecedenti, il germe è gettato all’origine, all’ombra del nostro sudore, germoglia come un cancro per colpa della nostra ignavia, si dimena roteando su un’amaca disfatta, e striscia, striscia sotto l’indolenza, sotto lo sbadiglio, sotto la noia inerme dell’uomo. Ciò che di buono abbiamo, Teresa, è irrinunciabile. Il male, invece, consuma e divora, e chiede alla pigrizia, costantemente, di ritrarsi, chiede un gesto silenziatore sulla ghigliottina del suo autismo, ma la pigrizia sonnecchia, per non compiere un atto gli dà ninfa di vita: anche il male, Teresa, soffre se stesso. Non esiste atarassia, non esiste nirvana, illuminazione, ascensione, noluntas, non esiste nulla di questo nel male. Il male non ha mai pace. E la pigrizia diventa così l’esponenzialità di un debito, che per non estinguersi si moltiplica. A volte, Teresa, è tutto un inganno, quello delle cose vicine. Addentrati altrove, muoviti brancolando nel buio, piuttosto. Non chiedermi scorciatoie. Io so solo che il buio esiste. Non chiedermi torce, quelle hanno acceso roghi e bruciato innocenti. Meglio vivere sull’abisso della notte, stanchi e sudati. Ma proveremo, proveremo a spingerci oltre, sapendo che, dopo tutto, quel che avremo abbandonato sarà nient’altro che cannibalismo. Forse addirittura rimpiangeremo la carne umana, un giorno. La frustrazione del bene può condurre anche a questo: disillusione, cinismo? Non è altro che stanchezza, che resa affaticata. Nulla, nel buio, è più sfiancante del buio. E allora? L’assenza della cosa amata può forse trasformare in amato l’antagonista di ciò che amavamo? Una volta ho pensato una cosa. Che credere è anche creare. Nelle notti senza stelle, chiudi gli occhi, Teresa.
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Bernardo Giusti, nato a Firenze nel 1990, giovane speranza tra i romanzieri italiani ha pubblicato recentemente “Bivium” Edizioni Masso delle Fate. Teresa è nata da poco e Bernardo Giusti ha scelto Bebeez, nelle scorse settimane per condividere l’attesa per la prossima venuta, e adesso la gioia della presenza fisica.