di Salvatore Bruno
Marco Giovannini, l’ex presidente e ceo di Guala Closures, ha acquisito il controllo del Gruppo INMAN, leader in Italia nella progettazione e realizzazione di macchinari e componenti per l’industria meccanica e per l’automazione industriale (si veda qui il comunicato stampa). A vendere sono stati i fratelli Ferdinando e Vincenzo Bettinelli, con quest’ultimo che reinvestirà in modo significativo nell’operazione al fianco di Giovannini, ricoprendo la carica di presidente di Bettinelli.
Nell’operazione, finanziata con il supporto di Deutsche Bank, la boutique di investment banking Ethica Corporate Finance, parte di Ethica Group, ha assistito Inman come advisor finanziario, mentre EY ha svolto la due diligence contabile. Gli studi Nexta Partners, Gitti And Partners e TaxinLab hannp curato gli aspetti legali, contrattuali e fiscali.
Giovannini è stato assistito dallo studio legale Gianni & Origoni e da TAN Advisory nella strutturazione e negoziazione dell’operazione.
Al gruppo INMAN fa capo Bettinelli F.lli S.p.A., attiva nella progettazione di piattaforme di assemblaggio e controllo principalmente per il settore farmaceutico e medicale con la divisione CB Automation, e nella realizzazione di componenti meccanici a camma di elevata precisione con la divisione CDS. Il gruppo possiede anche TUMAC S.p.A., leader nei sistemi e componenti a tecnologia vibrante per l’automazione industriale, ed API S.r.l., specializzata nella progettazione di macchinari per il riempimento ed il confezionamento di prodotti igienico sanitari monouso, vanta una presenza consolidata sui mercati internazionali, anche grazie alle quattro filiali situate in USA, India, Cina e Germania. INMAN si è affermata come player globale e conta oggi su un organico composto da circa 250 dipendenti. Nel 2020 il gruppo ha fatturato circa 31,2 milioni di euro, generando un ebitda di 3,4 milioni a fronte di un debito netto di 4,7 milioni.
Ha commentato Vincenzo Bettinelli: “Grazie all’accordo raggiunto si sono gettate le premesse per garantire l’ulteriore sviluppo delle aziende del nostro gruppo in investimenti, tecnologie e soluzioni integrate. Il progetto vedrà il mio impegno diretto, unitamente a mio figlio Marco, al fianco dell’ing. Giovannini, nonché il fattivo apporto da parte dell’attuale management e di tutte le risorse umane”,
Giovannini, che è stato parte del consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti ed è attualmente presidente di ISEM e consigliere di amministrazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, LVenture Group e Goglio S.p.A., ha commentato “Da parte nostra sosterremo il management e l’azienda con l’inserimento di tecnologie all’avanguardia come la robotica e l’analisi di big data in ottica di manutenzione predittiva, infine di supporto alla finanza aziendale anche attraverso molteplici acquisizioni già all’orizzonte”.
Giovannini ha finanziato la nuova avventura industriale con i proventi della cessione delle sue azioni Guala Closures, corrispondenti a una quota del 13,66% e che stando ai termini dell’offerta gli hanno fruttato più di 78 milioni di euro, in occasione dell’opa lanciata da Investindustrial a giugno del 2021, a seguito della quale il private equity guidato da Andrea Bonomi aveva delistato da Piazza Affari nel luglio successivo il gruppo specializzato nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici e vini, dopo averne rastrellato il 94,9%. (si veda altro articolo di BeBeez). Il successo dell’opa era noto già sulla base dei risultati provvisori da cui era emerso che Investindustrial aveva raggiunto l’84% (si veda altro articolo di BeBeez) e poi il 93,7% il 7 giugno, data di chiusura dell’offerta (si veda altro articolo di BeBeez).
Special Packaging Solutions Investments sarl (SPSI), veicolo controllato dal fondo Investindustrial 7, aveva lanciato l’offerta il 18 maggio 2021 al prezzo di 8,2 euro per azione e di 0,30 euro per warrant (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta riguardava fino a 32.212.276 azioni ordinarie oltre a massime 4.322.438 azioni ordinarie eventualmente derivanti dalla conversione di 4.322.438 azioni speciali di categoria “B”. Oggetto dell’offerta era anche un massimo di 12.598.053 warrant. Il tutto per un esborso massimo di 265,4 milioni di euro.
Investindustrial aveva fatto tesoro dell’esperienza dell’estate precedente, quando aveva condotto senza successo un’altra opa su Guala Closures a 6 euro per azione, finalizzata all’acquisto soltanto di una minoranza del capitale (si veda altro articolo di BeBeez). In seguito, Investindustrial nel dicembre 2020 aveva siglato accordi di acquisizione con un gruppo di azionisti rilevanti per il 47,829% del capitale sociale e il 42,573% dei diritti di voto, per poi avviare l’opa obbligatoria (si veda altro articolo di BeBeez).