Amco ha rimborsato i rimanenti 750 milioni di euro del debito nei confronti di UBS e JPMorgan in scadenza il primo dicembre 2021 e garantito mediante cartolarizzazione del portafoglio del compendio di Banca Mps (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che il debito, pari inizialmente a un miliardo di euro, era già stato parzialmente rimborsato per 250 milioni nel gennaio scorso. Amco aveva finanziato il rimborso con i proventi dell’emissione di 750 milioni euro di titoli unsecured a settte anni avvenuta lo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferito a BeBeez da fonti di AMCO, il nuovo “rifinanziamento consente di abbassare il costo del funding in quanto i sottoscrittori di mercato non sarebbero subordinati a UBS e JP Morgan come era in precedenza”.
In questo modo Amco completa il rimborso del bridge loan da 3,179 miliardi di euro contratto nei confronti delle stesse UBS e JPMorgan a giugno del 2020 nell’ambito del progetto Hydra in base al quale il Monte dei Paschi aveva trasferito ad Amco crediti deteriorati del gruppo più vari asset patrimoniali (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio, l’operazione prevedeva la scissione parziale non proporzionale con opzione asimmetrica da parte della banca senese, controllata al 68,2% dal Ministero dell’Economia, in favore di Amco, a sua volta interamente controllata dal MEF, di un compendio composto da una serie di attività e passività, (si veda qui il comunicato stampa di allora) e precisamente:
Per l’attivo: sofferenze per un valore netto contabile di 2,313 miliardi di euro (valore lordo 4,798 miliardi di euro); UTP per un valore netto contabile di 1,843 milioni miliardi (valore lordo 3,345 miliardi); titoli obbligazionari e azionari per un valore contabile di 5 milioni; contratti derivati per un valore contabile di un milione; crediti per imposte differite (Deferred tax assets o DTA), sulla base dell’ammontare del patrimonio netto scisso rispetto al patrimonio netto totale di Mps, per un valore netto contabile di 104 milioni.
Per il passivo: un bridge loan erogato a Mps da JPMorgan e UBS appunto da 3,179 miliardi (già in origine previsto essere parzialmente rimborsato attraverso la generazione di cassa dei portafogli e in parte rifinanziato attraverso l’accesso al mercato); contratti derivati passivi per un valore contabile di 100 mila euro; patrimonio netto per 1,087 miliardi.
Successivamente all’operazione Hydra, Amco a luglio 2020 aveva emesso due obbligazioni anche queste senior unsercured per un totale di 2 miliardi di euro volte appunto a rifinanziare le passività del compendio, cioè a rimborsare circa due terzi del debito nei confronti delle due banche (si veda altro articolo di BeBeez).
L’assunzione dei portafogli di Utp e Npl di MPS ha consentito alla società guidata da Marina Natale di chiudere il 2020 con un portafoglio di asset deteriorati in gestione in crescita del 46%, a quota 34 miliardi di euro. Questi ultimi sono suddivisi a metà tra posizioni secured e unsecured, di cui circa 14 miliardi (42%) sono Utp e crediti scaduti e circa 20 miliardi (58%) sono Npl. Del portafoglio globale, circa 26 miliardi (77%) sono relativi a esposizioni verso aziende (si veda altro articolo di BeBeez). Amco a fine 2020 vantava un rapporto tra debito e patrimonio netto stimato di 1,3 volte; il dato è pro-forma per il totale rimborso del suddetto debito garantito e per l’emissione di un bond senior unsecured da 750 milioni dello scorso aprile, con cedola dello 0,75% e scadenza il 20 aprile 2028. Il titolo è stato collocato sotto la pari al prezzo di 99,303 euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto all’attività di investimento di Amco, ricordiamo che nel maggio scorso il Fondo Back2Bonis, veicolo di credito specializzato nell’acquisto di Utp immobiliari dalle banche italiane, strutturato da Amco, che ne è anche master servicer, e gestito da Prelios sgr, ha ricevuto un apporto di 52 milioni da Bper Banca (si veda altro articolo di BeBeez). Con questa operazione, Back2Bonis si è avvicinato a un miliardo di euro di crediti in gestione. Il fondo Back2Bonis era nato a fine dicembre 2019 sotto il nome di progetto Cuvée, con l’obiettivo di investire in Utp immobiliari oggi sui bilanci delle banche italiane medio-grandi e arrivare a circa 1,5 miliardi di portafoglio in gestione attraverso vari apporti da parte delle banche (si veda altro articolo di BeBeez). Allora MPS Capital Services, UBI e Banco BPM, insieme ad AMCO, avevano conferito al fondo posizioni di 50 debitori per un totale di circa 450 milioni di euro in cambio di quote del fondo stesso. A dicembre 2020, poi, al fondo sono stati apportati ulteriori crediti UTP corporate immobiliari per un totale di altri 60 debitori e altri 400 milioni di euro lordi, che includevano posizioni leasing real estate. I crediti erano stati apportati da Intesa Sanpaolo, UniCredit Leasing e Banco Desio, diventati contestualmente quotisti del fondo (si veda altro articolo di BeBeez).
Dallo scorso aprile, AMCO offre garanzie su cartolarizzazioni sintetiche (dove non è prevista l’emissione di titoli da parte del spv) con sottostante crediti Stage 2, ovvero sub-investment grade (si veda altro articolo di BeBeez).