
di Alessandro Albano
Autostrade per l’Italia (ASPI) che dallo scorso maggio fa capo a CDP Equity, Blackstone e Macquarie, ha collocato il suo primo prestito obbligazionario Sustainability-Linked che ha riscosso una domanda degli investitori istituzionali per oltre 6 miliardi di euro. Il bond, collocato per 750 milioni di euro, ha scadenza il 24 gennaio 2031, paga una cedola fissa del 4,75% annuo ed è stato prezzato al 99,395% che corrisponde a un rendimento effettivo a scadenza del 4,843% (si veda qui comunicato stampa).
Hanno assistito la società, in qualità di ESG Structuring Advisors, per la predisposizione del Sustainalibity-linked Financing Framework le banche JP Morgan e Mediobanca, mentre il collocamento è stato curato da Barclays, BNP Paribas, IMI-Intesa Sanpaolo, JP Morgan, Mediobanca e UniCredit in qualità di active book runner insieme agli altri book runner Credit Agricole CIB, ING, Morgan Stanley, MUFG, Santander e Société Générale. Gli studi legali White & Case and Linklaters hanno supportato, rispettivamente, la società e le banche.
Il bond, in linea con gli impegni presentati nel Sustainability-Linked Financing Framework pubblicato a dicembre e che individua gli obiettivi legati al piano Net Zero del gruppo (si veda qui la presentazione completa), è legato al raggiungimento di specifici obiettivi relativi alla riduzione di emissioni di gas serra e all’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici lungo la rete autostradale. Le nuove obbligazioni, inoltre, consentono ad ASPI di allungare le scadenze del debito della società diversificando ulteriormente le fonti di finanziamento, mentre il costo finale del finanziamento, come viene spiegato in nota, è “sostanzialmente inferiore a quello di emissione, in relazione all’utilizzo degli IRS negoziati nei passati esercizi a copertura dei tassi di interesse”.
L’amministratore delegato di ASPI, Roberto Tomasi, ha dichiarato: “La prima emissione obbligazionaria sostenibile di Autostrade per l’Italia è una ulteriore prova dell’impegno della società nell’integrare l’attenzione ai temi ambientali e sociali nella propria strategia che punta a obiettivi sfidanti di riduzione delle emissioni di gas serra e che vede, tra le diverse azioni, la messa a terra di un capillare piano di installazione di punti di ricarica ultraveloce per veicoli elettrici”.
Ricordiamo che ASPI, sul quale S&P ha un rating di BBB- ed è di nuovo in investment grade per Moody’s e Fitch Ratings, già nei mesi scorsi ha fatto ricorso al mercato del credito, non attraverso obbligazioni ma tramite prestiti revolving sottoscritti tra settembre e novembre. Il gruppo ha infatti sottoscritto sette linee bilaterali revolving per 850 milioni di euro con scadenza media 4,5 anni anch’esse legate a target ESG. Le linee sono state messe a disposizione da Intesa Sanpaolo, Banca Nazionale del Lavoro, Mediobanca-Banca di Credito Finanziario, MUFG Bank, UniCredit, Banco Santander, Société Générale (si veda altro articolo di BeBeez). Quelle linee erano destinate a sostenere gli interventi nell’ammodernamento e messa in sicurezza della rete, che nel solo 2022 hanno richiesto investimenti e spese per manutenzioni per oltre 1,5 miliardi di euro. Inoltre, le nuove linee vanno a rifinanziare la Revolving Credit Facility di 600 milioni di euro in scadenza nel dicembre 2022 (si veda qui la relazione finanziaria al 30 settembre di ASPI.
L’ultimo bond, invece, risale a poco più di due anni fa e cioè al dicembre 2020 quando la società delle autostrade aveva collocato un prestito obbligazionario da 1,25 miliardi di euro per finanziare gli investimenti e le manutenzioni del piano industriale e il processo di trasformazione della società come operatore integrato di mobilità. Quel bond ha scadenza 2028, paga una cedola fissa del 2%, ed è stato collocato a un rendimento a scadenza del 2,163%, pari a 250 punti base sopra il tasso di riferimento mid-swap (si veda altro articolo di BeBeez).
Il collocamento era avvenuto mentre erano ancora in corso le trattative per la cessione del controllo di ASPI allo Stato, operazione poi conclusa lo scorso maggio dopo l’accordo di cessione dell’88,06% di ASPI firmato nel giugno 2021 tra Atlantia, holding della famiglia Benetton uscita da Borsa lo scorso dicembre (si veda altro articolo di BeBeez), e il consorzio composto da CDP Equity (51%) e dai fondi Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e Macquarie Asset Management (24,5%) (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, del valore di 8,1 miliardi di euro, è stata condotta attraverso la newco Holding Reti Autostradali spa (HRA), (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che ASPI ha chiuso il 9 mesi al 30 settembre 2022 con ricavi operativi pari a 3,152 miliardi, in aumento di 286 milioni di euro dai primi nove mesi del 2021, mentre l’ebitda si è attestato a 1,9 miliardi (+291 milioni), mentre l’utile è quasi raddoppiato rispetto ai precedenti 587 milioni a 927 milioni. Inoltre, il flusso di cassa operativo è stato pari a 939 milioni contro i 822 milioni del settembre 2022, con indebitamento finanziario netto di circa 8,1 miliardi, in diminuzione di 179 milioni dal 31 dicembre 2021 e con media residua di circa cinque anni e tre mesi (si veda qui la presentazione agli analisti).