Con un’offerta di 6,2 milioni di euro, la svizzera Bobst si è aggiudicata lo scorso 30 giugno l’asta per Cerutti, storico gruppo specializzato in macchine da stampa per rotocalchi e imballaggi flessibili con sede a Casale Monferrato (Alessandria). Lo riferisce Il Piccolo. Bobst, tra i leader mondiali nell’imballaggio, è proprietaria dell’ex Rotomec di San Giorgio Monferrato, dove vorrebbe trasferire gli operai assorbiti da Cerutti (si parla di una trentina su 255 persone, si veda qui Il Piccolo).
Quella di Bobst era una delle due offerte pervenute lo scorso 3 maggio al Tribunale di Vercelli per i due rami d’azienda Officine Meccaniche Cerutti spa e della controllata al 100% Cerutti Packaging Equiment spa, entrambe dichiarate fallite nell’autunno 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
L’altra offerta era invece stata depositata come noto da Rinascita Seconda srl, newco milanese formata da una cordata di imprenditori italiani: Marco Drago (presidente del gruppo DeAgostini), Diana Bracco (presidente e ad del Gruppo Bracco), Ernesto Pellegrini (ex presidente dell’Inter, e fondatore di Pellegrini e della Pellegrini Catering Overseas) e Franco Goglio (ceo della Goglio spa), supportati da Paolo Montironi, socio fondatore e senior partner dello studio legale NCTM. Al fianco degli imprenditori agisce poi anche il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa, gestito da Invitalia e previsto dall’art. 43 del Decreto Rilancio.
Prima dell’aggiudicazione definitiva a Bobst, la cordata di imprenditori italiani e Invitalia hanno 10 giorni di tempo per rilanciare una nuova offerta per Cerutti, per un prezzo non inferiore a quello di aggiudicazione, maggiorato del 10%. Rinascita Seconda srl in una nota diffusa ieri ha fatto sapere che” si riserva di valutare se procedere a un rilancio come prevede il bando di gara per assicurare continuità alle attività di Cerutti ed evitare che siano polverizzate all’interno di un gruppo straniero dove la storia di Cerutti terminerebbe con grave danno per la collettività” (si veda qui il comunicato stampa).
Rinascita Seconda srl nella sua nota ha inoltre precisato di essersi anche impegnata all’assunzione di 31 dipendenti in più rispetto a quanto previsto dal bando e che a suo avviso nella valutazione del corrispettivo offerto andrebbe anche considerato un importo aggiuntivo di 8,98 milioni di euro, corrispondente alle “risorse che verrebbero erogate, sotto forma di salari ed oneri accessori, nell’arco dei cinque anni di piano industriale, a favore dei trentuno lavoratori in aggiunta ai trenta minimi previsti dal bando, in quanto tali ulteriori assunti si qualificano a tutti gli effetti quali creditori dei fallimenti”.
Infine, Rinascita Seconda srl ha reso noto che Matteo Rossini, indicato come possibile amministratore delegato dalla cordata, lo scorso lunedì 28 giugno ha chiuso un accordo con le rappresentanze sindacali che avrebbe consentito una ripartenza immediata dell’attività. Nel corso dell’incontro erano stati confermati gli impegni di: realizzare un incremento produttivo che prevedeva il raggiungimento di 8 macchine nell’arco di tre anni, assumere 61 dipendenti; mantenere la produzione nello stabilimento di via Adam.
La decisione di mettere all’asta i due rami d’azienda di Cerutti deriva dal fatto che lo scorso aprile i curatori dei fallimenti delle due aziende, Salvatore Sanzo e Ignazio Arcuri, hanno deliberato lo scioglimento di Gruppo Cerutti srl, la newco che era stata costituita a inizio settembre 2020 dalle due società, allora in concordato preventivo, per affittare i due rami d’azienda, sempre con la benedizione del Tribunale (si veda qui il comunicato stampa di allora). I due curatori hanno spiegato che la decisione di liquidare la newco risiede nell’impossibilità di attuare il piano industriale che era alla base del progetto. La newco in liquidazione ha quindi perso l’affitto dei rami di azienda e quindi le due società sono tornate sul mercato. Da qui l’asta gestita dal tribunale e le due offerte arrivate il 3 maggio.
Officine Meccaniche Giovanni Cerutti (OMGC) è stata fondata a Genova nel gennaio 1922 da Giovanni Cerutti come attività meccanica destinata alla riparazione di telai tessili e si è poi ampliata dopo la fine della seconda guerra mondiale alle macchine da stampa prima per rotocalchi, per riviste e cataloghi, e poi anche per imballaggi flessibili, alluminio, carta e cartone e infine anche per banconote. All’inizio degli anni 2000 la Cerutti era il primo costruttore al mondo di rotative rotocalco per riviste e cataloghi, superando i propri concorrenti tedeschi, svizzeri, americani, giapponesi ed era presente anche negli Stati Uniti con due società controllata. Allora il gruppo contava oltre mille dipendenti.
Nella seconda metà degli anni 2000 la diffusione sempre maggiore di media digitali ha però innescato la crisi del settore delle rotocalco per la stampa di riviste e cataloghi con conseguente crollo del vendite del gruppo nel segmento che rappresentava una parte preponderante del fatturato. Cerutti ha provato quindi a diversificare l’attività, facendo leva su Cerutti Packaging Equipment con le macchine per imballaggi e lo sviluppo di banconote in polimeri, ma non è bastato.
Già nel 2011 il gruppo fatturava 127 milioni, ma ne perdeva 23 e aveva debiti verso le banche per 142 milioni. Nel 2013 OMGC ha avviato il concordato preventivo con riserva per poi arrivare prima al concordato preventivo pieno e poi al fallimento. Il 2019 si è chiuso con ricavi per soli 33,11 milioni; un ebitda negativo di 12,7 milioni e una perdita di oltre 64 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 50,2 milioni e un patrimonio netto negativo di 100,1 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus).
Quanto al Fondo di Salvaguardia Imprese, se l’operazione andasse in porto, si tratterebbe del suo terzo intervento. Il primo è stato, nel luglio del 2020, sulla Corneliani, in cui il Fondo si era impegnato a versare 10 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Fondi effettivamente versati alla fine dello scorso marzo, cui si è aggiunto un versamento di 7 milioni da parte di Investcorp (si veda altro articolo di Bebeez). Il secondo intervento risale alla fine dello scorso febbraio, quando il Fondo si è impegnato a intervenire anche sul produttore comasco di filati di seta Canepa, affiancando un investitore tedesco in turnaround il cui profilo calza perfettamente quello di Certina Holding (si veda altro articolo di BeBeez). Un ulteriore possibile intervento del Fondo è infine quello in Walcor, storico produttore cremonese di uova di Pasqua e monete di cioccolato, ammessa al concordato preventivo in continuità dal Tribunale di Cremona lo scorso 29 aprile e per il cui rilancio si è impegnato un fondo della strategia di special situations di JPMorgan Global Alternative (gruppo JPMorgan Asset Management) (si veda altro articolo di BeBeez).