Articolo pubblicato in BeBeez Magazine del 24 giugno 2023
di Stefania Peveraro
Quello della democraticizzazione dei private markets è un tema ormai globale che anche in Europa sta coinvolgendo da mesi soggetti che sinora erano rimaste appannaggio dei grandi investitori istituzionali, se non si conta il fatto che molti colossi del private capital sono peraltro quotati da anni su varie borse internazionali, il che di fatto è il metodo più semplice per avvicinare a questo mondo gli investitori privati.
D’altra parte le dimensioni dell’opportunità di vedono in due numeri, 50% e 16%, così come evidenziato nel Global report pubblicato a inizio anno da Bain&Co (si vedano qui il focus di Bain&Co e qui altro articolo di BeBeez). Gli investitori individuali detengono circa il 50% dei circa 275-295 mila miliardi di dollari di patrimonio globale in gestione. Tuttavia, del totale degli asset in gestione ai fondi alternativi, soltanto il 16% arriva dagli investitori individuali. C’è quindi spazio per un enorme incremento. E infatti Bain & Company prevede che, mentre il capitale istituzionale destinato agli investimenti alternativi crescerà dell’8% all’anno nel prossimo decennio, la ricchezza individuale investita in alternative, dovrebbe crescere del 12% all’anno nello stesso periodo.
In Italia, peraltro, le opportunità sembrano ancora di più, almeno stando a una recente ricerca condotta da Research in Finance per Neuberger Berman (si veda qui il comunicato stampa). Dallo studio, condotto raccogliendo le opinioni di 892 fund selector e consulenti finanziari, emerge che la percentuale di asset dei propri clienti retail attualmente investiti nei mercati privati si attesta in media al 7,7%, di poco inferiore al 9,2% dei clienti istituzionali. Più nel dettaglio, però, emergono notevoli differenze a livello di singoli Paesi, con la Germania che ha la più alta percentuale di asset di clienti retail investiti nei mercati privati, con una media del 12%. Seguono il Benelux con l’11%, Francia e Svizzera con il 9% e quindi l’Italia con l’8%. Il Regno Unito è in ultima posizione, con appena il 4% degli asset dei clienti investiti nel settore privato. Lo studio evidenzia inoltre che il 22% dei clienti retail europei non ha ancora alcuna esposizione agli asset privati. La domanda di private equity nel canale retail è destinata a rimanere forte anche nel prossimo futuro, con un 12% dei consulenti finanziari pronti a confermare un aumento dell’esposizione dei propri clienti. Questo dato è superiore rispetto alla crescita del 4% registrata sul segmento istituzionale. In termini di aree di interesse nell’ambito dei mercati privati, in Italia la preferenza va al private equity diretto (33%), seguito da co-investimenti di private equity e infrastrutture (entrambi al 30%) e dagli investimenti nel mercato secondario del private equity (21%).
Così non stupisce quindi che in pochi mesi, non solo Blackstone abbia lanciato sul mercato italiano la raccolta del suo nuovo fondo di credito europeo dedicato a privati che possano permettersi un ticket minimo di investimento di 100 mila euro, dopo aver fatto un test in UK e in Svizzera e prima ancora in Asia (si veda altro articolo di BeBeez), ma anche che la stessa Neuberger Berman abbia lanciato lo scorso marzo il terzo Eltif, NB Direct Private Equity 2023, che investe in un mix di strategie di private equity, principalmente in Europa e Nord America (si veda altro articolo di BeBeez), così come ha fatto anche Apollo Global Management.
In particolare, a inizio maggio Apollo ha annunciato il lancio di Apollo Private Markets SICAV, una piattaforma di prodotti con sede in Lussemburgo progettata per offrire una serie completa di soluzioni alternative di Apollo agli investitori in EMEA, Asia e America Latina, in formati personalizzati per le esigenze specifiche degli individui. La piattaforma viene lanciata con le sue prime due strategie di investimento, che consistono in due prodotti perpetui e semiliquidi: uno che fornisce una soluzione “chiavi in mano” per un’ampia esposizione ai mercati privati e un altro incentrato sul credito privato Usa. La struttura della SICAV consentirà agli investitori di accedere alle strategie nella loro valuta locale, con minimi di investimento inferiori rispetto alle offerte di prodotti alternativi tradizionali (si veda qui il comunicato stampa). L’iniziativa di Apollo segue quella della scorsa estate negli Stati Uniti, quando il colosso degli alternativi ha lanciato il suo nuovo fondo Apollo Aligned Alternatives con una dotazione iniziale di 15 miliardi di dollari già versata dalla capogruppo, il colosso assicurativo Athene (per 10 miliardi) e da investitori istituzionali (per 5 miliardi, tra i quali cui Sumitomo Mitsui Trust Holdings) e che è stato poi aperto agli HNWI (si veda qui Bloomberg). Il fondo, che coinveste con i fondi tradizionali di Apollo, “ha il potenziale per diventare il più grande fondo della piattaforma Apollo entro il prossimo anno”, aveva dichiarato lo stesso ceo di Apollo, Marc Rowan, durante la conference call sui risultati del secondo trimestre 2022 di Apollo.
Ma non è tutto perché molti colossi del private capital internazionale di recente hanno stretto accordi con iCapital, la piattaforma globale di fintech che promuove l’accesso agli investimenti alternativi per il settore della gestione patrimoniale, che ha annunciato il lancio di iCapital Marketplace, la piattaforma innovativa che mette in contatto i consulenti finanziari con le opportunità di investimento alternative offerte dal leader mondiale fornitori di investimenti e asset manager (si veda altro articolo di BeBeez). Più di una dozzina di gestori hanno partecipato al pre-lancio di iCapital Marketplace, tra cui Audax Private Debt, Blackstone, Carlyle, CrowdStreet Advisors, Fidelity, FS Investments, Henderson Park, John Hancock Investment Management, Kayne Anderson, Net Lease Capital, Partners Group, RedBird Capital Partners, Steele Creek Capital e Sealy & Company. Peraltro nel maggio 2022 in Italia Mediobanca Private Banking aveva avviato una collaborazione con iCapital, finalizzata proprio ad ampliare ulteriormente l’offerta di investimenti nei private markets agli HNWI clienti di Piazzetta Cuccia (si veda altro articolo di BeBeez).
E lo scorso febbraio circolavano inoltre voci di un imminente lancio di strategie di credito dedicate agli investitori privati da parte sempre di Apollo, ma anche di Goldman Sachs Asset Management e Arcmont (si veda qui Bloomberg).
Il tutto senza dimenticare che lo scorso novembre lo svizzero Partners Group ha concentrato le sue attività di raccolta di fondi da patrimoni privati in una business unit Private Wealth, impegnandosi ulteriormente ad ampliare l’accesso ai mercati privati per gli investitori individuali. La business unit Private Wealth contava quindi all’avvio 37 miliardi di dollari di asset in gestione, quasi un terzo dei 131 miliardi di dollari di asset totali gestiti dall’asset manager (si veda qui il comunicato stampa).
Infine nei giorni scorsi Schroders ha pubblicato un commento a supporto della sua strategia di coinvestimento di private equity. E certo non a caso, visto che la casa di asset management ha lanciatola raccolta del suo Schroders Capital Private Equity Eltif 2023