Cerutti, storico gruppo specializzato in macchine da stampa per rotocalchi e imballaggi flessibili con sede a Casale Monferrato (Alessandria) è stata aggiudicata definitivamente alla svizzera Bobst , tra i leader mondiali nell’imballaggio e proprietaria dell’ex Rotomec di San Giorgio Monferrato, dove vorrebbe trasferire gli operai assorbiti da Cerutti (si veda qui Il Piccolo).
Ricordiamo che quella di Bobst era una delle due offerte pervenute lo scorso 3 maggio al Tribunale di Vercelli per i due rami d’azienda Officine Meccaniche Cerutti spa e della controllata al 100% Cerutti Packaging Equiment spa, entrambe dichiarate fallite nell’autunno 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
Con un’offerta di 6,2 milioni di euro, Bobst si era poi già aggiudicata l’asta per Cerutti lo scorso 30 giugno (si veda altro articolo di BeBeez), ma la cordata concorrente aveva 10 giorni di tempo per rilanciare una nuova offerta per Cerutti a un prezzo non inferiore a quello di aggiudicazione, maggiorato del 10%. I concorrenti hanno effettivamente rilanciato, ma senza successo.
L’offerta concorrente era stata depositata a maggio da Rinascita Seconda srl, newco milanese formata da un club deal di imprenditori italiani: Marco Drago (presidente del gruppo DeAgostini), Diana Bracco (presidente e ad del Gruppo Bracco), Ernesto Pellegrini (ex presidente dell’Inter, e fondatore di Pellegrini e della Pellegrini Catering Overseas) e Franco Goglio (ceo della Goglio spa), supportati da Paolo Montironi, socio fondatore e senior partner dello studio legale NCTM. Al fianco degli imprenditori agiva poi anche il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa, gestito da Invitalia e previsto dall’art. 43 del Decreto Rilancio.
Ieri, a commento dell’esito definitivo dell’asta, Rinascita Seconda ha dichiarato (si veda qui il comunicato stampa): “Gli imprenditori di Rinascita Seconda srl si dicono profondamente dispiaciuti per l’esito della gara, anche in considerazione del fatto che le attività della storica azienda Cerutti rischieranno di disperdersi all’interno di un gruppo straniero con gravi conseguenze per il tessuto sociale ed economico del territorio. Il bando di gara, per come è stato concepito e strutturato, non teneva conto della valenza sociale e degli aspetti occupazionali dell’offerta di Rinascita Seconda srl. La cordata di imprenditori italiani, infatti, ha presentato un’offerta che prevedeva l’assunzione a tempo indeterminato di un numero di dipendenti doppio rispetto a quanto stabilito dal bando (61, con possibilità di ulteriori assunzioni nell’arco del piano industriale) e superiore rispetto all’offerta del concorrente. L’offerta, inoltre, prevedeva che la ripartenza dell’impresa avvenisse nello storico stabilimento di via Adam a Casale Monferrato. La proposta di Rinascita Seconda srl avrebbe avuto una forte valenza sociale perché incentrata sul rilancio di Cerutti come entità autonoma e indipendente in grado di creare valore per la comunità attraverso gli investimenti che sarebbero stati realizzati in caso di assegnazione”.
La decisione di mettere all’asta i due rami d’azienda di Cerutti deriva dal fatto che lo scorso aprile i curatori dei fallimenti delle due aziende, Salvatore Sanzo e Ignazio Arcuri, hanno deliberato lo scioglimento di Gruppo Cerutti srl, la newco che era stata costituita a inizio settembre 2020 dalle due società, allora in concordato preventivo, per affittare i due rami d’azienda, sempre con la benedizione del Tribunale (si veda qui il comunicato stampa di allora). I due curatori hanno spiegato che la decisione di liquidare la newco risiede nell’impossibilità di attuare il piano industriale che era alla base del progetto. La newco in liquidazione ha quindi perso l’affitto dei rami di azienda e quindi le due società sono tornate sul mercato. Da qui l’asta gestita dal tribunale e le due offerte arrivate il 3 maggio.
Officine Meccaniche Giovanni Cerutti (OMGC) è stata fondata a Genova nel gennaio 1922 da Giovanni Cerutti come attività meccanica destinata alla riparazione di telai tessili e si è poi ampliata dopo la fine della seconda guerra mondiale alle macchine da stampa prima per rotocalchi, per riviste e cataloghi, e poi anche per imballaggi flessibili, alluminio, carta e cartone e infine anche per banconote. All’inizio degli anni 2000 la Cerutti era il primo costruttore al mondo di rotative rotocalco per riviste e cataloghi, superando i propri concorrenti tedeschi, svizzeri, americani, giapponesi ed era presente anche negli Stati Uniti con due società controllata. Allora il gruppo contava oltre mille dipendenti.
Nella seconda metà degli anni 2000 la diffusione sempre maggiore di media digitali ha però innescato la crisi del settore delle rotocalco per la stampa di riviste e cataloghi con conseguente crollo del vendite del gruppo nel segmento che rappresentava una parte preponderante del fatturato. Cerutti ha provato quindi a diversificare l’attività, facendo leva su Cerutti Packaging Equipment con le macchine per imballaggi e lo sviluppo di banconote in polimeri, ma non è bastato.
Già nel 2011 il gruppo fatturava 127 milioni, ma ne perdeva 23 e aveva debiti verso le banche per 142 milioni. Nel 2013 OMGC ha avviato il concordato preventivo con riserva per poi arrivare prima al concordato preventivo pieno e poi al fallimento. Il 2019 si è chiuso con ricavi per soli 33,11 milioni; un ebitda negativo di 12,7 milioni e una perdita di oltre 64 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 50,2 milioni e un patrimonio netto negativo di 100,1 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus).