Il Tribunale fallimentare di Milano ha ammesso la nuova proposta di concordato preventivo presentata da Moby-CIN dopo che a fine marzo i commissari giudiziari di Tirrenia hanno “espresso un giudizio complessivamente positivo sulla tenuta del piano” con cui si prevede un accordo sulla ristrutturazione del debito che CIN (Compagnia di navigazione controllata da Moby del Gruppo Onorato Armatori) ha nei confronti di Tirrenia in amministrazione straordinaria (si veda qui l’ANSA).
Ricordiamo che il 31 marzo scadevano i termini per il deposito dell’accordo con Tirrenia, che rappresenta il principale creditore di CIN. Il Tribunale aveva fissato quella data lo scorso 15 febbraio, contestualmente alla decisione di far slittare ulteriormente l’adunanza dei creditori di Moby e CIN, rispettivamente, al 20 e 27 giugno prossimi (si veda qui il comunicato stampa).
Il via libera dei commissari era arrivato a pochi giorni di distanza dall’annuncio che il gruppo MSC, che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte, andrà in soccorso del gruppo Moby ha sottoscritto un aumento di capitale per una minoranza del gruppo per metterlo in condizione di pagare quanto dovuto da Moby e della controllata CIN a Tirrenia in amministrazione straordinaria. Lo ha comunicato giovedì 25 marzo lo stesso gruppo Moby senza dire a quanto ammonterà la ricapitalizzazione, ma secondo quanto riferisce MF Milano Finanza si tratta di circa 80 milioni di euro per un quota 25% del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez)
Le decisioni del tribunale erano arrivate come conseguenza del deposito lo scorso gennaio dell’ennesima nuova versione dei piani concordatari delle due società (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che i piani concordatari depositati, che prevedono percentuali di recupero per i creditori significativamente superiori rispetto ai precedenti piani depositati nel marzo 2021, hanno già ottenuto il benestare dei principali creditori finanziari del gruppo e in particolare di tutte le banche e dei bondholders riuniti nell’Ad Hoc Group (si veda qui il comunicato stampa). A fine settembre Moby aveva siglato infatti un accordo con un terzo degli obbligazionisti in possesso del bond da 300 milioni di euro e cedola 7,75% a scadenza 2023 quotato alla Borsa del Lussemburgo (si veda altro articolo di BeBeez), tra i quali i fondi Soundpoint Capital, Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior Capital e York Capital. Obiettivo dell’accordo era ovviamente trovare un’intesa prima dell’adunanza dei creditori per il voto sul piano concordatario. Il Tribunale di Milano aveva ammesso Moby al concordato preventivo a inizio luglio (si veda altro articolo di BeBeez e qui il Decreto di ammissione).
Ricordiamo che la versione del piano concordatario di Moby depositato lo scorso gennaio, quando ancora non si parlava dell’intervento di MSC, prevedeva la vendita di 4 navi durante la procedura e il trasferimento di tutte le restanti navi della flotta Moby e CIN a una società veicolo di nuova costituzione (ShipCo), le cui partecipazioni saranno detenute dai soli creditori ipotecari ossia istituti di credito e bondholder. Nella Memoria di modifica della proposta concordataria (si veda qui il testo, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), si legge che la ShipCo sarà strutturata come fondo chiuso di investimento o come Sicaf e sarà gestita da Finint Investments sgr e che ShipCo si accollerà l’intero debito di Moby nei contronti dei bondholder e dei finanziatori senior oltre che il debito di CIN verso Tirrenia.
La nuova finanza a supporto dell’operazione, per un totale di 63,18 milioni di euro, sarà erogata da un nuovo veicolo di cartolarizzazione che emetterà titoli asset backed, che saranno a loro volta sottoscritti dai bondholder dell’AHG e dai senior lender, cioé Banca Finint (in quanto retention provider), Unicredit, Kerdos spv (il veicolo di cartolarizzazione gestito da Prelios sgr, che acquista crediti in boni e deteriorati da Intesa Sanpaolo) e AMCO.
Sul fronte CIN, invece, come già trapelato lo scorso novembre (si veda altro articolo di BeBeez), la nuova versione del piano concordatario prevedeva una percentuale si soddisfacimento dei creditori dell’80%, con quindi Tirrenia in AS che riceverebbe 144 milioni (in quattro rate, di cui 23 all’omologa del concordato nel 2022, 10 milioni nel 2023, 10 milioni nel 2024 e 101 milioni nel 2025) del totale di 180 milioni dovuti. Nella realtà, dato che un arbitrato ha riconosciuto in 159 milioni di euro il credito vantato da Tirrenia in AS verso CIN, la percentuale di rimborso arriverebbe a oltre il 90%. L’offerta però non aveva ancora convinto i commissari. Ma a fine marzo i commissari, dopo l’entrata in gioco di MSC, hanno accettato una soluzione saldo e stralcio pari al 45% del credito, quindi una cifra di 81 milioni di euro disponibile subito, piuttosto che l’opzione alternativa di incassare in più anni i 144 milioni di cui sopra (si veda qui ShippingItaly).
Ricordiamo che Tirrenia in amministrazione straordinaria è la bad company nata dalla cessione dell’ex compagnia di navigazione pubblica a Moby avvenuta nel 2012. Ildebito di CIN verso Tirrenia è il debito residuo a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-CIN che nel 2012 ancora non era di Moby e che Moby deve appunto ancora a Tirrenia. Quest’ultima era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui 135 milioni erano stati pagati al closing dell’operazione nel luglio 2012 e altri restanti 62 milioni pagati nel febbraio 2016 in occasione del rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). I restanti 180 milioni dovevano essere pagati in tre rate: la prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, la seconda da 60 milioni entro l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021. Ma tutte le tre rate non sono mai state pagate.