Bancomat spa e SIA spa hanno siglato un Memorandum of Understanding per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia a beneficio dell’intero sistema di pagamenti digitali del Paese. E’ prevista anche la costituzione di una newco, dedicata alla gestione delle attività di processing delle transazioni di pagamento BANCOMAT, PagoBANCOMAT e BANCOMAT Pay, destinata a operare in concorrenza con gli altri processor.(si veda qui il comunicato stampa).
L’amministratore delegato di Bancomat, Alessandro Zollo, ha commentato: “La sottoscrizione di questo Memorandum of Understanding è in continuità con il percorso d’innovazione avviato dal piano industriale e conferma il ruolo di leader che Bancomat spa ha e intende continuare ad avere nell’evoluzione del settore dei pagamenti digitali. Lo sviluppo di nuove tecnologie all’avanguardia andrà a beneficio dell’intero sistema economico-finanziario e la nuova strategia di go-to-market, che il mercato oggi impone, ci posizionerà come epicentro della rivoluzione digitale del Paese”.
Federico Lovadina, presidente di SIA, ha aggiunto: “Con questo progetto di trasformazione digitale, SIA rafforza il proprio impegno a supporto del percorso di modernizzazione dei sistemi di pagamento, sempre più fondamentali per lo sviluppo attuale e futuro del Sistema Paese. Un’ulteriore testimonianza di come l’Italia sia sempre più centrale nel mondo del fintech e nel guidare l’innovazione dei servizi di pagamento elettronici, anche in iniziative attualmente in corso a livello europeo”.
Ricordiamo che intanto a un anno e mezzo dall’ultimo aumento di capitale da 25 milioni di euro, è in arrivo una nuova ricapitalizzazione per Bancomat spa. I capitali freschi potrebbero servire a finanziare possibili acquisizioni in Italia (si veda altro articolo di BeBeez). La ricapitalizzazione sarebbe riservata alle banche attuali azioniste, con il prima linea Intesa Sanpaolo (24,2%, oltre alla quota dell’inglobata Ubi, 7,3%), Unicredit (18,9%), BancoBpm (7,67%), Mps (7,57%), Bnl-Bnp (5,05%), Bper (4,6%), Cassa Centrale (2,8%) e così via. Tuttavia è evidente che l’operazione non mancherà di risvegliare l’interesse del private equity e di operatori del settore paytech.
Quanto a SIA, nei giorni scorsi l’Assemblea straordinaria, con la partecipazione del 96,1% del capitale della società, ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di SIA in Nexi (si veda qui il comunicato stampa). Il closing della fusione è condizionato al verificarsi di talune condizioni sospensive standard per operazioni di questa tipologia, tra cui l’ottenimento delle relative autorizzazioni, inclusa quella dell’Antitrust.
La fusione tra SIA e Nexi era stata annunciata lo scorso lo scorso ottobre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) e l’operazione è parallela a quella annunciata lo scorso novembre 2020 con la danese Nets (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’occasione Nexi aveva annunciato che il gruppo si trasformerà nella più grande piattaforma paytech a livello pan-europeo, con circa 2,9 miliardi di euro di ricavi stimati e circa 1,5 miliardi di ebitda stimato su base pro-forma per il 2020, incluse le sinergie ricorrenti annue a regime di 170 milioni di euro, in aggiunta ai 150 milioni di euro di sinergie già identificate nel contesto della fusione tra Nexi e Sia.
Nel 2020, infatti, il Gruppo Nexi ha registrato un ebitda di 601,4 milioni di euro, in aumento del 2,5%, a fronte di ricavi in calo del 2,8% a circa 1,044 miliardi e un debito finanziario netto di 2,133 miliardi da 1,4 a fine dicembre, a seguito dell’emissione dei 500 milioni di euro di bond equity-linked nella primavera 2020 per finanziare parte del corrispettivo previsto per l’acquisizione delle attività di merchant acquiring da Intesa Sanpaolo, con la banca che a sua volta ha acquisito da Mercury il 9,9% di Nexi (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto a SIA, i ricavi sono invece saliti del 2% a 748 milioni di euro dai 730 milioni del 2019, con un ebitda pure in rialzo del 3% a 285 milioni dai 276 milioni dell’anno prima. Infine Nets, la società di pagamenti elettronici danese attiva nel mercato scandinavo e nella regione DACH (Germania, Austria, Svizzera), ha chiuso con ricavi in calo dell’1,2% a 976 milioni da 988 milioni e con un ebitda in rialzo del 4,1% a 360 milioni (da 345 milioni) (si veda altro articolo di BeBeez).