
Rendere la cantina un luogo aperto, visitabile ed espositivo di un territorio, significa rendere il gusto parte del patrimonio culturale. E’ un concetto in cui crede molto Argea, nuovo polo del vino nato lo scorso 30 settembre dall’integrazione di Botter e Mondodelvino (si veda altro articolo di BeBeez), entrambe in portafoglio al fondo Capital Partners 3 di Clessidra Private Equity sgr, che lo scorso ottobre ha anche annunciato l’acquisizione di Cantina Zaccagnini, storica azienda vitivinicola abruzzese, famosa nel mondo per la produzione del vino dall’iconico Tralcetto annodato attorno alla bottiglia (si veda altro articolo di BeBeez).
E’ proprio con l’obiettivo di diffondere la cultura del vino che il Il gruppo ha dato vita a un Museo del Vino, il Mondodelvino Wine Experience, realizzato nell’ex magazzino con un percorso totalmente interattivo, tra informazione, formazione ed esperienza emozionale, dove l’oscurità del grigio antracite crea suggestione e concentrazione senza dar vita ad un ambiente cupo, in cui anzi spicca un arredamento con componenti in legno chiaro.
Clicca qui sopra per vedere l’intervista sul Museo de vino a Enrico Gobino,
direttore marketing e comunicazione Mondodelvino

La visita comincia con un video artistico, come fosse una performance, sulle origini del vino e della vite, pianta antichissima e di lunga vita che richiede tempo. Il mondo della poesia epica presenta sempre il momento in cui l’eroe si racconta di fronte ad un pubblico ignaro delle sue gesta e perfino della sua identità e celebre in tal senso è l’episodio di Ulisse, primo eroe moderno, quando incontra il sovrano Alcinoo, padre di Nausica che lo ha raccolto sofferente sulla spiaggia della sua isola. L’incontro si conclude appunto con un simposio da cui nasce l’empatia.
Nella Bibbia il vino appare già nel libro della Genesi con Noè che pianta la vite, simbolo del mondo in cui si vuole vivere e bevendo il vino si inebria. Ora questa moderata ebbrezza consente il contatto con il Divino, così come avviene nei Baccanali greci. Il vino è fortemente simbolico nel Nuovo Testamento, nell’episodio delle Nozze di Cana e nel rito dell’Ultima Cena e del Sangue di Cristo. I Fenici portarono e diffusero nel Mediterraneo la vite e il vino nell’antichità; bevanda che fu sacra per i Greci grazie al culto di Dioniso e del suo potere estatico. I Romani marciavano con il vino e sembra lo bevessero prima di andare in battaglia ma è solo nel Medioevo e con la cultura monastica che si sviluppa il vino come lo conosciamo oggi.
Nel 1492 poi la vite arriverà nel nuovo mondo e il vino sarà per la prima volta davvero internazionale. Il nostro percorso continua lungo una strada dove troviamo sul lato destro le informazioni corporate dell’azienda Mondo del vino e a sinistra un itinerario personalizzato tra territori, cantine, vitigni e metodi di vinificazione che ognuno di noi può scegliere, disegnando così anche un viaggio culturale nella zona.

Abbiamo fatto una simulazione soffermandoci sui metodi di produzione delle bollicine, con la scelta del metodo Freesol, brevettato dall’azienda, senza aggiunta dunque del coadiuvante, l’anidride solforosa o i cosiddetti solfiti, lavorando in assenza di ossigeno in alcune fasi cruciali del processo, ad esempio durante l’ammostamento; scelta che richiede una cura particolare, per ora almeno dedicato al metodo Charmat per la produzione di Moscato d’Asti. Il museo prosegue con un percorso didattico e giocoso insieme: in particolare la tecnica della degustazione; e il gioco dell’abbinamento tra uno dei vini della maison e un piatto a scelta degli chef testimonial dell’azienda. Alla fine di ogni percorso c’è un QR Code che si può scaricare con le informazioni, dall’itinerario locale tra cantine e monumenti alla ricetta presentata.
Ma non è tutto qui. Il vino per Argea è arte. E’ per questo che nel 2015 Mondodelvino ha lanciato Cuvage des artistes, un progetto per acquisire opere d’arte insieme al diritto di riproducibilità sulle bottiglie da vendere poi nel canale del collezionismo, charity e sponsorizzazioni. Il primo artista scelto è il catalano Sergi Barnils, nato in Guinea equatoriale nel 1953, vive a Barcellona e lavora a Sant Cugat del Vallès, ma i suoi lavori sono presenti da anni in Italia e Germania, la cui opera è stata riprodotta su 1.500 bottiglie. Nel 2019 è stata la volta di Ludmilla Radchenko, artista di origini siberiane che proviene dal mondo della televisione, con un volto pop, eclettica, la cui opera ha vestito 900 magnum. Nel 2021 la scelta è caduta su una grande installazione a Priocca nella zona di Alba di Roberto Coda Zabetta, artista biellese, classe 1975, che è stato assistente di Aldo Mondino dal 1995 al 2005, inserito nel circuito di Artissima, in questo legato a un percorso sul territorio, non specificatamente al vino. All’ingresso della cantina dedicata alla produzione di Asti Spumante con metodo Martinotti un’opera di Nino Migliori, storico fotografo bolognese, classe 1926, una bottiglia decorata con la gigantografia della spuma dell’Asti acquistata in occasione dell’asta promossa dall’Associazione Creative-Asti per ragioni benefiche. L’opera in particolare è dedicata a Giorgio Faletti che era coinvolto nell’organizzazione di questa manifestazione.

Il bionomio di cultura e territorio In Piemonte, nelle zone del Monferrato, Roero e Langhe, dichiarate patrimonio Unesco, è molto forte per Argea, com’è emerso da un’indagine recente presso i clienti che chiedono un bicchiere che evochi il territorio appunto, alfiere della cultura locale. E lo testimonia il premio internazionale appena ritirato a Londra per il concorso Champagne & Spakling Word Championships che ha classificato Argea al primo posto nel mondo per la categoria degli spumanti aromatici con Asti Docg, metodo Martinotti, una denominazione snobbata per molto tempo e che invece negli ultimi anni, grazie a un consorzio di tutela, ha evidenziato le potenzialità di una tipicità tutta italiana, come ci ha raccontato Annalisa Vittore, brand manager per i marchi Cuvage, Acquesi e Ricossa.
Tipicità che si riscontra nella grande poliedricità del mondo dell’Asti, che offre anche un metodo classico, in omaggio alla tradizione piemontese, prima in Italia a spumantizzare secondo il metodo classico, mutuato dalla Francia. Il territorio è presente a vari livelli e diventa una proposta di un turismo enologico che unisce natura e cultura.
La declinazione è in primo luogo la scelta di lavorare solo vitigni autoctoni e vinificazioni tipiche, dall’Asti Spumante Metodo Martinotti, all’Alta Langa, il prodotto di punta, là dove c’è stata la prima spumantizzazione storica italiana mutuata dal metodo classico francese e con la Barbera, vitigni tipico del marchio Ricossa.
I nomi dei marchi sono legati al luogo come nel caso di Acquesi che individua il segmento produttivo Metodo di spumantizzazione Martinotti omaggio alla cittadina di Acqui Terme dove l’azienda nacque come cantina sociale. Sulla bottiglia non a caso la fonte di acqua calda locale, «la Bollente», che sgorga nel centro storico della città ad una temperatura superiore ai 70°C e ha il tipico odore delle acque sulfuree e attorno alla quale ad Acqui è stata costruita un’edicola ottagonale in marmo, risalente al 1870. Sulla bottiglia un decoro con rami di fiori in stile Liberty che ricorda lo stile del periodo di splendore della città termale.
a cura di Mila Fiorentini